Debutta martedì 11 marzo, alle ore 21.00, al Teatro Biondo Stabile di Palermo, Una pura formalità di Glauco Mauri, versione teatrale dell’omonimo film di Giuseppe Tornatore. Oltre a dirigerlo, Mauri interpreta lo spettacolo insieme a Roberto Sturno, Giuseppe Nitti, Amedeo D’Amico, Paolo Benvenuto Vezzoso, Marco Fiore. Le scene sono di Giuliano Spinelli, i costumi di Irene Monti e le musiche di Germano Mazzocchetti.
Prodotto dalla Compagnia Mauri-Sturno, lo spettacolo, che replicherà al Biondo fino a domenica 16 marzo, ricalca la storia del film di Tornatore: un delitto è stato commesso e ne viene accusato un celebre scrittore, Onoff. Nella lunga notte in cui si snoda l’interrogatorio, Onoff cerca ansiosamente di ricordare, facendo i conti con se stesso, con la propria coscienza e la propria esistenza.
Quando Una pura formalità di Tornatore uscì nel 1994 fu accolto, per la sua inquietante novità, con una certa difficoltà da parte della critica. Oggi è considerato uno dei suoi film più belli in assoluto (lo stesso autore ne è convinto), un “piccolo capolavoro” interpretato magistralmente da Gérard Depardieu, Roman Polanski e un giovanissimo Sergio Rubini. Oggi Glauco Mauri e Roberto Sturno, sfruttando la grande teatralità dell’opera, portano in scena questa nuova versione.
«L’intensità del racconto, il suo ritmo, illuminato da emozionanti colpi di scena, una razionale e al tempo stesso commossa visione della vita – spiega Mauri – mi hanno spinto, in pieno accordo con Tornatore, ad una libera versione teatrale. Già il film ha una sua struttura sospesa fra cinema e teatro e questo mi ha molto aiutato nel lavoro. La storia fa nascere numerosi interrogativi ed è pervasa di “misteriosi perché”. Il cinema ha le sue ricchezze espressive, il teatro ne ha altre che sono sue proprie. E su un palcoscenico, nel nostro caso, la parola assume un valore non solo di racconto ma anche di invito alla fantasia e alle domande. Domande necessarie all’uomo per aiutarlo a cercare di comprendere quel viaggio a volte stupendo e a volte terribile ma sempre affascinante che è la vita. Anche a questo serve il teatro!».
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