Sabato 22 e domenica 23 marzo tornano, per la 33ª edizione, le Giornate FAI di Primavera, un grande evento nazionale dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico che coinvolgerà ben 400 città e 750 luoghi che apriranno per l’occasione grazie all’impegno e all’entusiasmo di migliaia di volontari attivi in tutte le regioni. L’evento si svolgerà con il Patrocinio della Commissione europea, del Ministero della Cultura e di tutte le Regioni e le Province Autonome italiane. Ingresso a contributo libero. Tutte le info ed eventuali prenotazioni su https://fondoambiente.it/
E a Palermo porte aperte per questi tesori:
Circolo Unione
Piazza Principe di Camporeale 7
Sabato: 9.30-13
Domenica: 9.30-13
Aperto agli iscritti FAI.
Il palazzo cosiddetto Florio-Fitalia, costituisce oggi solamente una piccola porzione di un vastissimo complesso architettonico che si affacciava su piazza principe di Camporeale e aveva alle spalle un parco di numerosi ettari. Tale complesso venne realizzato grazie all’acquisizione progressiva di edifici e aree verdi, avviata da Vincenzo Florio negli anni ’40 dell’800 e proseguita dai suoi eredi. Con il crollo dell’impero economico della famiglia Florio, la villa perdette la sua unità e fu comprata da diversi proprietari. La facciata sulla piazza principe di Camporeale fu tagliata in due ali dall’apertura della via Oberdan e il parco venne lottizzato dalla Società Sicula Immobiliare, con la creazione del viale regina Margherita.
L’edificio fu acquistato a seguito delle difficoltà economiche dei Florio dal principe di Fitalia e da questi, dopo qualche anno, donato alla Curia, che lo assegnò poi alla congregazione delle figlie di San Giuseppe. Nel 2014 è stato preso in affitto al circolo Unione di cui, nel 1908 fu presidente proprio Vincenzo Florio, fratello di Ignazio jr e inventore della Targa. All’interno le sue costruzioni conservano notevoli tracce dello splendore ornativo di un tempo. Alcune sale risentono del pesante gusto decorativo eclettico, mentre altre costituiscono esempi di un gradevole Liberty. La grande sala da pranzo fu trasformata in cappella dalle suore.
Necropoli Punica
La Necropoli Punica della Caserma Tukory apre le sue porte per far conoscere un sito archeologico unico, dove le tracce della Palermo punica emergono nel cuore della città. Un’occasione per esplorare le antiche sepolture e immergersi nella storia di una delle più importanti necropoli puniche del Mediterraneo.
Dove e quando:
Corso Calatafimi 90/a
Sabato: 10-17.30
Domenica: 10-17.30
Porta Nuova e Cavallerizza
Piazza del Parlamento
ORARI
Sabato: 10:00 – 13:00 / 14:00 – 17:30
Domenica: 10:00 – 13:00 / 14:00 – 17:30
Da essa partono il Corso Vittorio Emanuele o Cassaro, la principale arteria cittadina, e all’esterno, il Corso Calatafimi, la strada che da Palermo conduce a Monreale.
L’estremo occidentale del Cassaro è rappresentato da Porta Nuova, originariamente (1640) aperta nell’adiacente Palazzo Reale dei Normanni, in forma di semplice varco, denominato Porta dell’Aquila. La costruzione della porta urbana si deve al vicerè Marco Antonio Colonna, che la fece realizzare intorno al 1583 sulla base di un precedente progetto, ideato per celebrare Carlo V e la sua vittoriosa battaglia di Tunisi contro i Turchi (1535). Più tardi distrutta dall’esplosione di un deposito di polvere da sparo all’interno di un vano (1667), alla ricostruzione (1669) fu chiamato per il cantiere Baldassarre Perricone e per il progetto Gaspare Guercio che pose, a coronamento dell’edificio una copertura piramidale, simbolo dell’immortalità e della gloria perenne, rivestita da maioliche.
