mercoledì, 20 Novembre 2024
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“Universo Carceri”. Totò Cuffaro e la sua esperienza di ex detenuto

universo carceri DSC_3517Il tema su cui hanno dibattuto oggi Vincenzo Figuccia, Salvatore Fiandaca e Totò Cuffaro è stato “Universo Carceri – Realtà e prospettive della condizione penitenziaria in Sicilia”. L’incontro si è tenuto oggi pomeriggio presso l’Istituto Padre Annibale Maria di Francia in via Castellana 110 a Palermo. A moderare il dibattito, Gianfranco Bosco. Ricordiamo che il dibattito si sarebbe dovuto tenere all’ARS ma, pochi giorni prima dell’incontro, è stata spostata la sede.

La folle delle grandi riunioni politiche di un tempo ha gremito la sala conferenze. Tanti quelli rimasti in piedi e, complice anche il caldo, ancor di più quelli che non hanno potuto accedere alla sala e si sono dovuti fermare lungo le scale.

Ma l’attesa della folla era soprattutto per Totò Cuffaro, l’ex presidente della Regione Sicilia, che al suo arrivo ha subito tenuto a sottolineare “Sono qui come ex detenuto”, proprio come si legge nei manifesti del dibattito.

Totò Cuffaro DSC_3481Così, dopo sei mesi dalla scarcerazione, Cuffaro torna ancora una volta a fare sentire la sua voce in pubblico e riunisce attorno a se la folla dei vecchi amici e anche quella dei nuovi.

Ispiratore dell’incontro-dibattito è stato il sociologo e onorevole Vincenzo Figuccia, vice capogruppo di Forza Italia all’Ars, che ha voluto raccontare la propria esperienza in giro per la Sicilia per visitare le carceri dell’isola e constatare la situazione degli istituti di pena e la qualità di vita che vivono i detenuti.

“Ho visitato tante carceri in Europa – ha detto Figuccia – e posso dire che la qualità degli istituti e quella della vita dei detenuti è nettamente superiore alle nostre realtà. In Sicilia, ho ispezionato circa dieci carceri, tra cui Messina, Trapani, Caltanissetta e Palermo e ho notato una certa riluttanza ad affrontare i problemi dell’universo carceri sia da parte delle istituzioni che da parte della società. In Sicilia le carceri sono state pensate per ospitare 4.000 detenuti, ne potrebbero ospitare al massimo circa 5.300 e invece oggi ci vivono in oltre 8.000. Proprio per questo motivo ho voluto creare questo incontro, per portare alla ribalta un tema così importante come quello della vita in detenzione. Basti pensare che in questi ultimi 35 anni abbiamo avuto oltre 1.600 suicidi e questo è già un fenomeno che la dice lunga sulla qualità di vita e sullo stress psicologico a cui sono sottoposti i detenuti e anche gli agenti penitenziari”.

Per Gioacchino Bosco, esperto di diritti umani, che ha accompagnato Figuccia nelle ispezioni: “L’incontro vuole sottolineare che viviamo in una società dove tutto è dato per scontrato come il diritto alla sicurezza e il diritto al lavoro mentre sono un caso a parte i diritti dei detenuti, tanto rivendicati dallo Stato ma che poi, così come ha sottolineato la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, nel quotidiano vengono negati. Tante sono le criticità emerse dalla visita agli istituti di pena. La più evidente è sicuramente il sovraffollamento che fa vivere male il contesto carcerario. Il nostro obiettivo è che venga effettivamente applicato l’art. 27 della Costituzione ossia che la pena deve tendere alla rieducazione del condannato.”

Prof Giovanni Fiandaca
Prof Giovanni Fiandaca

Per il Prof. Giovanni Fiandaca, giurista italiano, studioso di diritto penale e garante dei diritti dei detenuti in Sicilia: “La situazione dei detenuto in tutta Italia presenta aspetti drammatici. E’ anche vero che, a seconda degli istituti di pena, le condizioni di vita dei detenuti possono essere comparativamente migliori o peggiori di altri. In questo momento c’è una grande attenzione politica al mondo delle carceri e il Ministro della giustizia Orlando, sta dimostrando una grande sensibilità sull’argomento. L’intento è quello di migliorare le condizioni di vita dei detenuti, soprattutto in Sicilia. Il carcere non è il migliore strumento per la rieducazione, proprio per questo mi farò promotore di attività culturali, formative e lavorative che possano dare un valido contributo alla prospettiva della rieducazione della pena carceraria.”

Gianfranco Miccichè
Gianfranco Miccichè

Tra gli ospiti, Gianfranco Miccichè commissario di Forza Italia in Sicilia, che ha detto: “Nel 95 mi occupai dell’argomento carceri e feci un giro per gli istituti penitenziari con Carmine Mancuso (uno dei fondatori nel ’91 del movimento politico ‘La Rete’ – ndr). Constatammo che la situazione era drammatica e oggi, nonostante siano passati tanti anni, non sembra che sia cambiato molto. Anche la situazione degli immigrati che delinquono non fa altro che peggiorare il sovraffollamento carcerario”.

