A volte sognare è un bisogno dell’anima. A volte lottare fermamente, per realizzare i propri sogni, aiuta a migliorarsi e a divenire una voce fuori dal coro. Tony Paganelli è un regista italiano di grande talento, ama profondamente il suo lavoro, non smette mai di vivere le sue passioni e, senza indugio alcuno, intraprende, passo dopo passo, nuove strade, alla ricerca del segreto per realizzare i suoi desideri e dare forma, prima nel suoi pensieri nascosti, poi in maniera manifesta, alle sue ambizioni.
Il motore della nostra evoluzione, dicono gli psicologi, è desiderare di essere o fare qualcosa, in quanto attraverso gli stimoli del desiderio, ricevi una spinta in avanti, tallonando percorsi autentici e non prestabiliti. Tenace e forte come una quercia, Paganelli, accetta le sfide e resiste alle intemperie della vita.
Inizia il suo percorso artistico con i concorsi di bellezza, ideando e realizzando vari eventi. Con il passare del tempo comprende che, la sua vera passione è il cinema. Si trasferisce a Roma dove produce diversi film, tra i quali “La Formula”, “Il lato oscuro del Cuore”, “Natural Blood” e “Gli occhi della morte”. Continua il suo percorso, con impegno e professionalità, dedicandosi, tra vocazione e missione, all’insegnamento dell’interpretazione cinematografica, mantenendo come orizzonte, la realtà, la verità e la credibilità scenica. Decide così di iniziare la sua scalata nel mondo cinematografico.
Si mette in gioco come regista e prova a realizzare il suo grande sogno. Con tenacia, spingendo il pedale sull’acceleratore, Tony Paganelli, si afferma come regista all’interno delle sue storie, proprio come un direttore di orchestra che si rapporta con un gruppo orchestrale, indicando il tempo e gli ingressi delle voci. La sua, è una personalità espressiva, profonda, autorevole e creativa.
Tutti possono essere creativi, bisogna credere di poterlo fare e mettere in conto anche la possibilità dell’insuccesso. Paganelli, nella pienezza dei tempi, impara a credere nella sue idee creative, a liberarle e lasciarle andare. Paganelli è un artista in grado di assumere diverse forme mentali e di ruoli, realizzando direttamente la sceneggiatura, la regia, la fotografia, le inquadrature, la scenografia, i costumi e il montaggio. Senza indugio e con coraggio, spinto dalla passione, Paganelli mette le ali e impara a volare. Un artista, insomma, meritevole di stima e di fiducia, per la sua grande intraprendenza e genialità.
Il cinema rimane la sua grande passione. Paganelli è un produttore, un regista, uno sceneggiatore e un bravo attore. Ha messo in campo studio e dedizione, per poter raggiungere i propri obiettivi. Lo scavarsi dentro, nell’intento di riconoscere i suoi sogni e realizzarli, è la sua arma vincente. Tra i tanti progetti in itinere, si annovera “the predator“, un thriller che racconta una storia americana, in cui si intersecano la criminalità e la pericolosità del predatore. Il primo ciak è stato inaugurato a Roma il 29 novembre scorso.
Questo film rappresenta un binomio tra cinema ed evasione psicologica. La dialettica utilizzata è lineare e attuale. Un contributo fattivo al film “the predator” arriva dall’avvocato Adalgisa Ranucci del foro di Roma, specializzata in ambito civilistico. Lo studio legale della Ranucci, si occupa di diritto di famiglia, in particolare dei minori e della tutela dei diritti della persona.
Grazie alla sua specifica esperienza, l’avvocato Ranucci, presta la propria attività di consulenza e assistenza, nei casi di tutela, soprattutto dei minori coinvolti nel conflitto e a difesa delle donne vittime di violenza. Un modo, il suo, per accendere i riflettori su fatti cruenti che interessano la nostra società. Nella home del suo sito è riportata una frase di Piero Calamandrei: “molte professioni possono farsi con il cervello e non con il cuore; ma l’avvocato no! L’avvocato non può essere un puro logico né un ironico scettico, l’avvocato deve essere prima di tutto un cuore: un altruista, uno che sappia comprendere gli altri uomini e farli vivere in sé; assumere su di sé i loro dolori e sentire come sue le loro ambasce…”
La citazione del Calamandrei, indubbiamente da contezza, del ruolo e dei valori professionali, in cui la Ranucci crede.
Avvalendosi della esperienza legale della Ranucci e della sua sensibilità di donna, Paganelli scrive la storia del predatore, un film che racconta la violenza fisica e psicologica, perpetrata dal predatore, con l’intento di tracciare la strada della speranza.
Nella strada di Tony Paganelli, anche il produttore e giornalista Piero Melissano, rappresentante legale della PM Management Group Production / Film Production Srls.
Piero Melissano, come la Ranucci, ha deciso di collaborare, al progetto di Tony Paganelli. Due uomini, Paganelli e Melissano, che credono nei diritti umani e nel valore della persona, nell’uguaglianza e soprattutto nella libertà individuale. Un’unione di due artisti, legati da interessi e scopi comuni, nei quali il termine “valore” è usato abitualmente nel loro linguaggio ordinario, rappresentando, interpretando e indicando gli ideali a cui gli esseri umani aspirano.
Melissano, come Paganelli, racconterà la violenza in un suo film, ambientato in Sicilia, dal Titolo “Stalking – Un amore violento per Sara”. Piero Melissano non perde mai l’occasione di mettere in circolo nuove energie. Il suo obiettivo è quello di rappresentare la realtà cinematografica, stabilendo un contatto e un coinvolgimento diretto con lo spettatore. Il suo è uno stile di vita volto a cogliere le opportunità e non a subire passivamente gli eventi. Melissano considera un dovere, indicare la strada, per pervenire, attraverso i mezzi di comunicazione sociale e del cinema, alla formazione di un senso critico, all’interno della società attuale, con l’obiettivo di rappresentare la realtà in modo integrale.
«Serve tanta costanza – afferma Paganelli -, determinazione e soprattutto voglia di andare avanti e non arrendersi, di fronte alle tante porte sbattute in faccia, ai molteplici no, ma costruire su di essi le basi più solide, per potere approcciare, in maniera più consona e costruttiva, al lavoro». Lo studio è un elemento molto importante per questo lavoro, ma il talento, è l’arma fondamentale, accompagnato, naturalmente, da un pizzico di fortuna. Ogni forma d’arte è un mezzo per esprimere la propria follia creativa, assolutamente irresistibile e disarmante», conclude Paganelli, con un pizzico d’orgoglio e il naso in su, come a guardare e a leggere nelle stelle.
Secondo Seneca la fortuna non esiste. Esiste invece il momento in cui il talento incontra l’occasione. Ed è così che talento e fortuna, in Paganelli, s’incontrano e legano immagine, autonomia, unicità e efficacia.