Sabato 2 novembre visite a Palazzo Castelnuovo e al sottostante Rifugio antiaereo, alla scoperta quindi del palazzo appartenuto ai principi di Castelnuovo e al sotterraneo rifugio della Seconda Guerra Mondiale, nel cuore dell’Albergheria. Con la cooperativa Terradamare apre al pubblico il cinquecentesco Palazzo Castelnuovo, dimora che conserva elementi storici diversificati, mostrando attraverso varie raffigurazioni alcuni tra i personaggi più importanti della storia siciliana, in particolare, la famiglia Beccadelli di Bologna, Marchesi di Marineo e Baroni di Capaci, e Carlo Cottone di Castelnuovo il principe con vocazioni filantropiche, noto per il lascito di Villa Castelnuovo, l’Istituto Agrario della zona dei Colli.
Le visite si svolgeranno in collaborazione con la famiglia Ridulfo-Corleone, attuali proprietari del piano nobile che nel corso degli anni si sono occupati del suo restauro.
Dai saloni con decori cinquecenteschi e simbologie massoniche, si arriva inaspettatamente al rifugio antiaereo della Seconda Guerra Mondiale, sotto le sue fondamenta. Un rifugio antiaereo nel cuore di Ballarò, vicino ai più conosciuti di Palazzo delle Aquile e Biblioteca Regionale, ma identico nella storia e nell’architettura.
Palazzo Castelnuovo
Varcando la soglia di Palazzo Castelnuovo, si viene catapultati in un viaggio nel tempo che dal ‘500 arriva ai nostri giorni, conservando ancora moltissimi elementi della sua mutevole storia. E così, osservando i numerosi saloni di cui è composto il piano nobile, si ha la profonda sensazione di assistere alle tante vite che hanno abitato questo luogo.
Percorrendo i saloni del palazzo, si viene colpiti dai diversi dettagli e dalle folgoranti immagini che evocano tutta la sua lunga storia.
Sicuramente di particolare rilevanza è il neoclassico Salotto d’Ercole, in cui viene ripresa la simbologia connessa all’eroe semidio, che caratterizza il cammino degli apprendisti verso la luce. Segue la Sala di Venere, una sala ovale semplice e schietta, la cui peculiare forma simboleggia la bellezza e la perfezione che i fratelli massoni, che qui s’incontravano, erano chiamati a raggiungere.
Il percorso continua, tra imponenti angoliere lignee del XVIII secolo, fino alla biblioteca, in un percorso ideale per raggiungere la sapienza.
Risale alla seconda metà del diciannovesimo secolo invece, l’ultimo salone, dai colori moreschi, alle raffigurazioni delle piramidi, fino a raffinati fiori decorativi, che racconta una città eclettica e dinamica nei suoi tanti aspetti artistici.
Ogni impronta che le epoche hanno lasciato in questo luogo contribuisce a creare un complesso architettonico unico e affascinante, grazie all’amore degli attuali proprietari.
Costruito dal 1530 da Don Gilberto di Bologna, marchese di Marineo e barone di Capaci, figura di spicco nel panorama politico siciliano dell’epoca, la sua ‘domus magna cum flora’ si inserisce su un tenimento di case medievali appartenenti alla sua famiglia e caratterizzato dalla presenza di un’antica torre di difesa, ancora, in parte, visibile.
Nel 1778, il palazzo passò nelle mani dei Principi di Castelnuovo. Risale al loro tempo l’ampliamento e trasformazione dell’edificio, che arricchirono di decorazioni e sfarzosi arredi, e probabilmente in quel periodo gli originali soffitti a cassettoni furono ricoperti con volte affrescate, come le affascinanti raffigurazioni presenti in alcuni saloni.
L’ultimo erede fu Carlo Cottone di Castelnuovo che scelse proprio il suo amato palazzo per i suoi ultimi giorni di vita, principe con vocazioni filantropiche, noto per le sue lotta liberali e il lascito di Villa Castelnuovo, l’Istituto agrario della zona Piana dei colli.
Dal 1999, la famiglia Ridulfo Corleone, avvia un lungo processo di restauro, che rivela preziosi brani di affreschi del periodo dei Beccadelli Bologna, uno di essi ci racconta proprio la storia di questa colossale famiglia, in cui ritroviamo elementi paesaggistici e antropologicamente rilevanti rispetto alla storia economica della Sicilia.
Il rifugio antiaereo della Seconda Guerra Mondiale
Sotto le fondamenta del Palazzo si cela un’altra realtà, meno nota, ma altrettanto significativa: il rifugio antiaereo, costruito durante la Seconda Guerra Mondiale.
I rifugi antiaerei di Palermo sono più di un luogo culturale, essi sono un’importante testimonianza di quel tragico periodo. Visitare questi spazi, percorrerne i corridoi, significa rivivere, provare a immaginare la paura e la sofferenza della popolazione civile, ma anche il coraggio e la speranza che permisero di superare quei momenti bui.
Il rifugio di Palazzo Castelnuovo, tipico ricovero pubblico, si trova nel sottosuolo del giardino cinquecentesco piantumato dai Beccadelli di Bologna, su un’originaria piazza di origine araba, a sua volta stratificata su rovine punico-romane.
