Il programma prevede in apertura i Kindertotenlieder (Canti per i bambini morti), i cinque lieder per voce e orchestra che Mahler compose musicando le struggenti poesie scritte dal poeta tedesco Friedrich Rückert, che saranno cantati dal mezzosoprano tedesco Wiebke Lehmkuhl, e a seguire la Sinfonia n. 5 in do diesis minore di Mahler che per la varietà e ricchezza di idee musicali è considerata uno dei grandi capolavori della musica del Novecento. In occasione del Giorno della memoria, i Kindertotenlieder saranno dedicati alla memoria di tutti i bambini vittime della Shoah.
Le due composizioni appartengono entrambe ai primi anni del Novecento, un periodo della vita di Mahler in cui il successo come direttore della Hofoper di Vienna contrasta con le critiche subite dalle sue composizioni, la gioia del matrimonio con la bella e giovane Alma Schindler con la malattia che lo vide in punto di morte.
I Kindertotenlieder si basano sulle poesie di grande impatto emotivo che Friedrich Rückert aveva scritto dopo la scomparsa di due dei suoi figli. Altri testi di Rückert, sempre in quegli stessi anni, furono musicati da Mahler per i Rückertlieder. Alma non capì come mai il marito, con due figlie bambine, avesse voluto musicare questi testi strazianti; e ne trasse un oscuro presentimento, soprattutto dopo la morte, nel 1907, della loro prima figlia. Gustav Mahler, invece, disse che solo perché quel dolore gli era estraneo era stato in grado di trasporlo in musica: dopo averlo vissuto non avrebbe più potuto farlo.
Nelle sinfonie precedenti, dalla Seconda alla Quarta, Mahler aveva previsto la presenza della voce umana: nella Quinta Sinfonia invece torna a un organico esclusivamente strumentale e a una struttura che per certi versi si riavvicina a quella tradizionale, anche nei titoli di alcuni movimenti, l’ultimo in particolare, mentre per altri versi se ne allontana. I cinque movimenti della Quinta Sinfonia sono raggruppati in tre sezioni: una prima parte è costituita dalla Marcia funebre e dal Tempestosamente mosso, al centro si colloca lo Scherzo, mentre la sezione conclusiva è composta dal celebre Adagietto, di cui Luchino Visconti fece il cuore della colonna sonora di Morte a Venezia, e dal Rondo-finale, con un florilegio di temi che colpiscono per la ricchezza cromatica dell’orchestrazione.
Marc Albrecht torna a dirigere l’Orchestra del Teatro Massimo dopo due anni e dopo un percorso costellato di riconoscimenti e premi che lo hanno incoronato: “Direttore dell’anno” con OPUS KLASSIK, per la Sirenetta di Zemlinsky con l’Orchestra Filarmonica Neerlandese (Pentatone) e nella categoria “Best Opera Recording of the 20th/21st century” per Das Wunder der Heliane di Korngold alla Deutsche Oper di Berlino (Naxos). Ha ricevuto il “Prix d’Amis” dell’Opera Nazionale Olandese e durante la sua direzione musicale l’Opera Nazionale Olandese è stata nominata “Teatro d’Opera dell’anno”.
Il contralto tedesco Wiebke Lehmkuhl ha un repertorio che spazia dai titoli wagneriani (Erda a Tokyo e alla Royal Opera House di Londra) a Mozart ed Händel. In sede concertistica si è esibita con alcune tra le principali orchestre europee (Berliner Philharmoniker, Orchestra del Gewandhaus di Lipsia, Zurich Tonhalle Orchestra), lavorando con direttori quali Riccardo Chailly, Daniele Gatti, Daniel Harding, Philippe Jordan, Marc Minkowski e Kent Nagano.
Durata del concerto: 1 ora e 50 minuti circa, incluso un intervallo.
Il concerto sarà preceduto, domenica 29 gennaio alle ore 19:00 in Sala Onu, dalla conferenza di Dario Oliveri, docente di Storia della Musica Moderna e Contemporanea presso l’Università di Palermo, che introdurrà all’ascolto delle musiche in programma. L’incontro è a cura dell’Associazione Amici del Teatro Massimo. Ingresso libero.