Sabato 23 gennaio si è svolta SVEGLIA PALERMO!, manifestazione nell’ambito della mobilitazione nazionale #SVEGLIATITALIA che ha contato un milione di persone nelle cento piazze italiane. A piazza Verdi a Palermo si sono contate fino a 5.000 persone che alle 18.00, accompagnati dal suono delle sveglie, hanno gridato il loro invito al parlamento italiano a legiferare al più presto per codificare i diritti delle persone omosessuale e transessuali. L’Italia è rimasta, infatti, fanalino di coda in Europa nel riconoscimento dei diritti delle persone LGBTI.
“Questa settimana comincia il dibattito al Senato sulla legge per le unioni civili. Siamo scesi in piazza a Palermo – dichiara Mirko Pace, presidente di Arcigay Palermo – aderendo alla mobilitazione nazionale ma rivendicando con forza quello che per noi è il minimo: una legge contro l’omo/transfobia che preveda interventi educativi nelle scuole, una legge sul matrimonio egualitario e il riconoscimento del diritto alla genitorialità per tutte e tutti, quindi adozioni e accesso alle tecniche di riproduzione assistita per single e coppie omosessuali.”
Alle cento piazze italiane ed europee del 23 gennaio si contrapporrà il Family Day, con una differenze sostanziale:
“La piazza di sabato ha dimostrato che quando si rivendicano diritti ineludibili esiste un solo linguaggio: quello dell’inclusione della gioiosa aspirazione alla parità. A differenza di quanto accadrà il 30 gennaio – dichiara Luigi Carollo, presidente di Articolo Tre “Salvatore Rizzuto Adelfio” – , noi non abbiamo chiesto diritti che escludano qualcuno ma, al contrario, il riconoscimento anche per le persone, le coppie, le famiglie omosessuali di quanto già previsto dalla nostra Costituzione. Il movimento LGBTI non si nasconde dietro la parola “Famiglia” per combattere contro qualcuno ma, in particolar modo a Palermo, scende in piazza presentando le proprie rivendicazioni per accrescere la libertà di tutti, nessuno escluso.”
“La piazza di sabato ha dimostrato che quando si rivendicano diritti ineludibili esiste un solo linguaggio: quello dell’inclusione della gioiosa aspirazione alla parità. A differenza di quanto accadrà il 30 gennaio – dichiara Luigi Carollo, presidente di Articolo Tre “Salvatore Rizzuto Adelfio” – , noi non abbiamo chiesto diritti che escludano qualcuno ma, al contrario, il riconoscimento anche per le persone, le coppie, le famiglie omosessuali di quanto già previsto dalla nostra Costituzione. Il movimento LGBTI non si nasconde dietro la parola “Famiglia” per combattere contro qualcuno ma, in particolar modo a Palermo, scende in piazza presentando le proprie rivendicazioni per accrescere la libertà di tutti, nessuno escluso.”
La piazza palermitana, pur nella radicalità della sua piattaforma rivendicativa, ha visto l’adesione di 45 soggetti associativi al documento politico di convocazione della manifestazione, tra cui la giunta comunale di Palermo che è intervenuta con l’assessore Giusto Catania e il Sindaco Leoluca Orlando e la Fondazione Teatro Massimo che ha messo a disposizione la scalinata del Teatro Massimo, illuminato coi colori dell’arcobaleno, e l’amplificazione per la piazza.
Dopo gli interventi degli organizzatori il microfono aperto è stata l’occasione per dar voce ai tanti punti di vista che popolavano la piazza, nello spirito di una piena valorizzazione di tutte le differenze presenti:
“Una marea di semplici cittadini, rappresentanti di associazioni e partiti, parlamentari, consiglieri comunali, assessori e il Sindaco è scesa in piazza ieri – dichiara Massimo Milani, coordinatore del Palermo Pride – per affermare e non dimenticare mai che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione.” (art.3 della Costituzione)
No all’approvazione di leggi incostituzionali che certifichino disparità di trattamento tra i cittadini, creando di fatto un precedente pericoloso: “una razza ariana eterosessuale superiore rispetto ad una nera inferiore omosessuale”
Dopo gli interventi degli organizzatori il microfono aperto è stata l’occasione per dar voce ai tanti punti di vista che popolavano la piazza, nello spirito di una piena valorizzazione di tutte le differenze presenti:
“Una marea di semplici cittadini, rappresentanti di associazioni e partiti, parlamentari, consiglieri comunali, assessori e il Sindaco è scesa in piazza ieri – dichiara Massimo Milani, coordinatore del Palermo Pride – per affermare e non dimenticare mai che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione.” (art.3 della Costituzione)
No all’approvazione di leggi incostituzionali che certifichino disparità di trattamento tra i cittadini, creando di fatto un precedente pericoloso: “una razza ariana eterosessuale superiore rispetto ad una nera inferiore omosessuale”