Si sono svolti, da venerdì a domenica scorsi, gli internazionali maschili ITF di tennis in carrozzina, sui campi del Country Time Club di Viale dell’Olimpo che per l’occasione ha concesso, al CIP il Comitato Italiano Parolimpico, a titolo gratuito il circolo. Il torneo “Mediterranean Cup” sin dalla prima giornata ha visto uscire le teste di serie ed arrivare in finale i due atleti che godevano del pronostico del Direttore Tecnico Gaspare Ganci: l’italo-rumeno Silviu Culea, numero 287 del ranking, ed il sardo Luca Arca, numero 161 al mondo. Culea ha 40 anni, portati molto bene, ed ha sempre in testa l’inseparabile cappellino dello sponsor “senza sponsor non riuscirei ad essere presente ai tornei”. Arca di anni ne ha la metà del suo avversario e gira per il circolo in piedi, a guardarlo si fa fatica a capire che non è normodotato e che ha una protesi.
L’incontro è stato giocato sul campo 6 in resina GreenSet, causa le forti piogge che hanno reso impraticabili quelli in terra battuta. È iniziato alle 10.15 ed ha visto vittorioso il giovane Arca che ha battuto Culea per 6-4 6-4 in soli 55 minuti.
Al termine della premiazione, abbiamo chiesto loro di raccontarsi.
Luca Arca:
“Ho 20 anni e sono nato a Bono, un comune sassarese. Sono iscritto all’università di Sassari in Economia ma è più il tempo che passo sui campi da tennis che sui libri. A quindici anni ho avuto un incidente in moto e mi è stata amputata la gamba destra sotto il ginocchio. Ho passato delle giornate nere. Pensavo che per dieci anni avevo giocato a pallone e che non potevo più farlo. Ho iniziato a giocare a tennis in un centro protesi del bolognese dove mi stavano costruendo una protesi evoluta che mi consentisse di giocare. Inizialmente mi è stato proposto di giocare seduto in carrozzina ma ho detto di no, già ero stato in carrozzina per troppo tempo durante la degenza ospedaliera. Però giocare ed affrontare avversari normodotati è difficile e senza il piede di appoggio rischi di farti molto male. Poi, Durante il torneo a Stintino mi ha notato Alberto Corradi, organizzatore del Sardinia Open, e con il mio maestro Alessandro Ciunti mi hanno convinto a giocare in carrozzina inserendomi in squadra. Quando ho provato la carrozzina, per mia sorpresa mi sono trovato subito bene. Ovviamente spingere e dirigere la carrozzina nel brevissimo tempo di un palleggio è difficile. Avere le braccia che sostituiscono le gambe ha bisogno di allenamenti particolari, lunghi e anche dolorosi. Adesso mi piace e credo che, grazie alla giovane età ed al fatto che, da buon sardo, ho la testa dura possa arrivare lontano. Questa è la prima vittoria in un torneo internazionale, adesso salirò nei primi 100 del ranking”
Silviu Culea:
“Ho 40 anni sono nato Tulcea (Romania) ma vivo da anni nel bresciano. Sono separato ed ho un bimbo di 8 anni. Lavoro, part-time, come operaio in una fabbrica e mi occupo di assemblaggio. A 22 anni decisi di trasferirmi in Italia per migliorare la qualità della vita ma solo un anno dopo, incidente sul lavoro, mi ha bloccato sulla sedia a rotelle. Un cambiamento durissimo da accettare. All’inizio tanto sconforto ma poi ho deciso di riprendermi la vita. Non si può pensare di dovere vivere dipendendo da qualcun altro. Dopo qualche tempo, anche su suggerimento dei medici, mi avvicinai allo sport ed in particolare al basket in carrozzina. Ho lavorato duro e sono arrivato ad essere il capitano della della squadra di Serie A1, Padova Millennium Basket. Poi, anche causa della mancata convocazione alle paraolimpiadi di Londra, ho deciso di cambiare sport e quattro anni fa, da semplice hobbie, ho trasformato il tennis nel mio sport primario abbandonando definitivamente il basket. Voglio vedere dove posso arrivare. Anche se ho perso il torneo di oggi, già penso agli indoor di Siona in svizzera che si svolgeranno a breve.”
Ninni Ricotta