Terzo appuntamento con Sicilian Puppets Series, la rassegna annuale ideata dal Museo delle Marionette che vede coinvolte le 10 compagnie di Opera dei pupi della “Rete italiana di organismi per la tutela, promozione e valorizzazione dell’Opera dei pupi”.
Sono 80 gli spettacoli che, fino al 31 ottobre, verranno messi in scena in streaming, gratuitamente (e in presenza non appena possibile) dai teatri stabili di Opera dei pupi e dai luoghi della cultura di cinque comuni siciliani. Questo weekend vedrà accendersi tre luoghi magici dell’isola: Alcamo, Palermo e Sortino.
Il programma di questo weekend
Venerdì 19 febbraio – ore 18
Le avventure del conte Milone d’Anglante
Compagnia Opera dei pupi siciliani Gaspare Canino
Alcamo (TP), Castello dei conti di Modica
Piazza della Repubblica
Bandito da Carlo Magno, Milone d’Anglante, padre di Orlando e paladino di Francia, sbarca a Biserta dove Agolante ha organizzato una giostra. Sotto il falso nome di Capitan Sventura, il paladino partecipa alla giostra e, vittorioso, viene nominato capitan generale. È in questa vece che si adopera per sottomettere Salatiello di Libia e gli altri ribelli che si erano rifiutati di unirsi all’imperatore Agolante. Mentre sta impartendo i suoi ordini all’esercito, Milone viene però riconosciuto da un soldato che lo chiama per nome e lo informa che Carlo Magno lo ha perdonato. Subrino, presente all’incontro, racconta ogni cosa ad Agolante e Sventura viene condannato a morte. Ma, mentre il condannato viene portato al patibolo, interviene un cavaliere che uccide i soldati e lo salva dalla forca.
Compagnia Opera dei pupi siciliani Gaspare Canino
La compagnia nasce nel 1997 da Salvatore Oliveri, nipote di parte di madre di Gaspare Canino, ultimo puparo e oprante attivo ad Alcamo e in tutta la provincia di Trapani. Capostipite della famiglia fu Liberto Canino, considerato tra gli iniziatori dell’Opera dei pupi a Palermo. Intorno al 1830 Liberto Canino aprì il suo primo teatro in via dei Formai, nell’antico quartiere dell’Albergheria a Palermo. Uno dei suoi figli, Luigi, appresa l’arte del padre alla fine dell’Ottocento, si trasferì ad Alcamo, dove portava in scena dalle vicende dei Paladini di Francia.
Sabato 20 febbraio – ore 21
Non mi piace il buio. Prigionia e morte di Giuseppe Di Matteo
Compagnia Marionettistica Popolare Siciliana
Palermo, Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino
Piazzetta Antonio Pasqualino, 5
Alle 20.30 introdurranno lo spettacolo dei pupi antimafia, “Non mi piace il buio. Prigionia e morte di Giuseppe Di Matteo”, Angelo Sicilia, direttore della Marionettistica Popolare Siciliana, Antonina Caradonna, volontaria del presidio di Libera Valle dello Jato intitolato a Giuseppe Di Matteo e Mario Nicosia e Martino Lo Cascio, scrittore e autore del libro “Il giardino della memoria”, dal quale è stato tratto lo spettacolo. “Non mi piace il buio. Prigionia e morte di Giuseppe Di Matteo” è una trasposizione per l’Opera dei pupi della tragica vicenda di Giuseppe Di Matteo, figlio adolescente di un mafioso pentito di Altofonte, rapito e ucciso dai mafiosi dell’ala stragista di Cosa nostra. Tratto dal libro “Il giardino della memoria” di Martino Lo Cascio, lo spettacolo racconta del sequestro, durato oltre due anni, della carcerazione, delle speranze e della morte del giovanissimo Giuseppe.
