PALERMO – Entra nel vivo ai Cantieri culturali alla Zisa il “Sole Luna Doc Film Festival”, ideato da Lucia Gotti Venturato con la direzione artistica di Gabriella D’Agostino. Dopo l’inaugurazione di lunedì 20 giugno, la seconda giornata del “Sole Luna”, martedì 21 giugno, si aprirà al Cinema De Seta, alle 17, con Les tours d’ailleurs in cui il regista Anatoly Stolnikoff svela l’intimità familiare di una coppia (la sua) unita nell’arte, animata da una abilità rarissima nel produrre ceramiche, pitture e sculture che risuonano di connessioni con altre civiltà, con gli Altrove del nostro tempo. Un bambino, il figlio, vive il privilegio di scoprire e toccare con mano l’atto della creazione che si rinnova ogni giorno, nella quotidianità d’artista dei genitori. Seguiranno: Eurovillage di François Pirot, incursione in un non-luogo della contemporaneità, ossia un centro di accoglienza per richiedenti asilo creato sulle ceneri di un complesso turistico nel cuore della foresta belga, e Un condor del greco Yiannis Kolozis, dove si racconta dell’abbandono della propria casa e della rinascita accompagnata da ottimismo ed energia positiva di Sergio Contreras, un cileno sfuggito al golpe di Pinochet.
Alle 21, sempre al De Seta, si inaugurerà la rassegna di proiezioni fuori concorso dedicata all’imponente opera di indagine e analisi dell’assedio di Sarajevo realizzata dagli anni ’90 fino a oggi da Giancarlo Bocchi. Si comincia con la proiezione de L’assedio. Mille giorni a Sarajevo. Nell’aprile del 1992 il cinquantenne Hidajet, ateo di famiglia musulmana, lascia il lavoro di manager e si ritrova in prima linea. Lui non crede alla guerra, eppure imbraccia il fucile e combatte. Vent’anni dopo, chiede loro di ritornare con la memoria a quel maledetto assedio. Seguiranno, le proiezioni di opere in concorso: Italiani d’Eritrea alla presenza del regista Giampaolo Montesanto, che restituisce sullo schermo un pezzo di storia italiana forse archiviata troppo in fretta: quella dei connazionali che nel Dopoguerra decisero di rimanere nella colonia eritrea, contribuendo a far prosperare l’Africa Orientale;My enemy, my brother della canadese Ann Shin, dove si celebra l’amicizia tra Zahed e Najah, nemici durante la Guerra Iran-Iraq, ritrovatisi per caso in Canada. Ricca di commozione, la storia ci ricorda che l’umanità esige di trascendere i dictat e confini politici.
Nello Spazio Arena allestito ai Cantieri culturali, dalle ore 21, l’anteprima mondiale di Tides. A History Of Lives And Dream Lost And Found diAlessandro Negrini, alla presenza del regista. La storia incredibile di un fiume, che è esso stesso narratore e che ci invita a scoprire coloro che ne hanno abitato le rive ai tempi del sanguinoso conflitto irlandese. Il suo nome, asservito alle ragioni dell’una e dell’altra parte, è doppio: Derry per i cattolici, Londonderry per i protestanti. A che servono i confini? Quanti sogni muoiono di fronte a essi? Seguiranno Di là di Giulio Tonincelli, memoria di un fotografo albanese giunto in Italia su una di quelle navi che la televisione vent’anni fa ha immortalato, a simbolo di una lunga stagione di nuove migrazioni che interessa il nostro Paese, e ##MyEscape del tedesco Elke Sasse alla presenza dell’autore: la fuga di coloro che abbandonano Afghanistan, Siria ed Eritrea è cosa che siamo soliti farci raccontare da reporter e filmmaker. Con questo film, si infrange per la prima volta il limite: a narrarsi con un telefono cellulare, sono i rifugiati stessi. Bombe, macerie, interminabili maratone nella notte, attraverso i confini. Ma anche sogni e promesse. Ingresso libero a tutti i film.
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