Miccichè, in merito alla sua presenza al dibattito, ha detto: “Sono venuto per ascoltare la testimonianza di Cuffaro. Negli anni passati, anche io sono stato uno dei suoi accusatori ma oggi posso affermare che è il miglior presidente che Sicilia abbia avuto. Ho constatato che i 5 anni di reclusione hanno contribuito a rendere Cuffaro una persona più riflessiva e più saggia di quanto non lo fosse già e, anche se non può più prendere parte attivamente alla vita politica, i suoi consigli sono sempre utili.

Abbiamo chiesto al consigliere comunale di Forza Italia, Giulio Tantillo, cosa ne pensasse dell’avvicinamento di Cuffaro al suo partito: “Forza Italia è sempre stato un partito di centro così come Cuffaro è sempre stato un uomo di centro. Dal punto di vista politico, l’avvicinamento tra il nostro partito e Cuffaro potrebbe essere l’inizio di un percorso comune per presentarsi come nuova forza moderata di centro destra sia al comune che alla regione”. Tantillo, poi parla del tema dell’incontro-dibattito: “La situazione delle carceri è drammatica e quasi ai limiti della dignità umana. Indubbiamente la presenza di Cuffaro al dibattito in veste di persona che ha vissuto la detenzione potrà dare un valido e proficuo apporto alla conoscenza delle condizioni di vita dei detenuti”.

Totò Cuffaro
Totò Cuffaro

Credo che la gente sia venuta per sentire raccontare, da chi ha vissuto sulla propria pelle, qual è la vita di un uomo in carcere – ha detto Totò Cuffaro. Di questo argomento si conosce poco perchè c’è una scarsa informazione sia sulle carceri che sulla vita dei detenuti. Vincenzo Figuccia in questi mesi si è sobbarcato la fatica di volere capire la situazione delle carceri prima di volerne parlare. Questo, merita la mia stima e ringraziamento in quanto ha deciso di occuparsi dell’argomento carceri che politicamente non serve alla politica stessa e che da consenso.”.

Abbiamo chiesto a Totò Cuffaro, visto che ha vissuto per tanti anni nel

Totò Cuffaro
Totò Cuffaro

mondo politico e anche l’esperienza del carcere, se darà un contributo alla ricerca di soluzioni per il miglioramento delle condizioni di vita all’interno degli istituti penitenziari: “Se si chiede all’opinione pubblica cosa ne pensa dei detenuti, nella migliore delle ipotesi si ottiene una risposta di indifferenza, nella maggior parte dei casi viene detto di buttare le chiavi e lasciarli marcire in carcere. E’ evidente che sino a quando il pregiudizio dell’opinione pubblica nei confronti di un mondo disperato, e io lo posso affermare perchè l’ho vissuto, che vive nella miseria, nell’angoscia, nella paura e nella preoccupazione avrà questa concezione del detenuto non si risolverà il problema delle carceri. Sono grato a chi ha organizzato questo incontro per sensibilizzare l’opinione pubblica. Nelle carceri anche se non c’è la parte migliore della società è pur vero che ci sono persone che meritano rispetto e che soprattutto meritano, anche se private della libertà, di vivere in condizioni umane. Se dalla società si leverà un grido di aiuto verso gli esseri umani detenuti, la politica sarà costretta a occuparsene.”

universo carceri DSC_3501Poi Cuffaro cita un paradosso: “Un paese che fa rispettare la norma comunitaria all’allevatore di maiali, obbligandolo a destinare sette metri quadri per ogni maiale, pena il ritiro la licenza, e invece tiene 5 persone in una cella di sedici metri quadrati ovvero in meno di un metro e mezzo ciascuno, non credo che possa definirsi, almeno in questa materia, un paese che rispetta i diritti dell’uomo. Mi auguro che ci siano politici che possano cambiare il loro pregiudizio sul mondo delle carceri senza finirci dentro. A me l’ha fatto cambiare il carcere ed è per questo che oggi racconto la mia esperienza.”

Cuffaro ha voluto risponde a Micciche che lo individuato come il miglior presidente della regione che la Sicilia abbia avuto: “Ringrazio Gianfranco e tutti coloro che lo pensano ma credo che più che un mio merito, questo sia un demerito di chi mi ha succeduto”.

E conclude: “Nelle ultime elezioni, il 51% degli elettori che non è andato a votare credo che non abbia espresso il proprio voto perchè tra i candidati non c’era nessuno a cui potessero affidare le aspettative politiche. Questo 51% farà la differenza nelle prossime elezioni. E’ necessario trovare una candidatura equilibra e moderata che raccolga il consenso di coloro che hanno votato ma che soprattutto stimoli coloro che hanno scelto di non votare. Se non ci riusciremo, vincerà solo chi in questo momento raccoglie il dissenso”.

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