Ritornano le Orestiadi di Gibellina dal 8 luglio al 6 agosto, dal Baglio Di Stefano al Cretto di Burri, nel segno di una memoria che si rinnova, con il titolo “se la memoria ha un futuro”.
Al via l’8 luglio al Baglio Di Stefano con un grande omaggio a Pier Paolo Pasolini, nel centenario della sua nascita, attraverso le parole dell’Orestea, per concludere al Cretto di Burri con un ricordo delle terribili stragi del 1992 attraverso le parole di Salvo Licata e della sua tragica orazione per Falcone e Borsellino, scritta proprio trent’anni fa e messa in scena per la prima volta a Gibellina.
Tanti i protagonisti che ci guideranno in questo viaggio attraverso la memoria, il ricordo e i diversi linguaggi del contemporaneo:
da Alessandro Haber, Imma Villa e Silvia Ajelli che rileggeranno in scena l’Orestea con le musiche di Dario Sulis e Chris Obehi anticipati, al tramonto, dalle letture “pasoliniane” di Fabrizio Romano e Gaia Insenga con le suggestioni sonore di Angelo Sicurella e dall’inaugurazione delle mostre dedicate a Pasolini di Franco Accursio Gulino e Umberto Cantone, fino alla performance inedita, itinerante, a cura del Laboratorio artistico Genia ispirata al Pilade.
Le immagini di Franco Maresco incontrano le parole di Franco Scaldati per ricordare Giovanni Falcone, mentre Chiara Gambino mette in scena la storia di Calogero Zucchetto, giovane poliziotto ucciso nel 1982. Marco Baliani porta il suo originale Rigoletto ele Ebbanensis e Mario Tronco il loro “partenopeo” Così Fan Tutte.
Il premio Under 35 Leo de Berardinis del Teatro di Napoli incontra il nostro premio città laboratorio nel segno dei giovani artisti.
Storie di donne: Silvia Ajelli fa rivivere le donne di Dacia Mariani con Aurora Falcone, Stefania Blandeburgo e Simona Sciarabba, mentre i Fanny e Alexander portano in scena il romanzo di Nadia Terranova Addio fantasmi con Anna Bonaiuto e Valentina Cervi.
Al Cretto di Burri, come sempre un gran finale: Fabrizio Ferracane, Filippo Luna, Enrico Stassi con le musiche di Alessandro Presti e la straordinaria partecipazione musicale di Vasco Brondi si confronteranno con l’Orazione di Salvo Licata, e Marco Paolini metterà in scena il suo nuovo spettacolo Sani, teatro fra parentesi, tornando a recitare sul Grande Cretto, dopo vent’anni dal suo racconto per Ustica.
Anche quest’anno Le Orestiadi sono dirette da Alfio Scuderi e realizzate dalla Fondazione Orestiadi con il sostegno istituzionale dell’Assessorato al Turismo della Regione Siciliana e il progetto speciale al Cretto di Burri grazie all’Assessorato ai Beni Culturali e dell’identità siciliana della Regione Sicilia.
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Venerdì 8 luglio si accendono le luci sulla 41sima edizione delle Orestiadi di Gibellina: questo week end di inaugurazione sarà dedicato ad un inedito omaggio a Pier Paolo Pasolini nel centenario dalla sua nascita (5 marzo 1922) che metterà in scena i diversi luoghi del Baglio di Stefano attraverso due mostre, sei performance tra teatro, musica e danza, una proiezione, per celebrare e ricordare il grande autore e regista italiano.
Nel costruire e immaginare questo omaggio speciale al grandissimo autore e regista italiano, le Orestiadi sono partite dalla traduzione originale di Pasolini dell’Orestiade di Eschilo del 1960, per collegarsi idealmente a quel progetto di realizzare un film sull’Orestiade ambientata in Africa. È dalla commistione e suggestione tra questo documentario e l’originale traduzione che Pasolini fece su richiesta di Vittorio Gassmann della trilogia di Eschilo che le Orestiadi di Gibellina prendono nome e spunto poetico: l’opera cinematografica, ispirata all’Orestiade di Eschilo, non vide la luce ma fu
uno splendido documentario – “Appunti per un’Orestiade africana”, girato in due tempi
(dicembre 1968 – febbraio 1969) – un diario di viaggio, che offre l’immagine irripetibile di un continente che stava faticosamente uscendo da secoli di colonialismo e che Pasolini osservò come spazio di un violento e “magico” processo di metamorfosi dal mondo arcaico alla modernità. È la voce stessa del poeta che, nel commento sonoro, ci guida lungo questo
viaggio visivo, culturale e politico, che la Rai, pur avendolo prodotto, si rifiutò di trasmettere quando Pasolini era ancora vivo.
