Palermo, 29 agosto 2020 – Con la risalita della curva di contagi da Covid-19, quest’anno è ancora più importante del solito che in prossimità della stagione autunnale – con la riapertura delle scuole e un più ampio ritorno al lavoro “in presenza” – quante più persone possibile si sottopongano alla vaccinazione volontaria antinfluenzale, in quanto i soggetti colpiti potrebbero essere ancora più esposti al rischio di contrarre anche l’infezione da Coronavirus, mentre è necessario potere differenziare le due sintomatologie che presentano aspetti comuni.
Fra le misure adottate dalle varie Regioni, in Sicilia l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, ha avviato uno sforzo supplementare in tal senso, anticipando l’inizio della campagna vaccinale ed estendendo notevolmente le fasce protette ammesse alla profilassi gratuita, ponendosi il meritorio obiettivo di coprire fino al 75% della popolazione.
Ma Federfarma lancia l’allarme per le quote di popolazione attiva non comprese nelle fasce protette (in Sicilia il 25%, pari a 1,2 milioni di cittadini) che rischiano di non potersi vaccinare: “Infatti – dichiara Roberto Tobia, segretario nazionale di Federfarma e presidente di Federfarma Palermo – le Regioni hanno incrementato l’acquisto di vaccini di oltre il 40% rendendo difficile la disponibilità di dosi da parte delle industrie farmaceutiche per le farmacie. Questo significa che chi vorrà sottoporsi alla profilassi antinfluenzale su base volontaria non avrà la possibilità di farlo”.
Federfarma evidenzia il rischio che questi soggetti, che costituiscono l’hub produttivo del Paese, dovendosi spostare e venendo a contatto con molte persone, possano più facilmente contrarre la malattia influenzale, incrementare i veicoli di diffusione ed essere costretti a stare in casa nel momento più impegnativo per la ripresa economica dell’Italia.
“E’ opportuno che le Regioni – rileva Roberto Tobia – mettano a disposizione anche di questi cittadini, anche in Sicilia, un canale capillarmente diffuso come la farmacia. E’ necessario, cioè, uno sforzo supplementare nella campagna vaccinale, con l’obiettivo di completare la copertura in questa emergenza sanitaria”.
“Occorre – aggiunge il segretario nazionale di Federfarma – consentire la dispensazione delle dosi anche in farmacia, a supporto della rete pubblica già impegnata con le fasce protette. In tal senso i farmacisti stanno seguendo appositi corsi di formazione gestiti dall’Utifar, promossi da Federfarma nazionale e dalla Fondazione Cannavò, in attesa di un provvedimento legislativo che, come avviene nella quasi totalità dei Paesi europei e negli Stati Uniti, consenta al farmacista di inoculare il vaccino antinfluenzale in farmacia”.
“Auspichiamo – conclude Tobia – che nell’incontro di martedì convocato dal ministro della Salute, Roberto Speranza, si possa trovare una soluzione”.