Lancette indietro di 60 minuti stanotte. Come da alcuni anni a questa parte, è l’ultima domenica di ottobre a vedere il ritorno dell’ora solare. Nell’era digitale accade quasi tutto in automatico. Lo smartphone, per esempio, cambia da solo. Tra i disagi elencati, oltre a non poter più godere delle lunghe giornate di luce, c’è anche il rischio di ammalarsi di “depressione stagionale”. In inglese “Seasonal Affettive Disorder”, una forma di depressione legata alla stagione, che con il ritorno dell’ora solare tende ad aumentare. Meno luce riceviamo, più siamo irritabili, stanchi e affaticati. Il disturbo, di cui soffrono in tanti, inizia con l’autunno e ha un picco nei mesi tra dicembre e febbraio.
Tra i consigli suggeriti per abituarsi gradualmente al cambio ed evitare di cadere nella depressione stagionale, c’è quello (sempre valido) di andare a dormire prima la sera ed alzarsi presto per almeno 15 giorni dopo il cambio dell’ora legale, per aiutare gli organi a ritrovare il senso del tempo naturale.
E proprio a causa di questi piccoli disagi, che c’e chi vorrebbe abolire il cambio di ora tra l’inverno e l’estate.
Eliminare l’ora solare e far valere quella legale tutto l’anno.
E’ la proposta che oggi il Codacons ribadisce: “Secondo alcuni studiosi americani – spiega l’associazione – lo sfasamento di un’ora determina, in un bambino su due, disturbi del sonno. E risintonizzare i ritmi biologici provoca un disagio per l’organismo, anche negli individui adulti”.
In base ad una ricerca effettuata dal Codacons, l’iniziativa sarebbe condivisa dall’80% degli italiani, stufi dei continui cambi tra ora solare e ora legale. In tal modo si avrebbe il vantaggio di recuperare l’ora di luce anche in inverno, “senza subire però il costo economico e il disagio legato all’aggiustamento dell’orario”.
Sempre secondo il Codacons, si verificano anche “problemi ai sistemi informatici, e agli orari dei mezzi di trasporto pubblico”
“Ricordiamo – conclude poi il Codacons – che in farmacia, a seguito del cambio ora solare-legale, si impennano anche le vendite di prodotti contro il jetlag”.