Palermo 18.03.2016 – Quando arrivano le macchine cariche di cibo e indumenti, li vedi sbucare come ombre dai loro rifugi di fortuna. Sono i tanti senzatetto, ma anche intere famiglie, che non riescono ad arrivare a fine mese, ma che riescono a sopravvivere, a superare l’ennesima notte, grazie alla solidarietà e al buon cuore di associazioni di volontari.
Per potere testimoniare in presa diretta la loro importante azione, il GCPRESS ha deciso di passare con l’associazione Cristo nei Poveri un’intera serata in giro per la città.
L’appuntamento è alle 20 a Mondello dove troviamo Enzo e Giuseppe con la loro auto privata già carica di cibo e indumenti. Si parte per fare il giro di panifici, bar e pasticcerie che hanno dato la loro disponibilità per aiutare chi ha bisogno. Pane, rosticceria, biscotti, cornetti e dolci che avrebbero preso la via della spazzatura, pur essendo ancora buoni da mangiare, vengono caricate dai volontari sulle auto.
Abbiamo contato sei tappe in altrettanti esercizi commerciali che destinano parte dell’invenduto ai bisognosi. Quando l’auto è ormai piena ci dirigiamo verso il primo appuntamento con i senza tetto. Alla stazione Notabartolo ne incontriamo una decina. I più intraprendenti escono dai loro rifugi di fortuna e mangiano il loro piatto di pasta caldo. Tra questi c’è Antonella che ringrazia i volontari delle associazione perché senza di loro non potrebbe vivere dopo che ha perso tutto. Si avvicina anche Giuseppe, un uomo di mezza età, che espone brevemente il suo pensiero: “si spendono in Italia cifre colossali, magari per accorciare i tempi di percorrenza delle tratte ferroviarie e invece basterebbe molto meno per sistemare tutti i cittadini che si trovano in situazione di disagio. Il numero dei senza tetto nelle città è in percentuale bassa secondo me basterebbe davvero poco per aiutarli concretamente”.
La sosta alla stazione dura una ventina di minuti, il tempo di distribuire anche cornetti e dolci per domani mattina, ma anche il tempo per scambiare quattro chiacchiere condite da un abbraccio e da un sorriso solidale.
Nel frattempo si uniscono altre macchine cariche di cibo. Abbiamo il piacere di conoscere Alba, una volontaria che arriva, nel giorno del suo compleanno, con il marito e la figlia. Si uniscono anche nuovi volontari che hanno sentito parlare dell’associazione e che vogliono rendersi utili, tra questi Michele, maresciallo dell’esercito che presta servizio a Palermo.
Ripartiamo più numerosi con destinazione via Libertà dove ci attende un altro senzatetto che tutti chiamano affettuosamente professore. Consuma, con il sorriso sulle labbra, la sua razione di pasta nell’attesa di spostarsi per la notte nel suo rifugio di fortuna tra le siepi del viale.
Ci dirigiamo verso largo San Michele, qui ci attende una coppia di marito e moglie che vive sotto le arcate della chiesa.
Sotto i portici di piazzale Ungheria incontriamo il gruppo di bisognosi più numeroso. Ne contiamo una trentina almeno. Sono uomini e donne di varie nazionalità e di varie estrazioni sociali e culturali accomunati da un destino poco generoso. Attendono con garbo ed educazione il loro turno per un piatto di pasta caldo e qualche biscotto, un semplice gesto naturale che assicurerà loro la possibilità di superare ancora una notte nei rifugi di fortuna. Si diventa amici e solidali tra una pacca ed un sorriso, dimenticando per un momento tutte le storture di una società, che non riesce a dare una soluzione definitiva a queste persone.
A piazza Principe di Camporeale ci aspetta una coppia di clochard che dorme alla fermata del bus. Pochi metri dopo una sorpresa che non ci fa certo sorridere: una giovane madre con la piccola figlia in attesa di ricevere la loro razione di cibo e di latte, per poi sparire, nel nulla, tra i vicoli di una città spesso indifferente.
A porta Felice ancora una coppia di coniugi, avvolta in una massa enorme di coperte, che rifiuta il cibo perché già qualcuno aveva pensato a portare qualcosa da mettere sotto i denti. Poche centinai di metri più in là al Foro Italico ci attende un altro gruppo di persone disagiate. Qualcuno dorme in macchina, vediamo anche una roulotte adibita a dormitorio. Molti invece hanno avuto la fortuna di un alloggio popolare, ma non hanno un centesimo in tasca per assicurarsi la sopravvivenza.
Il giro questa sera è quasi terminato, mentre la notte porge la sua guancia, ad un nuovo giorno quando le lancette dell’orologio si avvicinano alla mezzanotte.
C’è ancora il tempo di riunirsi insieme ad altri volontari per festeggiare, con una torta, il compleanno di Alba, insieme ai clochard della vicina stazione centrale. Un gruppo di circa trenta persone che hanno passato la notte per regalare non solo cibo, ma anche la speranza di potercela fare. Infine una preghiera condivisa di solidarietà e via verso le proprie case, con la consapevolezza di avere fatto del bene a chi ne aveva bisogno, anche questa sera.