venerdì, 20 Dicembre 2024
spot_img
HomeculturaTutto pronto per l’Efebo d’Oro Film Festival: dall'11 al 19 novembre al...

Tutto pronto per l’Efebo d’Oro Film Festival: dall’11 al 19 novembre al Cine De Seta e al Rouge et Noir

Ecco i film vincitori della 45a edizione dell'Efebo d'Oro Film Festival: La Bête di Bertrand Bonello vince il Premio Efebo d'Oro per il miglior film tratto da un'opera letteraria. A Sieben Winter in Teheran/Seven Winters in Tehran di Steffi Niederzoll va l'Efebo Prospettive per opere prime o seconde

Il Festival, giunto alla sua 45edizione e in programma a Palermo dall’11 al 19 novembre 2023 presso il Cinema De Seta (Cantieri Culturali alla Zisa) e il Cinema Rouge et Noir, presenta 5 lungometraggi in gara per l’Efebo d’Oro – concorso internazionale per film tratti da opere letterarie, e 5 in gara per l’Efebo Prospettive – competizione rivolta alle opere prime o seconde (senza alcun vincolo di collegamento con fonti letterarie).

Impegno particolare di questa edizione è quello di garantire a tutti i film in concorso una seconda proiezione in replica, per consentire al pubblico una ulteriore opportunità di visione di opere cinematografiche particolarmente meritevoli e spesso penalizzate dalle logiche di mercato.

Ospite d’onore il cineasta tedesco WIM WENDERS, che giovedì 16 novembre (ore 20, Cinema Rouge et Noir) riceverà il “Premio alla Carriera – Banca Popolare Sant’Angelo” e sarà protagonista di un incontro con il pubblico, condotto dal direttore artistico Alessandro Rais, che culminerà nella proiezione in anteprima del suo ultimo film Perfect Days, girato a Tokyo e presentato all’ultimo Festival di Cannes. Nel corso del Festival saranno proiettati altri 4 suoi film (nelle copie restaurate dalla Wim Wenders Foundation), con un particolare accento sul dittico “giapponese”, composto da Tokyo-Ga (1985, dedicato al regista Yasujiro Ozu), e Appunti di viaggio su moda e città (1989, con la partecipazione dello stilista giapponese Yohji Yamamoto), a cui si aggiungono L’amico americano (1977), tratto dall’omonimo romanzo di Patricia Highsmith (Ripley’s Game) e Falso Movimento (1975), tratto dal Wilhelm Meister di Goethe.

Altra presenza di particolare rilievo quella del regista, filosofo, mediatore culturale e attivista sociale francese SYLVAIN GEORGE, i cui lavori coniugano una intensa ricerca formale all’impegno per i diritti civili, che sarà protagonista di una personale, e riceverà il “Premio Nuovi Linguaggi – Città di Palermo”. Mercoledì 15 novembre (ore 15, all’Accademia di Belle Arti di Palazzo Fernandez) Sylvain George terrà una masterclass, aperta al pubblico, in dialogo con il regista STEFANO SAVONA e con Éric Biagi (direttore dell’ Institut Français de Palerme et de Sicile).

Diversi poi gli appuntamenti collaterali che affiancheranno la programmazione dei film in sala, tra cui: – la presentazione del libro di LAURA DELLI COLLIMonica. Vita di una donna irripetibile (Rai Libri, 2022) – accompagnata dalla proiezione in versione restaurata di uno dei film più cari alla stessa Vitti, Teresa la ladra (1973) di Carlo Di Palma, tratto dal romanzo di Dacia Maraini; – l’assegnazione del “Premio Nicolò Lombardo – Miglior libro di cinema” a EMILIANO MORREALE (storico del cinema, critico e saggista) per il suo volume L’ultima innocenza (Sellerio, 2023), sabato 18, alle ore 18; – la masterclass, aperta al pubblico, con la regista EMMA DANTE e lo scrittore GIORGIO VASTA – cosceneggiatore dei tre film della regista: Via Castellana Bandiera (2013), Le sorelle Macaluso (2020) e Misericordia (2023) fissata per la mattina di domenica 19 al Cinema Rouge et Noir; – e ancora, sempre domenica 19 e sempre al Cinema Rouge et Noir, la proiezione di “Sicilia!”, un film firmato dallo scomodo, radicale e geniale regista alsaziano Jean-Marie Straub – a un anno esatto dalla sua scomparsa (sino ad oggi pesantemente dimenticata e ignorata) – tratto dal romanzo Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini, per ricordare l’imponente lavoro da lui svolto, anche in Italia e in Sicilia, a fianco della moglie Danièle Huillet.


OPENING & CLOSING NIGHT

sabato 11 novembre / Cinema De Seta (Cantieri Culturali alla Zisa)
Anticipata alle ore 18.30 dalla proiezione pomeridiana della copia restaurata di Falso movimento di Wim Wenders (1975, ispirato al romanzo di Goethe Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister), l’INAUGURAZIONE – in programma alle ore 20.30 – è affidata “provocatoriamente” ad un documentario: lo splendido Orlando, ma biographie politique di Paul B. Preciado (Francia 2023), che apre il Concorso Efebo d’Oro, la sezione competitiva del Festival per lungometraggi ispirati ad opere letterarie: un’opera originalissima – premiata quest’anno al Festival di Berlino – che, più che essere “tratta” o “liberamente ispirata a” Orlando di Virginia Woolf, instaura un dialogo colto, serrato, divertente e molto incisivo con l’autrice e la sua opera.

domenica 19 novembre / Cinema De Seta (Cantieri Culturali alla Zisa)
L’Efebo d’Oro Film Festival saluterà il suo pubblico domenica 19 novembre alle ore 21 con l’assegnazione dei premi ai film vincitori, e con la proiezione di Nuit obscure – Au revoir ici, n’importe où (2023) di Sylvain George – in anteprima nazionale in contemporanea con il FilmMakerFest (Milano). Dopo la premiazione, alle 22.30 il regista (e componente della Giuria) ALAIN PARRONI e il produttore esecutivo LUCA LUCCHESI presenteranno la proiezione fuori concorso di Una sterminata domenica, eccezionale opera prima italiana presentata quest’anno a Venezia, e coprodotta, fra gli altri, anche da Wim Wenders.

