Ieri, in un clima di spensieratezza ed allegria, il Circo “Lidia Togni“, con i suoi simpatici clown, e una delegazione della sezione palermitana della Croce Rossa Italiana, tutti con indosso il naso rosso da pagliaccio, hanno incontrato i piccoli ospiti dell’Ospedale pediatrico “Giovanni Di Cristina” di Palermo.
Una giornata di divertimento e leggerezza in cui i bambini hanno potuto giocare con i palloncini e assistere allo spettacolo dei buffi clown che con le loro acrobazie hanno intrattenuto e donato un sorriso ai piccoli degenti. Presente all’incontro anche il direttore del complesso circense, Vinicio Togni che parlando dell’iniziativa in esclusiva per il GCPress, ha dichiarato: «Penso che il circo può aiutare i bambini e rappresenta, inoltre, un esempio di famiglia. Il circo, infatti, è di fatto una famiglia e un punto di riferimento per tutti. Poiché molti dei collaboratori – continua Togni – vengono da diverse parti del mondo e hanno difficoltà ad ambientarsi. Il nostro compito è aiutarli, proprio
come farebbe un genitore. Proprio per questi valori, penso che nessuno meglio di noi possa comprendere e aiutare i bambini anche se – continua Togni – a volte facciamo fatica ad affrontare situazioni tragiche, ma notiamo che, anche in quel caso, i bambini riescono comunque a distogliere l’attenzione dal loro problema e si divertono dimenticando ciò che stanno passando. Questo per noi – conclude Togni – è motivo di grande soddisfazione perché vogliamo donare felicità ancor prima che inizi lo spettacolo, facendo bene e col cuore il nostro lavoro che svolgiamo, ormai, da 150 anni».
L’operatrice e volontaria soccorritrice della Croce Rossa palermitana, Silvia Ruvolo, al GCPress descrive brevemente quali sono le attività e gli ambiti di intervento della C.R.I.: «Ci occupiamo prevalentemente della città di Palermo e siamo presenti sul territorio con unità operanti in ausilio dei senzatetto, nella distribuzione di viveri per le famiglie che hanno reddito zero e “non importa chi abbiamo di fronte”, noi lavoriamo per aiutare. Abbiamo, inoltre, dei centri di accoglienza in cui svolgiamo attività scolastiche ed educative per i ragazzi immigrati, ci occupiamo di garantire, durante gli sbarchi, la prima accoglienza in collaborazione con l’Asp, la Caritas ed altre associazioni. In collaborazione con il 118 – continua l’operatrice – effettuiamo le prime visite mediche e, utilizzando le nostre ambulanze, accompagniamo le persone che versano in condizioni di emergenza. In questo periodo – precisa la Ruvolo -, gli sbarchi si sono concentrati nelle zone di Catania, Pozzallo e in altre città ed è da circa un mese che Palermo non è interessata da questo fenomeno. I minori non accompagnati vengono affidati a “Save the Children”, mentre gli adulti vengono sottoposti a controllo e accolti nei vari centri predisposti in Italia in base alla disponibilità dei posti. ».
Il professore Giovanni Corsello, direttore del dipartimento di Pediatria dell’Ospedale “Giovanni Di Cristina” al GCPress ha dichiarato: «In merito al dilemma di molti genitori se essere o meno favorevoli alla vaccinazione – spiega il professore -, sorge principalmente per paure immotivate e per cattiva informazione. Le vaccinazioni sono un dato acquisito dalle evidenze scientifiche ormai da decenni, motivo per cui – continua Corsello – la scelta di non vaccinare dipende principalmente da quelle che oggi vengono definite fake news e non da motivazioni orientate su dati scientificamente o clinicamente basati. Le vaccinazioni sono, infatti, strumenti insostituibili e preziosi di protezione dei bambini nei confronti di malattie infettive gravi, comprese quelle che hanno una diffusione epidemica come gli attuali virus influenzali. Per quanto riguarda le iniziative di accoglienza – prosegue Corsello – riteniamo che siano molto importanti per un ospedale poiché i bambini sono molto fragili e psicologicamente deboli, in particolar modo quando sono malati. Contemplare attività ludiche, ricreative e di partecipazione migliora la qualità della loro permanenza e anche del loro recupero psicofisico dopo una patologia acuta o cronica, quindi, guariscono meglio e con meno conseguenze negative a livello psicologico. Le iniziative ideate per questo scopo- conclude Corsello – sono state tante come ad esempio la scuola in ospedale che ha una lunga tradizione, ma abbiamo voluto coinvolgere i volontari di età diverse che svolgano attività ludiche per creare quelle interazioni volontario-bambino che conducano i bambini a intraprendere un percorso di sviluppo e di sereno recupero all’interno dell’ambiente ospedaliero».