Compagnia Marionettistica popolare siciliana
La compagnia è stata fondata a Palermo nel 2001 da Angelo Sicilia, regista e studioso della storia del teatro dei pupi di scuola palermitana. Con le radici nell’Opera dei pupi tradizionale, Sicilia ha avviato un percorso di rinnovamento nell’ambito del repertorio del teatro delle marionette siciliane e affianca alle storie del repertorio cavalleresco le vicende di cronaca recente. La compagnia propone un’Opera dei pupi “antimafia”, i cui protagonisti sono, oltre a Giuseppe Di Matteo, anche Peppino Impastato, don Pino Puglisi, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Domenica 21 febbraio – ore 18
Ruggero di Risa
Antica compagnia Opera dei pupi Famiglia Puglisi
Sortino (SR), Teatro comunale dell’opera dei pupi
Via Resistenza, 53
Adattamento scenico e regia di Ignazio Puglisi
Musiche curate da Marco Cannata
Pupi di Gianfranco Salonia
Almonte, figlio di Agolante di Biserta, propone al padre di marciare contro i cristiani per vendicare la morte dello zio Guarniere. Agolante però, sentito il saggio re Subrino, sconsiglia l’impresa e decanta la forza di Carlo e dei suoi uomini. Ottenuto infine il benestare, Almonte pianifica l’attacco che avrà inizio con l’assedio di Risa. Porterà con sé un forte esercito e sarà accompagnato dalla sorella Galiacella, prode guerriera che però inizia segretamente a invaghirsi di Ruggero, di cui si vantano le gesta e la bellezza. Posta sotto assedio la città di Risa, Almonte sfida il paladino che durante il duello lo disarciona più volte ma, magnanimo, lo lascia infine libero. Nonostante Galiacella si sia invaghita di lui, si sente allora in dovere di sfidarlo. Ruggero, inizialmente riluttante a confrontarsi con una donzella, decide di non sottrarsi al duello e, nonostante il valore della guerriera, ha la meglio. Galiacella, ormai sconfitta, svela al paladino la propria passione mentre Ruggero, mirando il bel volto della donna, ne resta a sua volta affascinato. La conduce dunque con sé in città dove questa si converte al cristianesimo. Alla mano di Galiacella, però, aspira anche Beltramo, il vile fratello maggiore di Ruggero che, rifiutato dalla donna, trama vendetta e, dopo il matrimonio, nonostante la donna sia gravida, approfitta dell’assenza del fratello e la possiede con la forza. Ma non basta. Beltramo ordisce un altro atroce tradimento. Si reca al campo del nemico Almonte a cui riferisce, mentendo, che il padre e il fratello vogliono negargli il diritto di regnare, che in quanto primogenito gli spetta. Lo invita ad entrare in città di notte e apre egli stesso le porte. Risa, dunque, cade e Ruggiero, il fratello minore Milonetto e Rampaldo vengono uccisi dalle frecce del traditore. Galiacella, presa prigioniera, viene riportata al campo di Almonte, a cui svela la vera ragione del tradimento di Beltramo. Almonte, giura alla sorella che, se avesse saputo la verità, non avrebbe mai ucciso Ruggiero e ordina la più atroce esecuzione del traditore.
Antica compagnia Opera dei pupi Famiglia Puglisi
La compagnia stabilisce il suo legame profondo con l’Opera dei pupi grazie a don Ignazio Puglisi (1904), che impara l’arte dal padre Giovanni, a sua volta allievo del nonno Ignazio. Don Ignazio aiuta il padre fin dai quattordici anni e alla morte del genitore, all’età di sedici anni, si mette in proprio facendo spettacoli in diversi paesi della provincia di Siracusa. Don Ignazio presta la sua voce a tutti i personaggi, maschili e femminili. Dopo qualche anno dalla morte, il nipote Ignazio Manlio, stimolato da alcuni vecchi aiutanti del nonno, riprende le redini del patrimonio a lui tramandato.
Zona gialla, le visite su prenotazione al Museo Pasqualino
Durante la settimana, sarà possibile visitare la collezione del Museo Pasqualino (piazzetta Antonio Pasqualino, 5, Palermo) nel rispetto delle norme anticovid, su prenotazione, chiamando il numero 091/328060, il lunedì dalle 10 alle 14 e, dal martedì al venerdì, dalle 10 alle 18.
Sicilian Puppets Series
La rassegna è organizzata dall’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari in qualità di soggetto referente della “Rete italiana di organismi per la tutela, promozione e valorizzazione dell’Opera dei pupi e si inserisce nell’ambito del progetto “The Image of Oral Thought”. Per un modello di salvaguardia del teatro dell’Opera dei pupi siciliani, finanziato dal Ministero dei Beni Culturali e delle Attività Culturali e del Turismo, Legge 20 febbraio 2006, n. 77 “Misure speciali di tutela e fruizione dei siti e degli elementi di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella ‘lista del patrimonio mondiale’, posti sotto tutela dell’UNESCO”.
La manifestazione è inoltre organizzata con il contributo di: Regione Siciliana – Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana e Assessorato del Turismo dello sport e dello spettacolo; in collaborazione con: Società Italiana per la Museografia e i Beni Demoetnoantropologici – SIMBDEA, Fondazione Ignazio Buttitta; con il patrocinio di: ICOM Italia e UNIMA.
Link diretta streaming