IL PROGRAMMA

Sabato 11 novembre
Prende il via sabato 11 novembre la 45esima edizione dell’Efebo d’Oro Film Festival, in programma a Palermo presso il Cinema Rouge et Noir e il Cinema De Seta (Cantieri Culturali alla Zisa) fino a domenica 19.
Il primo giorno di programmazione si apre alle ore 18.30 al Cinema De Seta con la proiezione della copia restaurata di Falso movimento/Falsche Bewegun(Germania Ovest 1975 – 103’), film ispirato al romanzo di Goethe Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister. Wilhelm Meister è un giovane aspirante scrittore, in viaggio dalla città natale Glückstadt. In fuga da una madre oppressiva e dal suo passato, Meister intraprende un viaggio attraverso la Germania raccogliendo intorno a sé un insolito gruppo di amici, per poi giungere, da solo, sullo Zugspitze. Mentre nella letteratura del XIX secolo, in particolare nel Bildungsroman tedesco, il topos del viaggio è sempre legato a cambiamenti ed esperienze significative e durature. Il viaggio è sinonimo di ricerca riuscita della propria identità. Ma il Wilhelm di Falso movimento deve arrivare alla dolorosa scoperta che il viaggio non è sufficiente a condurre alla meta desiderata. «All’origine di Falso movimento» – scrive Wenders – «c’è la voglia di scoprire la Germania, di fare un viaggio attraverso il mio paese, dal punto più a nord a quello più a sud, dalla riva del mare alla cima più alta». 
Segue – alle ore 20.30, sempre al De Seta – l’inaugurazione del Festival che è “provocatoriamente” affidata allo splendido documentario Orlando, ma biographie politique di Paul B. Preciado (Francia 2023 – 98′), che apre il Concorso Efebo d’Oro, la sezione competitiva del Festival per lungometraggi ispirati ad opere letterarie. Orlando di Virginia Woolf racconta la storia di un giovane che cresce e diventa una donna di trentasei anni. Quasi un secolo dopo la sua pubblicazione, Paul B. Preciado (per la prima volta dietro a una macchina da presa) si rivolge a Virginia Woolf per confessarle che il suo personaggio immaginario è diventato reale. La transizione di Orlando è ora alla radice di tutti i corpi non binari e di Orlando ce ne sono tanti, in tutto il mondo. Attraverso le voci autentiche di altri giovani corpi in metamorfosi, Preciado ripercorre le tappe della propria trasformazione personale attraverso un viaggio poetico in cui vita, scrittura, teoria e immagine si fondono liberamente nella ricerca della verità. Ogni Orlando è una persona transgender che rischia quotidianamente la vita trovandosi costretta a confrontarsi con le leggi, la storia e la psichiatria, nonché con le nozioni tradizionali di famiglia e il potere delle multinazionali farmaceutiche. Se le nozioni di “maschile” e “femminile” sono in definitiva finzioni politiche e sociali, Orlando, ma biographie politique mostra che il cambiamento non riguarda più solo il genere, ma anche la poesia, l’amore e il colore della pelle.

La serata si chiude alle ore 22.30 con Les éclats (Ma gueule, ma révolte, mon nom) di Sylvain George (Francia 2011 – 84’), cineasta raffinato e molto impegnato nel sociale, capace di coniugare una peculiare originalità stilistica con una eccezionale intensità espressiva, senza mai cedere al registro linguistico del reportage, a cui il Festival dedica la sezione Nuovi Linguaggi. I migranti di Calais in attesa di saltare su una nave con il sogno di raggiungere l’Inghilterra.“Les éclats” ovvero i frammenti di voci, risate e rabbia; stralci di vocaboli, immagini e memoria. Parole che sembrano contemporaneamente vicine e lontane, quelle di ieri troppo simili a quelle che verranno domani; parole dall’Africa, dal Medio Oriente e dall’Europa. E poi le incursioni della polizia, i cortei bellicosi e i tribunali in cui si consumano le ingiustizie… Calais: linea del fronte, uno “spazio d’eccezione”. Vincitore del premio Miglior Documentario Internazionale della 29° edizione del Torino Film Festival.