Ad anticipare l’apertura delle Orestiadi, due mostre: LE MURA DI SANA’A, Omaggio a Pier Paolo Pasolini, a cura di Enzo Fiammetta, in cui saranno esposte le opere di Franco Accursio Gulino (Museo delle Trame Mediterranee, Gibellina, 8 luglio – 5 settembre 2022): un omaggio al grande poeta, e alla sua capacità di leggere i grandi cambiamenti, antropologici, urbanistici e sociali, che hanno trasformato e cambiato il volto delle nostre città. Il suo appello per Sana’a, lanciato nel 1974, a difesa di una civiltà in veloce cambiamento dopo secoli, diventa oggi un grido, ancora vivo contro tutte le irragionevoli distruzioni che l’uomo causa alla sua storia, in un incomprensibile impeto autodistruttivo.
E due iniziative a cura di Umberto Cantone (8 luglio – 6 agosto): PASOLINI ERETICO E CORSARO, il cinema, il teatro: materiali per una ricognizione, una mostra per il centenario, in cui saranno esposti materiali editoriali riguardanti le opere cinematografiche e teatrali di Pasolini. E il videomontaggio A SUD DI PASOLINI, frammenti delle sue
incursioni “a Sud, sempre più a Sud”, itinerario prediletto di molte occasioni di lavoro da scrittore e cineasta. Si va dall’approdo palermitano dei Comizi d’amore con le interviste a Piazza Fonderia, contrappuntate dallo sberleffo “cinico” di Maresco & Ciprì in Arruso, fino all’indagine sui territori mitologici di progetti incompiuti, gli Appunti per un’Orestiade africana.
Alle ore 20,00, ad aprire questo sentito omaggio, in scena UNA STORIA SBAGLIATA, ovvero il racconto di Pier Paolo attraverso i ricordi di alcuni gradi autori italiani, amici di Pasolini, con cui hanno condiviso un percorso di vita e di scrittura: le parole di Dacia Maraini, Elsa Morante, Leonardo Sciascia, Vincenzo Cerami, Alberto Moravia, lette dal balcone del Museo delle Trame del Mediterraneo al tramonto da Gaia Insenga e Fabrizio Romano. A fianco delle parole un tessuto sonoro che si mischierà alla voce di Pasolini che legge alcune sue poesie, nella performance originale di Angelo Sicurella.
Alle 21.00 “Per un Orestiade africana”, produzione esclusiva per Orestiadi 2022, un omaggio performativo alla Orestea di Pasolini riletta in scena da Alessandro Haber, Imma Villa e Silvia Ajelli. Un inedito percorso tra l’Orestea tradotta da Pasolini e la sua idea di ambientare un film in Africa darà vita ad una performance inedita tra parole, musica ed immagini, per omaggiare e ricordare il grande autore e regista italiano. La performance si compone di brani tratti dall’Orestiade di Eschilo, nella traduzione di Pasolini, scelti seguendo la linea dettata da Pasolini stesso nella sua “Lettera del traduttore”, in cui l’autore delinea la sua visione delle tragedie eschilee: “in una società primitiva dominano dei sentimenti che sono primordiali, istintivi, oscuri, operanti sotto il segno uterino della madre, intesa appunto come forma informe e indifferente della natura. Ma contro tali sentimenti
arcaici si erge la ragione, e li vince, creando per la società istituzioni moderne. Tuttavia, certi elementi del mondo arcaico non andranno del tutto persi, andranno piuttosto acquisiti.
Così nello spettacolo a partire dall’ Agamennone, in cui Clitemnestra (Imma Villa) fa valere i suoi valori primordiali contro le ragioni di Agamennone (Alessandro Haber), uccidendo lui e la sua schiava Cassandra (Silvia Ajelli), si giunge al momento più alto della trilogia, l’acme delle Eumenidi, quando Atena (Imma Villa) per sanare il conflitto tra le Erinni (Silvia Ajelli), che rappresentano le forze oscure, e Oreste (Alessandro Haber), che ha vendicato il padre Agamennone, istituisce la prima assemblea democratica della storia, per far valere finalmente la ragione, senza tralasciare di assimilare la forza irrazionale delle Erinni nella nuova società, trasformandole da maledizioni in benedizioni.