Nascosto per anni e ritrovato casualmente, nel 2003, durante i lavori di manutenzione del giardino e di sistemazione del seminterrato del Palazzo, da parte degli attuali proprietari.
Il rifugio custodisce al suo interno suggestive testimonianze dell’epoca, rimaste intatte, come bottiglie originali portate dalla gente che qui cercò la salvezza dalla pioggia infernale delle bombe, una tenda dell’esercito americano, una sirena con altoparlante, una maschera antigas e persino i lavandini dei due bagni.
I Ridulfo hanno mantenuto il ricovero esattamente per come è stato ritrovato, realizzando un importante ed evocativo spazio museale all’interno del quale il visitatore può rivivere, almeno in parte, le emozioni provate in quel tragico periodo storico visite al Palazzo appartenuto ai principi di Castelnuovo e al sotterraneo rifugio della Seconda Guerra Mondiale, nel cuore dell’Albergheria.
Palazzo Castelnuovo si trova in vicolo S. Giuseppe D’Arimatea 16, a Palermo.
Durata visite: 1 ora e mezza circa. Turni di visita: ore 10 – 11:30 – 13 – 16 – 17:30 19
Ticket: adulti €15, ridotto 5/10 anni €8.
Per partecipare è necessario acquistare i ticket online.
Infoline: terradamare.org/palazzo-castelnuovo-visite 320.7672134 – 392.8888953 eventi@terradamare.org
Villa Cattolica. Visite al Museo Guttuso di Bagheria
Domenica 3 novembre si andrà invece alla scoperta di Villa Cattolica con le visite al Museo Guttuso di Bagheria. Si visiterà il museo, sviluppato su tre piani, con le opere che il maestro donò alla sua città natale: dipinti, sculture, disegni e incisioni, rappresentative di oltre quarant’anni di attività.
Inoltre: moltissime opere di artisti del XX secolo come Cagli, Mario Schifano, Onofrio Tomaselli, Silvestre Cuffaro, Domenico Quattrociocchi, Pina Calí, Giuseppe Pellitteri, una sezione etnografica che espone carretti siciliani scolpiti e istoriati e una ricca selezione di locandine e manifesti cinematografici.
La villa fu costruita nel 1736, per volontà di Francesco Bonanno, pretore di Palermo, principe di Cattolica, discendente di una famiglia di antiche origini e grande potere economico.
La dimora sorge in una zona rialzata su quella che era l’unica strada di accesso a Bagheria, posizione privilegiata, poiché, la rendeva la prima villa di Bagheria a offrirsi alla vista dei palermitani.
Col decadimento della famiglia Bonanno nella prima metà dell’800, venne trasformata in lazzaretto per malati di colera e, successivamente, in caserma per le truppe borboniche.
Nel primo ‘900 venne acquistata dalla famiglia Scaduto e destinata ad abitazione e sede di uno stabilimento per la produzione di conserve alimentari per poi, nel 1973 essere affittata dal Comune che ne fa sede del primordiale nucleo del Museo Guttuso costituito da diverse opere donate dall’artista stesso.
Nel 1988 viene definitivamente acquisita dal comune di Bagheria che, nel 1990, posiziona all’interno del baglio della villa il monumentale il sarcofago realizzato da Giacomo Manzù dove ancora oggi riposano le spoglie dell’artista, divenendo, così, il custode privilegiato delle opere di uno dei maggiori artisti del ventesimo secolo.
Aldo Renato Guttuso nasce a Bagheria il 2 gennaio 1912 da Gioacchino e Giuseppina. Suo padre sarà una figura fondamentale per l’artista, uomo colto, suonava il piano, acquerellista, un agrimensore con valori educativi e sociali.
Già da giovane, affascinato dalle scene raffigurate nelle decorazione dei carretti siciliani nella bottega di Murdolo che si trovava di fronte casa sua, decide di dedicarsi anche lui a quest’arte di antiche origini.
Un artista che viaggia sia per l’Italia che all’estero, ottenendo riconoscimenti, importanti collaborazioni per scenografie teatrali, riviste italiane e internazionali, dedicandosi anche alla scultura, alla grafica e alla scenografia teatrale, impegnato nello scenario politico del periodo.
Un’arte caratterizzata da forti colori, da tinte che animano corpi e volti, in cui ripropone scene di vita quotidiana con una vivacità straordinaria, opere dense di dettagli, nati da un’attenta osservazione della faticosa vita della povera gente.
Guttuso non è solo un pittore, ma anche un cronista, che sa incanalare il dramma della società, tramite strutture compositive insolite, giochi cromatici sfumati ed in contrasto tra di loro, per presentare, così, delle verità intangibili.
Il suo realismo è legato al reale ordinario, alla vita comune, ma, la sua poetica permette di ritrovare, contestualmente, anche la liricità delle emozioni e pensieri variopinti, opere tuttora monumentali avvincenti e coinvolgenti.
Turni di visita: ore 10:30 – 11:30 – 12:30
Ticket: € 10 (bimbi 5/10 anni €5)
Villa Cattolica si trova in via Rammacca 9, a Bagheria (PA).
Per partecipare alle visite è necessario acquistare i ticket online.
Infoline: terradamare.org/visite-villa-cattolica-museo-guttuso 347.8948459 320.7672134 – eventi@terradamare.org
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Foto: Vincenzo Russo | Terradamare.org