Il programma di domenica 12 novembre

La seconda giornata della 45esima edizione dell’Efebo d’Oro Film Festival si apre alle ore 11 presso il Cinema Rouge et Noir con la copia restaurata dalla Wim Wenders Foundation di L’amico americano/Der amerikanische Freund di Wim Wenders (Germania Ovest, Francia 1977 – 126’). Jonathan Zimmermann è convinto che presto morirà di leucemia. Lo viene a sapere l’americano senza scrupoli Tom Ripley che sfrutta la malattia di Zimmermann per i propri scopi. Presenta Jonathan al malavitoso Minot che si offre di reclutare il malato terminale come sicario professionista. Deve essere pagato adeguatamente per il suo lavoro e quindi essere messo in grado di lasciare qualcosa per sua moglie e il loro bambino. Del resto, cosa avrà mai da perdere visto che morirà comunque? Tra i due uomini molto diversi nasce un’amicizia che alla fine porta Ripley a intervenire quando Zimmermann si rivela incapace di commettere un altro omicidio. Il cast del film comprende non solo i registi Dennis Hopper e Gérard Blain: molti dei ruoli secondari dei gangster sono interpretati anche da altri registi, come le leggende di Hollywood Sam Fuller e Nicholas Ray, così come Peter Lilienthal, Daniel Schmid e Jean Eustache.
Contemporaneamente per i più piccoli il Cinema Rouge et Noir ospita l’Efebo Kids con le sue letture ad alta voce con proiezione e messa in scena finale attraverso la teatralizzazione della storia letta (a cura di Dudi Libreria per bambini e ragazzi).
La programmazione del Festival alle ore 17 si sposta al Cinema De Seta dove Laura Delli Colli è in dialogo con Laura Busetta e Alessandro Rais per presentare il suo Monica: Vita di una donna irripetibile (ed. Rai Libri, Roma 2022), a cui segue la proiezione in versione restaurata in 4K a cura di CSC – Cineteca Nazionale di Teresa la ladra di Carlo Di Palma (Italia 1973 – 125’), con Monica Vitti. Teresa Numa, nata ad Anzio in una famiglia numerosa, si trova costretta ad abbandonare la casa paterna e a cercare lavoro. Dopo aver cambiato dieci posti in sette anni, finisce per fare la sguattera a casa del capostazione, il cavalier Nardecchia, a Campo di Carne. Qui dà alla luce un figlio, ma riesce a sposare Sisto, padre del pargolo, solo diversi anni dopo. Poiché il marito, convinto fascista, muore nel corso dello sbarco degli Alleati in Sicilia, Teresa si trasferisce momentaneamente a Roma, dove incomincia a vivere di espedienti ed entra in un giro di ladruncoli. Finita in prigione nell’imminenza della Liberazione, quando ne esce tenta inutilmente la fortuna a Livorno, a Genova e a Milano. Tornata di nuovo a Roma, finisce prima in carcere e poi addirittura in manicomio e si lega prima a Tonino Santità, autista di un ministro, e poi al ladruncolo Ercoletto. Dimessa dal manicomio criminale, torna ad Anzio per riassaporare un po’ di illusoria felicità nei campi fioriti che la videro bambina.
Si prosegue alle ore 21 con l’anteprima nazionale di La bête dans la jungle di Patric Chiha (Francia, Belgio, Austria 2023 – 103’), film liberamente tratto dall’omonimo racconto di Henry James, sulla vertiginosa storia di un uomo e una donna che, per venticinque anni, dal 1979 al 2004, frequentano un locale notturno in attesa di un evento misterioso. Un “Diskospiel” ipnotico, una storia d’amore e il racconto di un’ossessione per un “evento” che, quando finalmente si realizza, assume una forma più tragica di quanto ci si potesse aspettare. Un’avvincente esplorazione della storia sociale degli ultimi quarant’anni che àncora il suo sguardo a quello di una “sottocultura”: una narrazione struggente che si snoda attraverso le epoche, dagli anni della disco all’ascesa dell’acid house, fino al dilagare della techno. Un racconto di finzione che intreccia astrattamente questi cambiamenti culturali a momenti salienti della storia più recente, come la pandemia di AIDS, la caduta del Muro di Berlino e il crollo del World Trade Center. Il film sarà poi in replica sempre al De Seta giovedì 16, alle ore 22.30).
La serata si chiude alle ore 22.30 con Bye Bye Tibériade/Bye Bye Tiberias (Francia, Palestina, Belgio, Qatar 2023 – 82’), opera prima della regista Lina Soualem che ritrae quattro generazioni di donne palestinesi audaci che mantengono viva la loro storia e la loro eredità grazie alla forza dei legami, nonostante l’esilio, l’espropriazione e il dolore attraverso l’accostamento di immagini di oggi a filmati di famiglia degli anni Novanta e archivi storici. A vent’anni Hiam Abbass lascia il suo villaggio natale in Palestina per inseguire il sogno di diventare attrice in Europa, lasciandosi alle spalle la madre, la nonna e sette sorelle. Trent’anni dopo, la figlia e regista Lina torna con lei al villaggio natio e si interroga per la prima volta sulle scelte coraggiose della madre, sul suo esilio e sul modo in cui le donne della famiglia hanno influenzato la loro vita. Attraverso un gesto filmico intimo e aggraziato, Soualem combatte l’oblio e rivendica il patrimonio personale, storico e visivo da lei ereditato. Rielaborando la storia familiare diventa così possibile cogliere e conservare le immagini di un mondo che sta rapidamente scomparendo; immagini che sono la prova di un’esistenza negata. 

