Da qualche giorno, nelle librerie di tutta Italia, è disponibile Una vita tranquilla – Latitanza e cattura, verità e misteri, scritto a quattro mani dai giornalisti Giacomo Di Girolamo e Nello Trocchia, pubblicato da Zolfo Editore.
Il libro è una ricostruzione fedele dei fatti che hanno visto protagonista l’ultimo stragista mafioso ricercato da trent’anni, Matteo Messina Denaro, a partire dal suo arresto.
Ripercorrendo a ritroso questi lunghi anni di latitanza quello che viene fuori è “una vita tranquilla”, almeno nell’apparenza, trascorsa negli ultimi anni a Campobello di Mazara, un paese vicino al luogo di nascita, Castelvetrano.
Dalla scoperta delle condizioni di salute, frutto di un appostamento per piazzare l’ennesima microspia, alla ricostruzione della falsa identità, passando per l’atto finale – l’arresto – il libro ricompone un mosaico con le tessere al momento presenti e, al contempo, pone domande e cerca risposte.
Perché troppi dubbi e anomalie saltano all’occhio in questa storia dove la morte del boss non rappresenta di certo l’ultimo capitolo.
«Dal 16 gennaio 2023, giorno in cui, dopo trenta anni di latitanza, è stato catturato Matteo Messina Denaro, abbiamo vissuto in una specie di frullatore», dichiarano Giacomo Di Girolamo e Nello Trocchia.
«Sono stati mesi intensi, in cui è accaduto di tutto. Il boss è morto a settembre e adesso che l’attenzione è un pò scemata era per noi il momento giusto per fare un bel respiro profondo, guardarci indietro e cercare di ricostruire tutto quello che è accaduto.
È quello che abbiamo fatto in questo nostro libro nel quale, mettendo insieme i pezzi, il primo fatto che balza all’occhio è che in tanti cercavano da anni Matteo Messina Denaro dappertutto. E lui invece faceva una vita placida, da pensionato, nel suo territorio, aiutato da una serie di persone che potremmo definire “al di sotto di ogni sospetto”, a cominciare dalla famiglia Bonafede, da sempre al servizio dei Messina Denaro. Come è stato possibile tutto questo? Come mai il boss è stato preso solo quando era così malato, con pochi mesi di vita? La scena del suo arresto, frutto del lavoro intenso di tanti investigatori, vista al rallentatore, mesi dopo, non è forse un po’ troppo “pulita”? A queste ed altre domande rispondiamo in questo libro, che nasce non per adulare o incensare, ma, come il giornalismo deve fare, per raccogliere fatti, raccontare, dubitare».
Giacomo Di Girolamo, giornalista e scrittore, è direttore del portale Tp24.it e di radio Rmc 101 e collabora con il quotidiano Domani e Linkiesta.
Per i suoi reportage su criminalità organizzata e corruzione ha vinto nel 2014 il “Premiolino”, uno fra i più antichi e importanti premi giornalistici italiani, e nel 2022 il Premio Paolo Borsellino.
È autore di vari libri tra i quali: Matteo va alla guerra (Zolfo Editore, 2022), Gomito di Sicilia (Laterza, 2019) e L’invisibile. Matteo Messina Denaro (il Saggiatore, 2010, 2017), Contro l’antimafia (il Saggiatore, 2016), Dormono sulla collina (il Saggiatore, 2014), Cosa Grigia (il Saggiatore, 2012, finalista al “Premio Piersanti Mattarella”). Ha realizzato con Matteo Caccia il podcast per Audible Matteo va alla guerra, finalista agli Italian Podcast Awards e vincitore della categoria Miglior Sound Design.
Nello Trocchia è inviato del quotidiano Domani. Ha firmato lo scoop sul pestaggio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere pubblicando i video delle violenze. Ha scritto per il Fatto Quotidiano e L’Espresso. Ha lavorato in tv realizzando reportage sulle mafie. Tra i suoi ultimi libri: Casamonica (Utet, 2019), dal quale ha tratto un documentario per Nove, e Pestaggio di Stato (Laterza, 2022). Ha ricevuto il Premio Giancarlo Siani e quello dedicato a Paolo Borsellino.
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È possibile acquistare il libro anche negli store online Amazon tinyurl.com/6bfha9p2, Ibs tinyurl.com/3tzmvdvd, e Zolfo Editore tinyurl.com/w2np2yfm.