Le statistiche parlano chiaro, i giovani siciliani migrano altrove, per studio e per lavoro. Appena completato il corso di studi universitario, e spesso anche prima, i giovani sembrano fuggire. Ma quali sono le conseguenze per l’Isola? E’ ancora possibile innescare un modello di sviluppo che renda la Sicilia più competitiva col resto d’Europa, almeno nei riguardi di chi scegli, invece, di restare e scommettere sul futuro? Ed è vero che proprio in questi ultimi mesi, complici anche i riflettori che sembrano puntarsi su modelli innovativi di sviluppo turistico e ambientale, si avverte, se non proprio un’inversione di tendenza, almeno un timido tentativo di “rientro” dei cosiddetti “cervelli” che cercano opportunità di lavoro nella loro terra.
Se ne discuterà nell’ambito della tavola rotonda organizzata dal Rotary Palermo Est, in collaborazione con i giovani del Rotaract Palermo Est, particolarmente interessati al problema. “I giovani si ribellano: come lavorare in Sicilia” è il tema dell’incontro in programma alla sala Capitò, alla Scuola Politecnica dell’Università degli Studi (viale delle Scienze), domani (sabato 23 settembre), dalle 9. L’intento dell’incontro è di proporre soluzioni di buon senso, complici alcune “voci” dell’Economia, delle Istituzioni e del mondo sociale.
Dopo i saluti iniziali di Agostino Contorno, presidente del Rotary club PalermoEst, di Michele Masellis, presidente della Commissione Progetto Imprenditoria gioventù mediterranea e prospettive di lavoro, e di Luca Randazzo, presidente Rotaract PalermoEst, interverranno il prorettore Fabio Mazzola, Emilio Arcuri, assessore comunale alla Rigenerazione urbanistica e urbana; Roberto Cassata per Unicredit Sicilia e Andrea Miccio per Invitalia. Modera Davide Camarrone. Saranno presenti Claudio Barone, segretario regionale UIL Sicilia; Giuseppe Catanzaro, presidente Confindustria Sicilia; Domenico Milazzo, segretario regionale CISL Sicilia, Michele Pagliaro, segretario regionale CGIL Sicilia e Luca Silvestrini, presidente Confindustria Giovani Palermo.