Il programma di lunedì 13 novembre

La terza giornata della 45esima edizione dell’Efebo d’Oro Film Festival si apre alle ore 16.30 presso il Cinema De Seta (Cantieri Culturali alla Zisa) con la proiezione di Qu’ils reposent en révolte (Des figures de guerres) di Sylvain George (Francia 2010 – 153’). Calais è terra di frontiera, spazio aperto che guarda al mare; per i migranti che aspettano di raggiungere le coste inglesi, la cittadina diventa un limbo in cui l’attesa può essere infinita. Alla ricerca di gesti di normalità che rendano più accettabile questa permanenza forzata, gli uomini si lavano sulla spiaggia, si conoscono, mentre aleggia minacciosa la possibilità di ritrovarsi vittime di retate e arresti condotti da una polizia sempre presente. Intanto il mare continua a lambire la terra con imperturbabile ripetitività. «Questo film mostra, nell’arco dei tre anni di riprese iniziate nel luglio 2007, le condizioni di vita dei migranti in attesa a Calais. In questo modo svela come gli agenti dei moderni stati di polizia si spingano ben oltre i confini della legge, dando vita a zone grigie, crepe, territori al confine tra regola ed eccezione. Gli individui si vedono così trattati come criminali; sono spogliati, privati di quei diritti fondamentali che li rendono soggetti di fronte alla legge e ridotti così allo stato di “puro corpo” o “nuda vita”».
Segue alle ore 19 l’opera prima di Steffi Niederzoll Sieben Winter in Teheran/Seven Winters in Tehran (Francia, Germania 2023 – 97’), efficace e tagliente documentario che ripercorre il processo, la detenzione e il destino di Reyhaneh Jabbari, simbolo della resistenza in Iran. Teheran, 7 luglio 2007: la disegnatrice d’interni Reyhaneh Jabbari, 19 anni, ha un incontro di lavoro con un nuovo cliente. Per lei è un giorno di lavoro come tanti, ma la sua vita cambierà per sempre quando lui tenta di violentarla. Lei lo accoltella per autodifesa e fugge dall’appartamento. Viene così arrestata e presto accusata di omicidio. Nonostante le numerose prove che indicano la legittima difesa, Reyhaneh non ha alcuna possibilità in tribunale, poiché il suo aggressore era un uomo potente e ben spalleggiato che, anche dopo la sua morte, è protetto dalla società patriarcale. Reyhaneh è così condannata a morte. Il film sarà poi in replica sempre al De Seta venerdì 17, alle ore 16.30.
La giornata si chiude alle ore 21 con la proiezione di La bête di Bertrand Bonello (Francia, Canada 2023 – 145’). In un futuro prossimo in cui regna suprema l’intelligenza artificiale, le emozioni umane sono ormai considerate una minaccia. Per liberarsene, Gabrielle deve purificare il suo DNA: si immerge quindi nelle sue vite precedenti, dove incontra di nuovo Louis, suo grande amore. Ma la donna è vinta dalla paura – la paura, forse più grande, di cedere all’amore – e un presagio sembra annunciare che la catastrofe è ormai vicina. Un viaggio mentale, fisico, sentimentale e sensoriale in molteplici universi e momenti storici (1914, 2014 e 2044), ognuno di essi caratterizzato da una catastrofe generale connessa a un’altra di carattere personale. Con La bête, Bonello si avvicina al melodramma e all’amore, senza tuttavia rinunciare alle incursioni a lui ben congeniali nel cinema di genere, creando così il ritratto singolarissimo di una donna che, sconfinando, quasi diventa una sorta di documentario su una delle più grandi attrici della contemporaneità: una straordinaria Léa Seydoux. Una narrazione che avvicina l’intimo allo spettacolare, il classicismo alla modernità, il noto all’ignoto, il visibile all’invisibile. Il film sarà poi in replica venerdì 17, alle ore 22.30 presso il Cinema Rouge et Noir.

Il programma di martedì 14 novembre

La quarta giornata della 45esima edizione dell’Efebo d’Oro Film Festival si apre alle ore 16.30 al Cinema De Seta con la proiezione di Appunti di viaggio su moda e città/Aufzeichnungen zu Kleidern und Städten (Germania Ovest, Francia 1989 – 81’), che viene presentato in versione restaurata dalla Wim Wenders Foundation. Questo “film diario”, come lo definisce Wenders, indaga sulle somiglianze tra il suo mestiere, il cinema, e quello del fashion designer Yohji Yamamoto. Nei primi anni ’80, Yamamoto sconvolse e rivoluzionò il mondo della moda. Wenders girò il film in gran parte da solo. Durante le riprese, che si svolsero nel corso di un anno, Yamamoto e Wenders divennero amici. Recita la voce narrante di Wenders: «Moda. Non c’entra niente con me e con il mio mondo. Almeno, questa è stata la mia reazione quando il Centre Georges Pompidou di Parigi mi chiese se avrei voluto realizzare un breve film su un fashion designer. Il mondo della moda… Sono interessato al mondo, non alla moda. Ma forse il mio giudizio è stato prematuro. Perché non dovrei cercare di affrontare l’argomento senza pregiudizi? Perché non guardare alla moda come a qualsiasi altra industria, ad esempio l’industria cinematografica?».
Alle ore 18.30 è in programma la consegna del Premio “Efebo d’Oro Nuovi Linguaggi – Città di Palermo” a Sylvain George, di cui poi si proietta Paris est une fête – Un film en 18 vagues (Francia 2017 – 95’). Girato quasi esclusivamente di notte, a Parigi e nella vicina banlieue (con una parentesi a New York), tra il 2015 e il 2016, Paris est une fête richiama il titolo del testo omonimo di Ernest Hemingway. Un film in “diciotto onde”, quelle che si frangono, impetuose, contro il paesaggio urbano della capitale francese. Parigi come una gigantesca camera di risonanza della paura e del disgusto sociale, una metropoli immersa in un clima di paura e di migrazione globale, in cui gli immigrati che sfuggono agli orrori della guerra sono visti come batteri indesiderati nell’apparato circolatorio mondiale già collassato. Voci disperate rivendicano la fraternità, la libertà e l’uguaglianza, manifesto politico della Francia fin dai tempi della rivoluzione. George utilizza con precisione la macchina da presa come un’arma di manifestazione del dissenso sociale, uno strumento di protesta grezzo ma necessario, le cui immagini in bianco e nero contrastato trasudano un’urgenza non mediata.
Alle ore 20.30 è la volta dell’anteprima nazionale di Chien de la casse/Junkyard Dog (Francia 2023 – 93’), opera prima del regista Jean-Baptiste Durand intrisa di poesia di strada che mostra una realtà di provincia in maniera rigorosa, aspra e spietata ma, al contempo, delicata e calorosa; un percorso di liberazione dalle catene di una virilità che impedisce agli uomini di mostrarsi nella loro vulnerabilità. Dog e Mirales sono amici d’infanzia. Vivono in un piccolo villaggio nel sud della Francia e trascorrono gran parte delle loro giornate a zonzo. Come spesso capita crescendo i due si allontanano e il loro rapporto si incrina quando Mirales comincia a prendere giro Dog. L’arrivo in paese della giovane Elsa porterà ancora più scompiglio e Mirales, pieno di gelosia per le attenzioni che Dog riserva alla ragazza, dovrà lasciarsi alle spalle il passato per diventare adulto e trovare il suo posto nel mondo. Il film sarà poi in replica giovedì 16, alle ore 18.30 presso il Cinema De Seta.
Chiude la giornata alle ore 22.30 Un amor di Isabel Coixet (Spagna 2023 – 140’), film tratto dall’omonimo romanzo di Sara Mesa, pubblicato in Italia da La Nuova Frontiera nel 2021. Nat fa l’interprete e ogni giorno si trova a tradurre le storie tragiche e terribili delle donne immigrate. Stressata e in uno stato di vulnerabilità emotiva, molla tutto e va ad abitare a La Escapa, un paesino della Spagna rurale. La casa è malconcia e fa, letteralmente, acqua da tutte le parti. Il padrone di casa è aggressivo, il vicinato sospettoso, i maschi, in generale, corteggiatori e predatori. Come Andreas, il vicino grande e grosso che si offre di ripararle il tetto. In cambio di qualcosa. Nat, in compagnia di una cagna semi-randagia, resiste all’ambiente ostile ed entra nel gioco di una passione ossessiva. Il film sarà poi in replica venerdì 17, alle ore 22.45 presso il Cinema De Seta.