Suggestioni africane in scena saranno ricostruite anche alle musiche originali di Dario Sulis che accompagneranno la performance e le canzoni di Chris Obehi che accompagneranno i video. Alcune immagini di repertorio, gentilmente concesse dalla Fondazione Inda, ricorderanno espressamente la storica Orestea nella traduzione di Pier Paolo Pasolini con Vittorio Gassman andata in scena al Teatro Greco di Siracusa nel 1960.
Sabato 9 luglio, alle 21.00, produzione esclusiva per Orestiadi 2022, APPUNTI PER PILADE, progetto di scrittura scenica multidisciplinare del Collective Creative Project di Genìa Labart Palermo in coproduzione con PinDoc (Componenti artistiche: PinDoc, Frazioni Residue, Civilleri Lo Sicco, Curva Minore), con le performance artistiche di Federica Aloisio, Domenico Ciaramitaro, Dario Muratore, Tiziana Passoni, Giovanna Velardi. Ideato da artisti di diverse discipline artistiche uniti nella rete Genìa e ispirata alla tragedia Pilade di Pier Paolo Pasolini, questa prima azione scenica condurrà il pubblico attraverso i segni distintivi della poetica pasoliniana alla ricerca delle tracce estetiche e delle traiettorie tematiche del poeta. Una rilettura artistica sganciata dalla forma teatrale convenzionale che in stretta relazione con l’architettura del complesso del Baglio di Stefano costituirà un unicum performativo.
A seguire il film documentario di Pier Paolo Pasolini, APPUNTI PER UN’ORESTIADE AFRICANA: il film nella sua interezza non vedrà mai la luce, ma Pasolini girò però per la televisione italiana un documentario di sessantatrè minuti, Appunti per un’Orestiade africana. Il documentario propedeutico al “film da farsi”, che si potrebbe definire come un vero e proprio taccuino d’immagini in movimento, consiste di tre diversi tipi di materiale filmico: il primo è a tutti gli effetti un documentario di viaggio, girato durante due soggiorni in Uganda e Tanzania rispettivamente nel dicembre del 1968 e nel febbraio del ’69 completato da alcuni cinegiornali della guerra in Biafra (1967/69); l’obiettivo era quello di rintracciare i luoghi, i volti, gli oggetti per la trasposizione cinematografica dell’Orestea di Eschilo; il secondo girato riprende il dibattito/confronto tra Pasolini ed alcuni studenti africani dell’Università “La Sapienza” di Roma sull’idea stessa di ambientazione per la tragedia eschilea e sui risvolti delle vicende africane post- coloniali, mentre il terzo rappresenta una sorta di variazione sul tema e consiste in una jazz session eseguita da Yvonne Murray e Archie Savage al FolkStudio di Roma.
Ad aprire il secondo weed end delle Orestiadi, venerdì 15 luglio (ore 21.00), il Premio Città Laboratorio, che quest’anno si arricchirà dello scambio con il Premio under 35 promosso dal Teatro Nazionale di Napoli, dedicato a Leo de Berardinis, ospitando a Gibellina anche una giovane compagnia campana vincitrice dell’edizione 2021 con lo spettacolo “Opera didascalica” di Alessandro Paschitto, con Raimonda Maraviglia, Alessandro Paschitto, Francesco Roccasecca. Lo spettacolo, vincitore del bando nazionale Call from the aisle 2020 e Menzione speciale alla Borsa Teatrale Anna Pancirolli 2020, è prodotto dal Teatro di Napoli – teatro nazionale in collaborazione con Theatron 2.0.
Sabato 16 e domenica 17 luglio le Orestiadi dedicano due appuntamenti al ricordo (#pernondimenticare 2022 – 1992 – 1982) di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino a 30 anni dalle stragi del 1992 e del giovane Calogero Zucchetto ucciso nel 1982 con la prima nazionale di “Nel nome di Maria” di Chiara Gambino il 16 luglio (ore 21.00 – Baglio di Stefano), progetto, vincitore del premio Mauro Rostagno e del Premio Festival l’ultima luna d’estate 2021, che trae spunto e rielabora un fatto di cronaca mafiosa avvenuto a Palermo il 14 Novembre del 1982. “È il racconto biografico di una donna, fidanzata con Calogero (Lillo per gli amici) Zucchetto poliziotto presso la squadra Mobile della Questura di Palermo, attraverso il quale si illumina la contraddittoria e violenta realtà mafiosa nella vita quotidiana della coppia di una Palermo segnata dalla mafia degli anni ’80.
