“Spiace constatare che a Palermo il Sunia, un’organizzazione che a livello nazionale si occupa seriamente del diritto all’abitare, collezioni quotidianamente magre figure e dimostri scarsa conoscenza delle leggi. La mancata iscrizione anagrafica non è certamente attribuibile ad una discrezionalità del Comune ma è frutto di una legge voluta dal governo Renzi che impedisce a chiunque occupi un immobile senza titolo di chiedere la residenza e l’allacciamento a pubblici servizi. Presumo che anche il Sunia palermitano sappia che gli ufficiali di anagrafe non possano e non debbano violare le leggi dello Stato. Il Comune di Palermo ha espresso formalmente, fin dal primo giorno di emissione del decreto, la sua posizione di netta contrarietà, addirittura paventando il rischio incostituzionalità e sostenendo pubblicamente che la filosofia del decreto avrebbe acuito il disagio sociale. Altra cosa è la residenza virtuale che, a seguito di un percorso che coinvolge i servizi sociali, è attribuita a cittadini che, per ragioni legali o sociali, non hanno la possibilità di avere una residenza fisica. Anche in questo caso il Sunia palermitano dimostra di non avere cognizione dei fatti, infatti ad oggi risultano iscritti alla residenza virtuale del Comune 114 cittadini, 11 dei quali sono iscritti nel 2017.
Lo ha dichiarato l’assessore all’Anagrafe, Giusto Catania commentando alcune notizie di stampa secondo le quali, per il Sunia, sarebbe impossibile per i senzatetto l’iscrizione all’Anagrafe del Comune di Palermo.