Il programma di mercoledì 15 novembre

Giro di boa per la 45esima edizione dell’Efebo d’Oro Film Festival si apre alle ore 15 presso l’ Accademia di Belle Arti – Palazzo Fernandez (Via Papireto, 20) con la masterclass del regista Sylvain George.
Per gli appuntamenti in sala alle ore 17 presso il Cinema De Seta si proietta The Vanishing Soldier di Dani Rosenberg (Israele 2023 – 98’). Shlomi, un soldato di diciotto anni, fugge dal campo di battaglia di Gaza e torna dalla sua ragazza Shiri. Quando Shlomi scopre che l’élite militare è convinta che sia stato rapito nel caos frastornante della guerra, decide di non nascondersi più dai soldati che credeva lo stessero inseguendo, ma rifugge invece dalla sua stessa identità, diventata ormai una trappola sempre più asfissiante. Nonostante i genitori gli chiedano di tornare alla sua unità militare prima che la situazione degeneri, Shlomi compie una scelta disperata, decidendo di inseguire il suo sogno d’amore. Un irrefrenabile cronaca dello scontro fra amore e legge, speculare a «quello fra il correre a perdifiato e la paralisi». L’uno spinge Shlomi a fuggire dalla guerra di Gaza verso Tel Aviv, tra le braccia dell’amata, l’altra minaccia la sua esistenza e il mondo che lo circonda. Il film sarà poi in replica sabato 18, alle ore 16.45 presso il Cinema De Seta.
La giornata si chiude alle ore 19 con il documentario Nuit obscure (prima parte) – Feuillets sauvages/Les brûlantes, les obstinés di Sylvain George (Francia, Svizzera 2022 – 265’), in cui il regista segue le sorti di molti giovani provenienti dal Maghreb, chiamati Harragas, ossia “coloro che bruciano” (i loro documenti, per evitare il rimpatrio) e racconta una storia fatta di attese infinite e di abbandono in un non-luogo liminale dal quale sembra impossibile sfuggire. L’enclave di Melilla costituisce in un certo senso un’anomalia: una città autonoma spagnola che sorge su quello che in realtà è territorio marocchino. Come nel caso della vicina Ceuta, molti migranti provenienti dall’Africa settentrionale o sub-sahariana si riuniscono a Melilla che sperano in un avvenire migliore. Da lì il profilo dell’Europa si staglia loro dinanzi, visibilissimo, tanto da sembrare a portata di mano, o perlomeno lo è il gigantesco traghetto Trasmediterranea. A Melilla sognano di attraversare il confine e raggiungere finalmente l’Europa. 

Il programma di giovedì 16 novembre

La sesta giornata 45esima edizione dell’Efebo d’Oro Film Festival si apre alle ore 16.30 presso il Cinema De Seta con la proiezione in versione restaurata dalla Wim Wenders Foundation di Tokyo-Ga (Germania Ovest, Stati Uniti 1985 – 92’) di Wim Wenders. Confessa la voce narrante di Wenders: «Se nel nostro secolo ci fossero ancora cose sacre… Se esistesse qualcosa come il sacro tesoro del cinema, per me questa sarebbe l’opera di Yasujirō Ozu. Ha realizzato 54 film. Muti negli anni ’20. In bianco e nero negli anni ’30 e ’40. A colori fino alla sua morte avvenuta il 12 dicembre 1963, giorno del suo sessantesimo compleanno. Sebbene questi film siano distintamente giapponesi, sono anche universali. In essi ho riconosciuto tutte le famiglie, di tutti i paesi del mondo, così come i miei stessi genitori, mio fratello e me stesso. Mai prima d’ora e mai più il cinema è stato così vicino alla sua essenza e al suo scopo. Mostrare un’immagine dell’essere umano nel nostro secolo. Un’immagine utile, vera e valida, in cui egli non può solo vedersi, ma piuttosto imparare qualcosa su sé stesso. L’opera di Ozu non ha bisogno del mio apprezzamento. E questo “sacro tesoro del cinema” è solo immaginario. Quindi il mio viaggio a Tokyo non è stato un pellegrinaggio. Ero curioso di vedere se riuscivo a scoprire qualcosa di questo periodo, se fosse rimasto qualcosa del suo lavoro, forse delle immagini o persino delle persone… Oppure se in questi vent’anni dalla morte di Ozu Tokyo fosse cambiata così tanto che non ci sarebbe stato più nulla da trovare».
Si prosegue alle ore 18.30 con la replica di Chien de la casse/Junkyard Dog di Jean-Baptiste Durand (Francia 2023 – 93’) e alle ore 22.30 con quella di La bête dans la jungle di Patric Chiha (Francia, Belgio, Austria 2023 – 103’).
Alle ore 20 presso il Cinema Rouge et Noir Wim Wenders riceverà il Premio alla Carriera – Banca Popolare Sant’Angelo e sarà protagonista di un incontro con il pubblico, condotto dal direttore artistico Alessandro Rais, che culminerà nella proiezione in anteprima del suo ultimo film Perfect Days (Giappone, Germania 2023 – 123’). Presentato in anteprima al festival di Cannes 2023, Perfect Days si è aggiudicato il Premio per la migliore interpretazione maschile (Kōji Yakusho) e il Premio della giuria ecumenica.
Hirayama sembra assolutamente soddisfatto della sua vita tranquilla come addetto alle pulizie dei bagni pubblici di Tokyo. Dedica tutto il suo tempo libero alla sua passione per la musica e per i libri. Ama gli alberi e li fotografa. Una serie di incontri inaspettati rivela gradualmente qualcosa in più del suo passato. Una riflessione profondamente commovente e poetica sulla ricerca della bellezza nel mondo quotidiano che ci circonda. Come scrive David Rooney: «Quasi quattro decenni dopo aver ripercorso le orme di Ozu nel documentario Tokyo-Ga, Wenders torna nella capitale giapponese per realizzare il suo miglior lungometraggio narrativo degli ultimi anni. Arricchito da un vivido senso del luogo, il film prende spunto dalla parola giapponese komorebi, che descrive lo scintillante gioco di luci e ombre tra le foglie di un albero, l’unicità di ogni movimento baluginante». 

