I dati certi sono quelli del primo trimestre 2014, ma anche se i numeri non fanno ancora testo e possiamo parlare di “tendenze”, l’affluenza turistica in Sicilia e’ in aumento. Seppur con distribuzione disomogenea, i picchi registrati sono nelle aree metropolitane di Palermo, Messina e Catania, nei luoghi d’arte come Noto, Ragusa e Siracusa e nei siti balneari di maggior attrattiva come Taormina, San Vito Lo Capo e Terrasini. Fra gli stranieri che tornano in Sicilia il gruppo più nutrito, sempre nello stesso trimestre, è quello nordico europeo, principalmente scandinavi, poi gli immancabili tedeschi, mentre i siciliani, in balia delle criticità economiche, preferiscono il risparmio e piuttosto che viaggiare verso mete esotiche, o altre regioni dello stivale, riscoprono le bellezze nostrane dietro le nostre coste di casa. Il dato tendenziale è stato illustrato dal presidente della Sezione Turismo di Confindustria Palermo, Toti Piscopo, che ha anche posto l’accento sulla disomogeneità dei dati di presenze fra le diverse aree dell’Isola. “l’incremento – afferma Piscopo – non è uniforme. Destinazioni intramontabili come Siracusa e Palermo o, anche, mete balneari più o meno nuove, come San Vito Lo Capo e Terrasini, registrano nel complesso un afflusso in crescita che oscilla tra il 4% e il 12%. Altre cittadine, una fra tutte Cefalù, meta di particolare preferenza dei turisti francesi ma non solo, attraversano, guardando questi dati e seppur momentaneamente, una fase di stanca. Non credo, comunque, – conclude Piscopo – che questa condizione di disomogeneità delle presenze possa essere un problema unicamente legato alla mancanza di investimenti. La crisi di liquidità, infatti, esiste in tutti i comuni; semmai è da evidenziare come invece tra i comuni, a più alta densità di ospiti stranieri, prevalgono proprio quelli in cui è più incisiva la sinergia tra amministrazione pubblica ed operatori privati”. Anche Ornella Laneri, presidente regionale di Confindustria Alberghi e Turismo, condivide tale analisi di tendenza e sui metodi d’attrattiva turistica rilancia: “gli ospiti continentali vanno dove gli amministratori fanno un buon lavoro offrendo servizi e dialogando con gli imprenditori. Noto, Taormina, Messina e Catania ne sono un esempio. Il trend siciliano, per il primo trimestre, è stato positivo, e questo lascia ben sperare anche per il prosieguo di anno. Seppur non diffuso, comunque – conclude Ornella Laneri – tale risultato registra le percentuali più alte a est e sud-est, mentre invece crescono meno nella parte occidentale. In certe aree il fatturato delle imprese e’ aumentato dal 4% al 5% e ciò in corrispondenza di una crescita del 2% di presenze straniere”. Quando si parla dei grossi capoluoghi, infine, come Palermo e Catania in particolare, il parere e’ univocamente concentrato sulle politiche delle amministrazioni in merito alla vivibilità dei rispettivi centri urbani. Il turismo ecologico e sostenibile, il recupero del verde cittadino, l’ampliamento delle isole pedonali nelle vicinanze dei plessi storici danno decisamente un positivo contributo d’attrattiva all’ospitalità straniera, anche perché alimenta lo sguardo di meraviglia di quei visitatori che possono ammirare chiese e monumenti del centro storico senza l’intralcio del traffico di auto.