venerdì, 22 Novembre 2024
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Trombe, trombette e tromboni. Via dalla politica le cariatidi e i loro parenti

Piccola riflessione: ma viviamo in un paese veramente democratico?

Sono passate solo poche ore dalle elezioni regionali e mi sono reso conto che è da un po’ che non scrivo un pensierino sulla politica. Forse perché non ne vale la pena, forse perché provo un senso di rigurgito, forse perché “tanto sono tutti uguali” (pensiero qualunquista) o forse perché …

E perché l’uomo politico più potente della terra, il presidente degli Stati Uniti, dopo massimo due mandati ritorna ad essere il signor nessuno? Forse perché, quello è uno Stato democratico?

Poi, ci sono gli Stati in cui avviene l’opposto, chi arriva alla testa del paese, al potere, non la molla più anzi fa di tutto per rimanere vita natural durante al comando, certo questi non si possono chiamare Stati democratici ma è meglio definirli dittatoriali. E non mi si venga a dire che sono stati eletti dal loro popolo in maniera libera, non ci credo assolutamente, “manipolano” le votazioni, non c’è alcun dubbio.

E nel nostro paese, cosiddetto democratico, cosa avviene?

Si potrà dire che le elezioni sono libere, ma i condizionamenti ci sono e sono forti, sia di natura psicologica che di natura induttiva.

Ma quello che mi lascia più pensare è che una volta “acchiappata” una poltrona non la mollano più, fanno di tutto per non staccarsene, siano queste nazionali, regionali, comunali e finanche di circoscrizione. Alcuni di questi sono attaccati alla loro poltrona da così tanto tempo che oramai hanno fatto “i filini” ovvero hanno piantato le radici e fatto le ragnatele.

E nella nostra terra di Sicilia, come si è visto nelle elezioni di domenica scorsa, c’è stato un capovolgimento del sistema politico, questo è il bello della democrazia, ma cos’è avvenuto?

Ahimè, sempre la stessa storia. Diminuisce la percentuale dei votanti e ancora una volta rivediamo eletti certi personaggi che stanno in politica da diverso tempo, oppure vengono sostituiti, per diritto ereditario, da figli, nipoti o comunque dai cosiddetti parenti stretti.

Mi sovviene un grido disperato, “e basta iativinni a casa, arritirativi in campagna, al mare, in montagna, in un paese del terzo mondo o dovunque volete ma ARRITIRATEVI” lasciate spazio ai giovani. Basta, siamo stanchi di vedere sempre le stesse facce, fate un atto di carità, SCOMPARITE.

Questo mio grido disperato verrà accolto?

Beh, non credo assolutamente che si faranno da parte ma, per le prossime elezioni, mi appello agli uomini comuni, andiamo tutti a votare e “NON VOTIAMO I SOLITI, MANDIAMOLI A CASA”.

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