E “La notte è un raduno d’ombre”, dagli appunti su Falcone e altri testi di Franco Scaldati con la regia di Franco Maresco e con l’attore Melino Imparato il 17 luglio (ore 21.00 – Baglio di Stefano): unica data in Sicilia dopo il debutto al Teatro Mercadante di Napoli il 22 maggio, è una produzione Teatro di Napoli-Teatro Nazionale, in collaborazione con Associazione Lumpen.
Venerdì 22 e sabato 23 luglio protagonista delle Orestiadi è l’opera: due progetti molto particolari mettono in relazione la grande opera lirica con la narrazione e la riscrittura drammaturgica, attraverso due titoli indimenticabili come il Rigoletto e il Così fan tutte. Il 22 luglio (ore 21.00 – Baglio di Stefano) le Ebbanensis, duo canoro napoletano, portano in scena “Così fan Tutte” nella riscrittura musicale e scenica di Mario Tronco dell’Orchestra di Piazza Vittorio con il testo di Andrej Longo; mentre il 23 luglio (ore 21.00 – Baglio di Stefano) Marco Baliani ci racconterà in scena una storia ispirata dal protagonista dell’opera di Verdi, il suo “Rigoletto”.
Venerdì e sabato 30 luglio protagoniste delle Orestiadi di Gibellina saranno le donne di Dacia Maraini e di Nadia Terranova. In questi anni il Festival ha dedicato un’attenzione particolare alla scrittura siciliana e ai suoi autori, da Franco Scaldati a Vincenzo Consolo, da Leonardo Sciascia a Ignazio Butitta. Seguendo questa linea, quest’anno debuttano a Gibellina due spettacoli di due grandi autrici siciliane: Dacia Maraini e Nadia Terranova. Il 29 luglio, in una produzione speciale per il Festival, Silvia Ajelli con Stefania Blandeburgo, Aurora Falcone e Simona Sciarabba danno vita, nello spettacolo “Isolina e le altre”, ad alcuni racconti di Dacia Maraini. Il 30 luglio Fanny e Alexander portano in scena il romanzo di Nadia Terranova “Addio Fantasmi” con Anna Bonaiuto e Valentina Cervi.
Sabato 30 luglio (ore 21.00 – Baglio di Stefano) in scena “Addio Fantasmi”. Dopo L’Amica geniale, Fanny & Alexander porta in scena il romanzo di Nadia Terranova, finalista al Premio Strega 2019, mettendo al centro il rapporto tra due donne, una figlia e una madre, incarnate sul palco da due attrici d’eccezione, Anna Bonaiuto e Valentina Cervi. Alle 19.30, si terrà la presentazione del libro “E Trema la notte” (Einaudi) di Nadia Terranova a cura di Beatrice Monroy. 28 dicembre 1908: il piú devastante terremoto mai avvenuto in Europa rade al suolo Messina e Reggio Calabria. Nadia Terranova attinge alla storia dello Stretto, il luogo mitico della sua scrittura, per raccontarci di una ragazza e di un bambino cui una tragedia collettiva toglie tutto, eppure dona un’inattesa possibilità.
Per l’evento di chiusura delle ORESTIADI DI GIBELLINA 2022, “Il Cretto luogo della memoria”:
venerdì 5 agosto andrà in scena una produzione inedita immaginata al Cretto a distanza di trent’anni da quel tragico 1992, un testo che vide la luce a Gibellina proprio quell’anno, dopo le stragi: “L’Orazione per Falcone e Borsellino nel giorno di San Rocco” di Salvo Licata con Fabrizio Ferracane, Filippo Luna, Enrico Stassi, le musiche dal vivo di Alessandro Presti (tromba) e con la partecipazione musicale straordinaria di VASCO BRONDI. Per l’occasione, al Cretto di Burri sarà allestita la mostra fotografica dedicata alla memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino realizzata dall’ANSA.
Sabato 6 agosto, l’atteso ritorno di MARCO PAOLINI al Cretto di Burri a distanza di 20 anni (8 agosto 2002) dal suo spettacolo “I-TIGI A GIBELLINA – RACCONTO PER USTICA”, con il suo nuovo spettacolo SANI! Teatro fra parentesi, con musiche eseguite dal vivo di Saba Anglana e Lorenzo Manguzzi.
Entrambi gli spettacoli al Cretto sono stati resi possibili grazie al progetto speciale “Il Cretto luogo della memoria” prodotto dall’Assessorato ai Beni Culturali e dell’identità siciliana della Regione Sicilia, in collaborazione con la Soprintendenza di Trapani.
INFO biglietti
I biglietti sono acquistabili online sul sito www.fondazioneorestiadi.it