Il programma di venerdì 17 novembre

La settima giornata 45esima edizione dell’Efebo d’Oro Film Festival si apre alle ore 16.30 presso il Cinema De Seta con la replica di Sieben Winter in Teheran/Seven Winters in Tehran (Francia, Germania 2023 – 97’), opera prima di Steffi Niederzoll.
Si prosegue alle ore 18.30 con l’anteprima di Und dass man ohne Täuschung zu leben vermag/Of Living Without Illusion (Germania, Svizzera 2023 – 108’), opera prima della regista Katharina Lüdin: una danza sull’orlo dell’abisso dei sentimenti, un racconto poetico e struggente sulla bellezza e la gravitas che sorgono dalla scoperta delle verità individuali. Cronaca di un’estate afosa trascorsa nella periferia di una città che sembra trasformarsi in una fornace. Merit, Eva, Lion, Rose e David si muovono cautamente tra le loro relazioni conflittuali: parlano, si infuriano, si riavvicinano senza riuscire però a colmare le distanze. Le loro parole e i loro cuori faticano a reincontrarsi. Recitano a teatro e si cimentano nella prova generale delle loro vite. Il presente è tormentato dalla pressione inesorabile della paura del futuro e dalle tracce di violenza che, dal passato, continuano a turbare la loro quotidianità. Come “vedette malinconiche” che imparano a conoscere le zone d’ombra tra l’amore e l’odio – l’affetto e il disprezzo – essi vivono la triste gioia dell’essere stati traditi dall’amore senza per questo avere smesso di amare. Il film sarà poi in replica sabato 18, alle ore 22.30 presso il Cinema De Seta.
Alle ore 20.30 è la volta di Tōkyō monogatari/Viaggio a Tokyo di Yasujirō Ozu (Giappone 1953 – 136’), capolavoro della storia del cinema proiettato in occasione della presenza di Wim Wenders a Palermo, e per quest’ultimo tra i film che hanno maggiormente influenzato la sua poetica. Confessa la voce narrante di Wenders: «Se nel nostro secolo ci fossero ancora cose sacre… Se esistesse qualcosa come il sacro tesoro del cinema, per me questa sarebbe l’opera di Yasujirō Ozu. Ha realizzato 54 film. Muti negli anni ’20. In bianco e nero negli anni ’30 e ’40. A colori fino alla sua morte avvenuta il 12 dicembre 1963, giorno del suo sessantesimo compleanno. Sebbene questi film siano distintamente giapponesi, sono anche universali. In essi ho riconosciuto tutte le famiglie, di tutti i paesi del mondo, così come i miei stessi genitori, mio fratello e me stesso. Mai prima d’ora e mai più il cinema è stato così vicino alla sua essenza e al suo scopo. Mostrare un’immagine dell’essere umano nel nostro secolo. Un’immagine utile, vera e valida, in cui egli non può solo vedersi, ma piuttosto imparare qualcosa su sé stesso. L’opera di Ozu non ha bisogno del mio apprezzamento. E questo “sacro tesoro del cinema” è solo immaginario. Quindi il mio viaggio a Tokyo non è stato un pellegrinaggio. Ero curioso di vedere se riuscivo a scoprire qualcosa di questo periodo, se fosse rimasto qualcosa del suo lavoro, forse delle immagini o persino delle persone… Oppure se in questi vent’anni dalla morte di Ozu Tokyo fosse cambiata così tanto che non ci sarebbe stato più nulla da trovare».
La giornata si chiude alle ore 22.30 con la replica La bête di Bertrand Bonello (Francia, Canada 2023 – 145’) in programma presso il Cinema Rouge et Noir, e con quella di Un amor di Isabel Coixet (Spagna 2023 – 140’), che invece passa sugli schermi del Cinema De Seta alle ore 22.45.

Il programma di sabato 18 novembre
La penultima giornata della 45esima edizione dell’Efebo d’Oro Film Festival si apre alle ore 16.30 presso il Cinema De Seta con la replica di The Vanishing Soldier di Dani Rosenberg (Israele 2023 – 98’).
Alle ore 17 appuntamento per i più piccoli allo Spazio Marceau (Cantieri Culturali alla Zisa) con le letture ad alta voce con proiezione e messa in scena finale attraverso la teatralizzazione della storia letta, a cura di Dudi Libreria per bambini e ragazzi.
Alle ore 18 l’Institut Français, sempre ai Cantieri Culturali alla Zisa, ospita la cerimonia di consegna del Premio Nicolò Lombardo – Miglior libro sul cinema, assegnato dalla giuria composta da Egle Palazzolo (presidente), Laura Busetta e Paolo Speranza, a Emiliano Morreale per il suo L’ultima innocenza (ed. Sellerio, 2023): un romanzo di attrici e attori, star e comparse, registi e produttori. Realmente esistiti, ma più incredibili di qualunque fantasia.
A partire dalle ore 18.30 presso il Cinema De Seta spazio alle proiezioni: si inizia con la replica dell’opera prima della regista Lina Soualem Bye Bye Tibériade/Bye Bye Tiberias (Francia, Palestina, Belgio, Qatar 2023 – 82’); si prosegue alle ore 20.30 con l’anteprima di Sorrows di Derek Zheng (USA 2023 – 66’), un’opera prima di un autore che costruisce sapientemente le inquadrature, lavora con precisione sui tempi e imbastisce dialoghi capaci di suonare al contempo “estemporanei”, pregni e poetici. Da qualche parte nel Queens, una parte vibrante del tessuto urbano di New York, una giovane donna vive un amore non corrisposto per un uomo che ha conosciuto a un torneo di calcio ricreativo. Questa esperienza la condurrà a un’odissea emotiva che riecheggia il classico senza tempo di Johann Wolfgang von Goethe, I dolori del giovane Werther – il film sarà in replica domenica 19 alle ore 16 presso il Cinema Rouge et Noir -.
La giornata si chiude alle ore 22.30 con la replica di Und dass man ohne Täuschung zu leben vermag/Of Living Without Illusion (Germania, Svizzera 2023 – 108’), opera prima della regista Katharina Lüdin.

