venerdì, 22 Novembre 2024
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”Urla Più Forte”, il mediometraggio che racconta il mondo della disabilità

Prodotto da Piero Melissano, in collaborazione con Daniele Lo Savio. Scritto da Francesca Currieri. Regia di Alessandro Caiuli. Nelle riprese del film, girato a Partinico, sono stati coinvolti alcuni ragazzi in carrozzina, che rivendicano, nella scena e nella realtà, il diritto di essere rispettati, compresi e tutelati.

Mentre Il comune di Partinico, in provincia di Palermo, veniva sciolto per infiltrazioni mafiose, la PM Management Group Production/Film Production SRLs, di Piero Melissano, in collaborazione con l’attore Daniele Lo Savio, dava l’avvio alle riprese del mediometraggio ”Urla più Forte” e ciò con l’intento di riscrivere una pagina diversa della città e tracciare la strada per crescere in umanità e in cultura. Urla più forte , non è solo un mediometraggio, ma vuole essere un vero e proprio inno alla solidarietà, un urlo di speranza, un gesto d’amore, nei confronti di coloro che indossano un abito diverso dagli altri. Una occasione, per dire grazie, a chi, ogni giorno si spende per loro, a chi lotta senza resa, trasformando l’incubo della disabilità in sogno e l’oscurità in luce.

Il produttore Piero Melissano, il regista Alessandro Caiuli, fedeli alla sceneggiatura, hanno coinvolto nel set, alcune persone speciali in carrozzina, superando una grande sfida: abbattere il muro dei pregiudizi, facendo diventare protagonisti, coloro che non hanno mai mollato, coloro che, urlano per rompere i silenzi assordanti, rivendicando con fierezza, il diritto di essere rispettati, compresi e tutelati. Nel cast, attori diversamente abili improvvisati e attori professionisti, s’incontrano per dare spazio al vero significato del rispetto, quello puro, quello che tutti sogniamo e che trova il suo pilastro di vita, anche e soprattutto, nei piccoli gesti. Il mediometraggio mette a fuoco la ricchezza della diversità e i pregiudizi di una società sorda che, spesso gira lo sguardo, per non vedere e per non sentire, le loro esigenze. Mette in luce i servizi sociali e il volontariato, nonché le discipline sportive, come mezzo di rinascita ai valori autentici della vita, come la solidarietà e l’inclusione sociale. Il Set diventa anche un luogo di socializzazione e di libera espressione per tutti, abili e portatori di disabilità. A ciò si aggiunge la visione educativa del cinema, come terapia umana, rappresentata dagli interpreti in carrozzina, che sono i veri protagonisti del film. Vincenzo, Maria Concetta, Mariuccia, Benedetto e ancora Angelo Barretta, portavoce dei disabili di Partinico, si sono cimentati in una nuova esperienza, trasmettendo emozioni incredibili. Angelo, quarantenne, ragazzo speciale in carrozzina, mostra sul set un talento straordinario. Una storia, quella di Angelo, fatta di sofferenza e speranza, di ricoveri ospedalieri, di diagnosi e interventi chirurgici. Una famiglia meravigliosa la sua, capace di affrontare qualsiasi difficoltà e di accettare qualsiasi sfida. Angelo, negli anni, ha sempre lottato senza resa, nonostante le barriere mentali, insite nella società in cui viviamo. Il suo sogno, oltre a quello di mettere in primo piano il pianeta della disabilità, è quello di raccontare e racchiudere in una autobiografia, la sua vita, i suoi dolori, le sue gioie, i suoi affetti e le sue speranze verso un futuro migliore. Alla domanda “qual’ è l’esperienza vissuta e cosa resterà del set”, Angelo risponde, senza nascondere l’emozione: «è stata una esperienza unica e meravigliosa. Stare nel set, assieme ad attori professionisti, recitare una parte che, da quando avevo un anno, mi porto addosso, è stato emozionante. Urlare, per rivendicare i diritti, spesso negati, di chi può solo camminare con la fantasia, ha dato a me e agli altri, la voglia di continuare la strada, tracciata nella scena. Il nostro non è un copione, è una esperienza di vita, è un modo per farsi scivolare il dolore e la rabbia e dare un senso all’esistenza. Un Grazie a Francesca Currieri, per avere avuto la sensibilità di scrivere una storia, intrisa di dolore e colorata di speranza. Un grazie, da parte di tutti noi, al produttore Piero Melissano e al suo collaboratore Daniele Lo Savio, grazie a Marina Brugnano, assistente di produzione, grazie al regista Alessandro Caiuli e al mio antagonista di scena, l’attore Corrado Solari e agli altri attori e tecnici. Continuerò, continueremo insieme, ad urlare sempre più forte, affinché tutti possano sentire».

«La vita è fatta di scelte (aggiunge Maria Concetta Tornetta). Si può scegliere di vivere o di sopravvivere. Noi abbiamo scelto di vivere. Noi, persone speciali in carrozzina, spesso siamo trattati come un disco vecchio che si ascolta e poi si butta via, o come una macchina senza ruote, messa in un angolo e dimenticata. Noi esistiamo e il mediometraggio ci ha fatto vivere momenti indimenticabili. Voglio abbracciare e ringraziare tutti per l’esperienza vissuta».

Finite le riprese, una marcia conclusiva ha segnato la via della speranza. In prima fila i ragazzi in carrozzina e i familiari. Oltre al rumore delle ruote sul selciato, si sentiva molto nitida, la voce urlata al megafono “Partinico svegliati e guarda le loro esigenze”.

Piero Melissano, visibilmente commosso, ad inizio riprese, dona ai ragazzi speciali, un ciak in ricordo del mediometraggio. «Stare a contatto con i ragazzi speciali, è stata anche per me, una esperienza unica (dichiara Piero Melissano). I loro nomi resteranno per sempre scolpiti nel mio cuore. Dedico a loro il lavoro cinematografico, con la speranza che qualcuno, ascolti i loro bisogni e pianifichi per loro, una vita normale. Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato, a vario titolo, alla realizzazione del mediometraggio: gli attori Corrado Solari, Daniele Lo Savio, Rosalba Pascale, Rosaria Maniscalco, Mimmo Campo, Attilio Bertaglia e i tecnici Carmelo Scordi e Mario Catalano. Ringrazio la Protezione Civile e la Polizia Municipale di Partinico. Per le location, ringrazio per la disponibilità: i responsabili della struttura OMNIA Services di Partinico, della Clinica Igea di Partinico e della palestra Budokan di Partinico. Infine un grazie a Partinico per averci accolto».

Come autrice della storia, non posso non ringraziare la produzione e la regia, per aver saputo interpretare le emozioni del mio animo. Ho voluto raccontare la disabilità, realtà che rappresenta uno spaccato della nostra società, facendo emergere luci e ombre e ridisegnando una città, come Partinico, che ha bisogno di rinsaldare valori, prima fra tutti il rispetto. Ognuno può ritrovarsi in questa storia. Ognuno di noi, nel profondo, sa cosa vuole davvero. E’ necessario capire se il peso dell’indifferenza e del silenzio, è davvero gravoso da sopportare. Spesso il silenzio può ferire e può fare veramente male. Voglio abbracciare tutti i componenti della troupe e con loro le persone speciali in carrozzina.

“Tu persona speciale, devi gridare al mondo le tue necessità, devi urlare per chiedere aiuto, comprensione e rispetto. Devi urlare al mondo intero di esistere, con le tue peculiari necessità. Chi non comprende il tuo animo, probabilmente non capirà nemmeno le tue parole”.

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