Cerimonia di commemorazione per il giornalista Cosimo Cristina ucciso dalla mafia 57 anni fa. L’iniziativa, organizzata dal giornale Espero, in collaborazione con l’Istituto Superiore Stenio e il patrocinio del Comune di Termini Imerese si svolgerà venerdì 5 maggio 2017 alle ore 11 nel luogo dove venne rinvenuto il corpo senza vita del coraggioso cronista, nella zona dell’ex stabilimento Olis. Previsto l’intervento di Alfredo Morvillo, Procuratore della Repubblica di Termini Imerese, di Girolamo Di Fazio, Commissario Straordinario del Comune di Termini Imerese, Giusy Conti, docente dell’Istituto “Stenio” e di Alfonso Lo Cascio Direttore della Rivista Espero. Verrà deposta una corona di alloro davanti la lapide che ricorda il coraggioso giornalista termitano. Il Coro di voci bianche della scuola media Tisia d’Imera, diretto da Loredana Russo, eseguiranno dei brani musicali. Saranno presenti rappresentanze di tutte le scuole della città.
“Come ogni anno – afferma Alfonso Lo Cascio, Direttore della Rivista Espero – torniamo a ricordare la figura del coraggioso giornalista termitano Cosimo Cristina, ucciso, un giorno di maggio di 57 anni fa, dal potere politico affaristico mafioso che governava la città. Non è uno stanco rituale ma la testimonianza del valore dell’impegno del giovane cronista che va indicato come esempio non solamente per chi fa questo mestiere ma per tutta la comunità e soprattutto per le giovani generazioni. Se questo territorio è cambiato lo si deve anche al sacrificio di Co.Cri, come si firmava nei suoi articoli, che ha testimoniato con la vita cosa significa fare il giornalista e con coraggio ha denunciato il malaffare di un territorio. Con il solo torto di credere che la verità e la legalità fossero più forti di qualsiasi potere criminale”.
Cosimo Cristina
Cosimo Cristina nasce a Termini Imerese l’11 agosto 1935. Tra il 1955 e il 1959 collabora come corrispondente per il giornale L’Ora di Palermo, per Il Giorno, per l’agenzia Ansa, per il Corriere della Sera, per Il Messaggero e per Il Gazzettino. Nel ’59, fonda il settimanale Prospettive Siciliane. Può finalmente affermare ciò che i giornali con cui collabora non gli permettono di scrivere. Da subitoProspettive Siciliane raccontò la mafia di Termini e della Madonie in anni in cui nessuno osava nemmeno nominarla. Iniziano per Cosimo le minacce e le querele. Tante le inchieste da lui condotte: l’omicidio del sindacalista Salvatore Carnevale e del sacerdote Pasquale Culotta, avvenuta a Cefalù nel 1955, la morte di Agostino Tripi, il processo per l’omicidio di Carmelo Giallombardo. Il pomeriggio del 5 maggio 1960, ad appena 25 anni, Cosimo Cristina viene ritrovato privo di vita nel tunnel ferroviario di contrada Fossola, tra Termini e Trabia. Non viene nemmeno disposta l’autopsia: per gli inquirenti si trattava di suicidio. Ma i dubbi già allora erano tanti, qualcosa non quadra. Nella tasca della sua giacca vengono ritrovati due biglietti, sulla cui autenticità la famiglia ha dubitato sin dal primo momento: ma stranamente non è mai stata eseguita nessuna perizia calligrafica.
Cosimo Cristina è stato ucciso dalla mafia, anzi più precisamente suicidato da Cosa Nostra, qualcuno azzarda, ma come spesso accade in questi casi, nessuno sa niente, chi sa non parla, chi parla viene fatto tacere e, a parte qualche articolo del solito cronista rompiscatole, a nessuno interessa più di tanto. Il caso viene riaperto sei anni dopo: grazie al vice questore di Palermo, Angelo Mangano, è riesumata la salma e finalmente viene eseguita l’autopsia, ma effettuata dopo tanti anni, finisce per confermare l’ipotesi del suicidio. Da allora il caso Cristina è definitivamente archiviato. Una spessa coltre di oblio venne stesa sul giovane che viene vergognosamente dimenticato.
Nel corso degli ultimi anni vi è stato un lento recupero della memoria storica del coraggioso giornalista, attraverso inchieste su libri e giornali, il lavoro di diverse scuole termitane che hanno incluso nei loro progetti sulla legalità la figura di Cosimo Cristina, in particolare dell’Istituto Superiore “Stenio” che ha dato un notevole contributo alla conoscenza del cronista termitano realizzando interviste, filmati,ricerche, individuando testimoni, familiari, vicende. Inoltre l’intitolazione di una strada al giovane su proposta della rivista Espero, l’inserimento del pannello su Cosimo, da parte dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, nella mostra dedicata ai cronisti italiani uccisi. E per il cinquantesimo anniversario della morte del coraggioso giornalista, il 5 maggio del 2010, su iniziativa della rivista Espero, insieme al Comune di Termini Imerese e all’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, è stata collocata una lapide nel luogo in cui venne rinvenuto il corpo.