Il programma di domenica 19 novembre

L’ultima giornata della 45esima edizione dell’Efebo d’Oro Film Festival si apre alle ore 10 presso il Cinema Rouge et Noir con la masterclass, aperta al pubblico, con la regista Emma Dante e lo scrittore Giorgio Vasta – cosceneggiatore dei tre film della regista: Via Castellana Bandiera (2013), Le sorelle Macaluso (2020) e Misericordia (2023).
Si prosegue alle ore 12 con la proiezione di Sicilia!, film firmato dallo scomodo, radicale e geniale regista alsaziano Jean-Marie Straub – a un anno esatto dalla sua scomparsa (sino ad oggi pesantemente dimenticata e ignorata) – tratto dal romanzo Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini, per ricordare l’imponente lavoro da lui svolto, anche in Italia e in Sicilia, a fianco della moglie Danièle Huillet. Dopo molti anni trascorsi lontano da casa, Silvestro torna nella campagna siciliana della sua infanzia per far visita alla madre. Durante il suo viaggio, conversa con degli sconosciuti al porto, con dei compagni di viaggio su un treno, con sua madre e con un arrotino. Osserva Paolo Spaziani: «Scrivere di Sicilia! significa esplorare un’immobilità minerale, una compostezza di modi, un’esplosione fissa di sole, insomma una pura immanenza vitale che, in sé, è rivoluzionaria. […] Questo lusso solare sarà magnificato dal b/n di Straub-Huillet: volti ad incidenza o in controluce che mostrano che vi è una nobiltà implicita nel solo fatto di vivere. Estrema bellezza di questi volti siciliani. Tutto è immediatamente davanti agli occhi. Si eliminerà la profondità addossando gli interpreti a pareti a calce, in vagoni ferroviari, alle casamatte del molo di Messina. Oppure ci penserà il sole […]».
Alle ore 16 il Cinema De Seta ospita la replica dell’opera prima di Sorrow di Derek Zheng (USA 2023 – 66’); alle ore 17.30 è la volta di Nuit obscure – Au revoir ici, n’importe où/Obscure Night – Goodbye Here, Anywhere di Sylvain George (Francia, Svizzera 2023 – 183’), seconda parte di un discorso iniziato nel 2022 con Nuit obscure – Feuillets sauvages (Les brûlants, les obstinés). Melilla, enclave spagnola in Marocco e confine terrestre tra il continente africano e l’Europa, rappresenta per molti migranti africani in fuga da una vita difficile il luogo ideale dove sognare un futuro migliore. In transito, con impetuosa ostinazione, Malik e i suoi amici, come lui minorenni provenienti dal Marocco, cercano di raggiungere l’Europa con ogni mezzo necessario. Con altrettanta ostinazione e dedizione Sylvain George li osserva nei loro costanti tentativi di raggiungere l’Europa, senza mai perdere la sua pudica discrezione. Confinati in un presente sospeso e imprigionati fra sbarre reali e invisibili, i ragazzi provano ad abitare una dimensione quotidiana che possa garantirgli almeno una parvenza di normalità, tra gli inebrianti momenti in cui un futuro più sereno sembra quasi a portata di mano e i picchi di disperazione più nera, tra il desiderio di diventare grandi e il bisogno profondo di rimanere bambini.
L’Efebo d’Oro Film Festival saluterà il suo pubblico alle ore 21 con la cerimonia di premiazione a cui fa seguito la proiezione speciale di Una sterminata domenica/An Endless Sunday di Alain Parroni (Italia, Germania, Irlanda 2023 – 110’). Brenda è incinta. Alex ha appena compiuto diciannove anni e sta per diventare padre. Kevin riempie la città con il suo nome. Ognuno tenta di lasciare il proprio segno nel mondo. Una catena ininterrotta di situazioni, paradossi e caratteri si alternano fra loro in una costruzione narrativa vicina a un anticonvenzionale romanzo di formazione. Sempre connessi tra loro, ronzano tra la campagna del litorale e la città eterna, tentando di resistere a proprio modo all’inesorabile avanzare del tempo e del caldo. Le singole esperienze che Alex, Brenda e Kevin vivono non sono una sequenza casuale di avventure, bensì gradini sulla scala del processo di orientamento, di crescita e maturazione. Le avventure sentimentali e la conquista dell’autonomia fanno da perno alle situazioni in cui Kevin e Brenda si invischiano, agendo d’istinto ma catalizzando passo dopo passo la corsa al grido “IO ESISTO” di Alex. «La mia generazione è una questione di linguaggio», dichiara Parroni, «raccontare la propria realtà nel 2023 è un atto tenero e prepotente che implica affrontare le profonde ambiguità, gli stereotipi e le contraddizioni della società mediatica in cui si è cresciuti». Interverranno il regista Alain Parroni e il produttore esecutivo Luca Lucchesi.