Le facciate della Porta sono tra loro diverse nel rapporto urbano: quella rivolta all’interno è più legata a schemi classici, con un telaio de membrature appena accennato e con al di sopra, nel secondo ordine, quattro nicchie con busti in marmo rappresentanti Pace, Giustizia, Verità ed Abbondanza. Il fronte rivolto all’esterno sul territorio attinse molto alla tradizione manierista di fine secolo, con un bugnato molto ricco e con i quattro telamoni sulle paraste laterali a rappresentare i Mori fatti prigionieri da Carlo V. Un ricco apparato decorativo fatto da festoni, putti e volute completa lo schema. Con ogni probabilità Giorgio Di Faccio per il prospetto interno e Giuseppe Giacalone per quello esterno collaborarono al cantiere. Al di sopra della porta in entrambi i fronti è posto un loggiato a cinque archi sostenuto da slanciate colonne, che sorregge il cornicione e la balaustra in pietra con un corridoio che collegava la porta al palazzo reale e in particolare con le stanze del secondo ordine fatto costruire dal vicerè Marcantonio Colonna.
Chiesa dell’Assunta
Via Maqueda, 59
ORARI DI APERTURA:
Sabato: 10:00 – 17:30
Domenica: 13:00 – 17:30
La Chiesa nacque nel Seicento dalla volontà di Don Antonio Moncada e della moglie Donna Giovanna della Cerda che, dopo la morte del figlio primogenito Francesco, decisero di dedicarsi alla vita religiosa e contemplativa.
Durante le Giornate FAI i visitatori potranno conoscere più da vicino questo luogo straordinario e ammirare gli stucchi, le pitture settecentesche, le opere d’arte, il prezioso crocifisso in tartaruga e molto altro ancora.
Chiesa di Sant’Antonio Abate
Via Roma 203/a
ORARI
Sabato: 10:00 – 17:30
Domenica: 13:00 – 17:30
Edificato in epoca normanna, sottoposto nei secoli a continue trasformazioni. ultima avviata nel 1895 per la realizzazione di via Roma ne hanno stravolto l’assetto pur mantenendo una piccola corte esterna di pertinenza della chiesa su cui si affaccia la preziosa torre Chiaramontana.
La chiesa fu fondata in epoca normanno-sveva come risulta da un documento del 1220. Si ergeva su un’area sopraelevata sull’antica cinta muraria tra le torri di difesa del porto presenti in epoca araba. Negli anni 1302/1313 venne dotata di una torre campanaria edificata sul fronte meridionale con il contributo dei Chiaramonte. Tra il 1516 e il 1536 la chiesa assume la sua configurazione attuale con disposizione a croce greca, ulteriormente ingrandita negli anni ’80 dello stesso secolo, con l’aggiunta del presbiterio. Nel 1823 un terremoto danneggiò gravemente l’intero edificio che venne restaurato seguendo un gusto neogotico con decori in stile siculo-normanno.
L’organismo centrale ad aula a pianta quadrata diviso da quattro colonne ed archi di sostegno della copertura in volte a crociera richiama le chiese bizantine. Il progetto fu opera dell’architetto Antonio Belguardo, durante il primo Rinascimento palermitano. L’organismo originario formato da tre absidi consta di una cappella centrale e due laterali: a sinistra quella del SS. Sacramento, impreziosita dalla cona in marmo bianco di Antonio Gagini, a destra quella di S. Antonio Abate dove troneggia il dipinto del Sant’Antonio (1607), oggi attribuito allo Zoppo di Gangi. Il presbiterio, realizzato alla fine dello stesso secolo ingrandisce l’edificio che assume così una pianta a croce latina; sull’altare si trova la tela di San Carlo Borromeo penitente in processione durante la peste di Vincenzo la Barbera e Nicasio Azzarelo del 1618. Un fonte battesimale del 1755 eseguito da Filippo Pennino su disegno di Giuseppe Marabitti, nella navata di sinistra Battesimo di Cristo di Vito D’Anna, 1756, e Cristo e il centurione e Cristo e l’adultera di Gaspare Senario del 1757. Alla base della scalinata si trova il busto dell’Ecce-Homo di epoca seicentesca, luogo di forte devozione per i palermitani.