lunedì, 23 Dicembre 2024
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Visita in Italia del Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon

“Esprimiamo apprezzamento per l’attenzione e le posizioni assunte dal Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, sulle stragi degli innocenti del Mediterraneo, che passeranno alla storia come un genocidio europeo, prodotto dagli egoismi e dalle indifferenze dell’Unione europea. Apprezziamo le sue dichiarazioni degli ultimi giorni, come quelle in cui afferma che occorre assicurare asilo politico a chi fugge dalle guerre e crediamo che, con sempre maggiore intransigenza, l’Onu debba farsi portavoce presso la Comunità internazionale delle soluzioni da adottare al riguardo”. È’ quanto afferma in una nota il sindaco di Palermo e presidente ANCI-Sicilia, Leoluca Orlando, commentando la visita ufficiale in Italia del segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon. “Noi abbiamo una soluzione che è contenuta nella ‘Carta di Palermo’ – aggiunge Orlando –  e prevede l’abolizione del permesso di soggiorno, che è diventato ormai uno strumento di tortura e un modo per arricchire persone senza scrupoli, sia prima dell’arrivo in Sicilia dei migranti, che dopo la prima accoglienza nei porti siciliani”.  “Le parole rischiano ormai di rimanere lettera morta per nascondere migliaia di morti – prosegue il primo cittadino – la nostra isola non può continuare a fronteggiare, da sola e nell’indifferenza  dell’Europa, l’arrivo di tanti disperati che, in molti casi, fuggono dalla morte e, spesso, trovano morte e violenze nel Mediterraneo. La macchina organizzativa sui porti è efficiente e la generosità dei siciliani è straordinaria, ma le strutture della cosiddetta seconda accoglienza sono al collasso”. “Riteniamo grave, inoltre, il fatto che l’Unione europea abbia triplicato i fondi per Triton che, operando entro 30 miglia dalle coste, rimane una parata navale a fini di difesa dei confini europei. Occorre, invece, attuare un corridorio umanitario e, sin da subito, ripristinare in chiave europea Mare Nostrum, l’operazione tramite la quale si poteva operare sino a 170 miglia dalle coste e che si ispirava a esigenze umanitarie, permettendo di salvare molte vite”. “Occorre quindi, con scelte forti, come propone la Carta di Palermo, passare dalla migrazione come emergenza e sofferenza, alla mobilità come diritto umano. E, per quanto riguarda la mobilità come diritto umano, non resta che fare appello alla missione che è propria delle Nazioni Unite”, conclude.

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