La lingua siciliana, inserita dall’UNESCO nel proprio Atlas tra le “lingue vulnerabili”, continua ad essere al centro di un fermento culturale che non ha precedenti nella storia recente. L’evento che ha coinvolto circa 150 siciliani e che si è tenuto a Bruxelles il 6-7 dicembre scorso, denominato “The Sicilian Language”, organizzato dall’eurodeputato siciliano Ignazio Corrao, ha costituito occasione d’incontro e conoscenza anche per diverse realtà associative siciliane che hanno poi deciso di dialogare e collaborare in modo strutturato. Come si legge nel loro comunicato “le associazioni presenti a Bruxelles ed altre che si sono aggiunte hanno sentito il desiderio di dare vita a un movimento culturale comune per promuovere, sostenere e divulgare la lingua siciliana”.
A tale scopo, dopo essersi più volte incontrati, i rappresentanti delle singole associazioni hanno deciso di costituire tra esse una organizzazione di tipo confederativo a cui hanno dato nome di A.U.C.LI.S., acronimo di Associazioni Unite per la Cultura e la Lingua Siciliana.
Tra le linee d’azione dell’Auclis, secondo quanto fanno sapere i loro esponenti, oltre alla promozione della lingua e della cultura siciliana nella regione, l’attenzione alle numerose comunità di parlanti di siciliano all’estero; l’organizzazione fa sapere di avere già instaurato dei canali di dialogo e collaborazione con associazioni di siciliani negli USA e in Argentina.
L’Auclis, inoltre, auspica “un crescente interesse dei siciliani a recuperare la propria memoria storica e volere una tutela concreta del loro immenso patrimonio culturale e linguistico che può e deve rappresentare un volano anche per lo sviluppo sociale, turistico, culturale ed economico”.
Lingua Siciliana: appello delle associazioni alla classe politica
Diciotto associazioni presenti in tutto il territorio siciliano, confederatesi sotto la sigla AUCLIS (Associazioni Unite per la Cultura e la Lingua Siciliana), rendono pubblica una loro lettera indirizzata a tutti i deputati regionali, volta a richiamarne l’attenzione sulla tematica della tutela e promozione della lingua siciliana.
Il documento premette che “la lingua siciliana sta subendo una continua erosione a causa di due fattori: la persistenza di alcuni pregiudizi radicati e l’assenza di politiche concrete per la sua tutela e promozione. Tra i pregiudizi più dannosi: il considerare il siciliano un dialetto dell`italiano, una corruzione linguistica dell`italiano, quasi un linguaggio ‘di serie B’ rispetto ad esso; associarlo ad ambienti di emarginazione e a situazioni delinquenziali; ritenerlo non adatto alle esigenze dei tempi moderni, e cosi via sminuendo”.
“Tutti questi fattori – si legge nella lettera-appello – hanno portato a una situazione in cui la lingua siciliana rischia progressivamente di scomparire, il che sarebbe una perdita inestimabile e catastrofica per la nostra comunità. Non è un caso che l`UNESCO, nel suo Atlante sulle lingue in pericolo (Atlante che, precisiamo, si incentra soltanto sulle lingue e non sui dialetti), ha catalogato il Siciliano tra le lingue vulnerabili”.
Alla luce di tutto questo, l’AUCLIS ritiene di fondamentale importanza che i politici siciliani prendano posizione e adottino delle misure concrete per tutelare e promuovere la lingua siciliana, al fine di valorizzare la cultura dell’Isola. Tra le misure proposte da AUCLIS quella di attuare la legge n° 9 del 2011 relativa all’insegnamento del patrimonio culturale e linguistico siciliano nelle scuole, facendo attenzione a che “non si concentri su approfondimenti di tipo filologico (usato anche sulle “lingue morte”) e non sia contaminato dai residui di un approccio ideologico -forse motivato mezzo secolo fa ma obsoleto ai giorni nostri- secondo il quale dare consapevolezza storica e linguistica ai siciliani equivarrebbe a risvegliare in essi idee e pulsioni autonomiste anti-italiane” ma si cerchi, piuttosto, di “consolidare nei giovani scolari un uso corretto ed effettivo del siciliano come ‘lingua viva’ e adatta (o comunque adattabile) alle esigenze della vita contemporanea”.
Un’altra misura che AUCLIS suggerisce alla classe politica riguarda l’incentivazione dell’uso “della lingua siciliana nei media, compresi radio, televisione e stampa (ovviamente con modalità limitate non essendo certamente in discussione l’uso ufficiale della lingua italiana)”. Inoltre, “sostenere e promuovere la produzione e la diffusione di contenuti culturali in lingua siciliana, come film, spettacoli teatrali, musica e libri” e “la creazione di riconoscimenti, eventualmente sotto forma di premi o borse di studio, per gli studenti delle scuole e per altre categorie (come ad es. i giovani giornalisti) che si sono distinti in attività inerenti alla lingua e alla cultura siciliana”.
Le altre misure proposte si possono leggere in calce alla lettera, il cui testo integrale è disponibile sul sito dell’AUCLIS (www.auclis.it).
La confederazione di associazioni unite per la cultura e la lingua siciliana presenterà le sue proposte all’ARS
La confederazione delle Associazioni Unite per la Cultura e la Lingua Siciliana (AUCLIS), in merito a quanto esposto ieri nella conferenza stampa dall’assessore Girolamo Turano e dall’eurodeputato Ignazio Corrao, fa sapere che considera positiva la scelta di coinvolgere gli artisti nei progetti scolastici sulla lingua siciliana.
L’AUCLIS fa sapere che presenterà le sue proposte strategiche in occasione della Giornata Internazionale della Lingua Madre, mercoledì 21 febbraio 2024 alle ore 16, a Palermo, presso la Sala Mattarella del Palazzo Reale. Il convegno, dal titolo “Come valorizzare la lingua siciliana? 10 proposte operative”, è rivolto tanto ai politici siciliani – già stimolati su queste tematiche dall’AUCLIS nei giorni scorsi con una lettera aperta – quanto alla cittadinanza.
Tra gli interventi previsti anche quelli di alcuni linguisti esperti in lingue regionali e minoritarie, in pianificazione linguistica e nell’insegnamento della lingua siciliana che – precisa AUCLIS – “non terranno relazioni accademiche ma formuleranno proposte operative”.
Si tratta, in particolare, di Marco Tamburelli, professore di bilinguismo all’Università di Bangor, in Galles, e direttore dell’International Research Network on Contested Languages; Michal Belina, professore di linguistica all’Università di Varsavia ed esperto di lingue regionali della penisola iberica; Marco Trizzino, professore di lingua e storiografia greca presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma e autore di una tesi di laurea sulla pianificazione linguistica applicata al siciliano; Alfonso Campisi, titolare della cattedra di lingua e cultura siciliana “Vincenzo Consolo” all’Università La Manouba di Tunisi; Gaetano Cipolla, emerito professore di Italiano e Presidente del Dipartimento di Lingue Straniere Moderne alla St. John’s University di New York.