I vincitori dell’Efebo d’Oro Film Festival

Va a La Bêtedi Bertrand Bonello (Francia, Canada 2023) il Premio Efebo d’Oro per il miglior film tratto da un’opera letteraria della 45a edizione dell’Efebo d’Oro Film Festival. Ad assegnare il premio la giuria composta da Giorgio Vasta (scrittore e sceneggiatore), Marica Stocchi (produttrice cinematografica) e Stefano Savona (regista), ai quali si aggiunge, come da regolamento del Festival, il responsabile del Centro di Ricerca per la Narrativa e il Cinema ovvero la sua presidente Paola Catania.
La giuria motiva così la sua scelta: «Raccontando la storia di Gabrielle e Louis – con un’escursione temporale che dagli inizi del Novecento conduce fino alla metà del XXI secolo, e muovendo dalla Parigi del passato a una Los Angeles del presente a una Parigi, di nuovo, del futuro – Bonello riesce a dare forma a un film che dialoga con l’immaginario cinematografico senza mai smettere di essere radicalmente personale. Del film del regista francese risalta con forza la capacità di catturare una sfumatura che nella nostra esperienza della contemporaneità è tanto nodale quanto sfuggente: la vita umana è il continuo presentimento di qualcosa che sta per accadere e che non accade mai, di qualcosa che ci riguarda intimamente e che non sappiamo nominare – che non sappiamo nominare proprio perché ci riguarda così intimamente. Questa intuizione – che è al centro del magnifico racconto di Henry James dal quale Bonello prende le mosse -, in La Bête trova un’espressione compiutamente cinematografica. In La Bête tutto parla – la direzione degli attori, la loro performance, i costumi, il decòr, il montaggio, in generale la messinscena – e tutto incombe: tutto sta per accadere: tutto nutre un senso di mistero inesauribile. Il cinema – e anche in questo il film di Bonello è esemplare – è sempre ciò che sta per accadere (e che non accade, e accade)». 

Sieben Winter in Teheran/Seven Winters in Tehrandi Steffi Niederzoll (Francia, Germania 2023) viene consegnato il Premio Efebo Prospettive per film opera prima o seconda dalla giuria composta da Sara Serraiocco (attrice), Francesco Costabile (regista) e Alain Parroni (regista), che così si esprime sulla sua scelta: «Per la sua straordinaria capacità di raccontare in modo sensibile e riflessivo la storia travagliata di una giovane donna e della sua dignità. L’audacia con cui la regista affronta questo esordio evidenzia, uno sguardo onesto e sincero sulla brutalità del sistema giudiziario e le dinamiche di potere in Iran. Il film offre attraverso una grande consapevolezza linguistica, uno sguardo sulla vita di una giovane donna, mettendo in luce il suo coraggio di fronte a un sistema legale e alle difficoltà affrontate dalla sua famiglia. È un’opera che va oltre il racconto di un tragico evento, diventando un potente strumento di riflessione su una società conflittuale e violenta e sul potere del mezzo cinematografico. La combinazione di materiali contrabbandati, interviste emozionali e ricostruzioni suggestive crea un’esperienza cinematografica che ispira sia nell’ambito del documentario che della finzione e incide profondamente nell’animo degli spettatori». La stessa giuria assegna una menzione specialeaBye Bye Tibériade/Bye Bye Tiberiasdi Lina Soualem (Francia, Palestina, Belgio, Qatar 2023), con la seguente motivazione: «Per la capacità di trasformare un viaggio intimo e personale nel racconto drammatico di un intero popolo, in una terra che da più di settant’anni vede i propri confini, le proprie identità, sgretolarsi e lasciare alle spalle un paesaggio fatto di rovine e storie incompiute. Un film che ci mostra, con struggente onestà, le ferite e le conseguenze di una guerra che ha segnato indelebilmente un’intera famiglia e quattro generazioni di donne».

Sempre a Bye Bye Tibériade/Bye Bye Tiberias va il Premio Michele Mancini – intitolato al critico cinematografico e saggista, nonché direttore del Laboratorio Cinematografico dell’Università degli Studi di Palermo e docente di Storia dello Spettacolo all’Accademia di Belle Arti di Palermo negli anni Ottanta -, assegnato da studentesse e studenti dei corsi di cinema dell’Accademia di Belle Arti di Palermo e della Sede Sicilia del Centro Sperimentale di Cinematografia (fra quelli della sezione “Efebo Prospettive”). La giuria motiva così la sua scelta: «Per la sua capacità di raccontare da un punto di vista intimo e inusitato la testimonianza di quattro generazioni di donne palestinesi e per il coraggio della regista di mettere al servizio della Storia la sua storia personale».

Bye Bye Tibériade/Bye Bye Tiberias conquista anche Premio ANDE (Associazione Nazionale Donne Elettrici) Palermo con la seguente motivazione: «Per la sua narrazione asciutta, dove ciascuna parola ha un suo preciso posto ed un valore insieme fattuale e simbolico. Per il racconto della perseverante affermazione della verità da parte di Reyaneh Jabbari e della sua famiglia pur laddove i diritti delle donne vengono tragicamente negati, per il profondo valore della testimonianza».

Efebo d’Oro Film Festival Palermo è prodotto da Centro di Ricerca per la Narrativa e il Cinema. Main sponsor Banca Popolare Sant’Angelo, Fondazione Curella. Con il sostegno di Regione Siciliana – Assessorato Turismo Sport e Spettacolo, Sicilia Film Commission, Comune di Palermo – Assessorato alla Cultura. Con il patrocinio di ERSU di Palermo. Organizzato da SudTitles. In collaborazione con Abapa – Accademia di Belle Arti Palermo, CSC – Centro Sperimentale di Cinematografia, sede Sicilia, Institut Français de Palerme, Goethe-Institut – Palermo. Con il supporto di Associazione ANDE Palermo, Rotary Club Palermo Sud, Libreria Dudi – Palermo, Kalòs – Parentesi Letteraria, I viaggi di Tels – The Original History Walks, Ordine Consulenti del Lavoro – Consiglio provinciale di Palermo.


 

CORRELATI

Ultimi inseriti