Dare “valore” ai beni pubblici siciliani non solo in termini economici ma soprattutto in termini di sviluppo sociale e turistico, con risvolti importanti per i territori. Questo l’obiettivo della Tavola Rotonda che si è svolta oggi a Palermo, a Palazzo Steri, tra il Direttore dell’Agenzia del Demanio Roberto Reggi e i sindaci dei Comuni di Palermo, Catania, Messina, Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa e Siracusa e con i Sindaci dei Comuni di Favignana e Ustica.
Tante le tematiche affrontate e le iniziative presentate dal Direttore Reggi che ha ribadito, tra l’altro, l’impegno dello Stato a collaborare con gli Enti territoriali, per promuovere progetti e iniziative di valorizzazione e di razionalizzazione del patrimonio immobiliare pubblico siciliano. Sono ben 33 le operazioni di razionalizzazione, messe in campo dall’Agenzia, che consentiranno di ridurre gli spazi utilizzati dalle amministrazioni pubbliche centrali, con un risparmio complessivo di spesa a carico dello Stato di circa 3 milioni e 400 mila euro, a partire dal 2015.
Ampio spazio è stato dedicato al Progetto Valore Paese-Fari. Questa iniziativa, appena lanciata, ha l’obiettivo di sottrarre dal degrado 11 fari italiani e riutilizzarli a fini turistico-culturali, grazie all’investimento di risorse private. I fari saranno affidati in concessione per un massimo di 50 anni a privati, grazie ad un bando di evidenza pubblica che partirà in autunno.
In questo portafoglio di beni, spiccano i quattro fari siciliani, di proprietà dello Stato: il Faro di Brucoli ad Augusta (SR), il Faro Capo Grosso sull’isola di Levanzo (TP), il Faro di Murro di Porco (SR) e il Faro di Punta Cavazzi ad Ustica (PA). Proprio quest’ultimo bene è stato protagonista, oggi, di un importante accordo di valorizzazione stipulato tra il Direttore Roberto Reggi e il Sindaco Attilio Licciardi di Ustica, con il quale si completa la valorizzazione della rete siciliana dei fari, oggetto di una consultazione pubblica, che si chiude il 10 agosto, per accogliere idee e proposte sulle loro possibili destinazione.
L’incontro è stato anche occasione per fare il punto sui progetti di utilizzo del patrimonio pubblico per finalità sociali e sugli strumenti messi a disposizione, in tal senso, dalla recente normativa. L’art. 26 Sblocca Italia, uno strumento innovativo e flessibile, permette ai comuni siciliani di richiedere immobili statali, non utilizzati, da poter riusare per finalità pubbliche e sociali, come ad esempio l’emergenza abitativa.
Grande soddisfazione è stata espressa da tutti i partecipanti che hanno sottolineato l’importanza di una forte collaborazione Stato-Comuni per rilancio dello sviluppo economico, sociale e culturale del territorio siciliano.