Sono passate circa due settimane da quando Antonio Tomaselli, Presidente della II Circoscrizione di Palermo, è stato nominato, nel corso del primo Congresso Provinciale di Sicilia Democratica, Coordinatore Cittadino, lo abbiamo voluto incontrare per farci dire il suo pensiero nella sua nuova e importante veste.
-Presidente Tomaselli, a cosa si deve la sua adesione a Sicilia Democratica?
Dopo essere stato eletto Presidente di Circoscrizione, non ho avuto alcun riscontro né dalle forze politiche che mi avevano sostenuto né dalla politica in generale e per questo motivo, avendo particolarmente a cuore il territorio di cui io ho voluto essere rappresentante in quanto Presidente, ho deciso di mettermi in una condizione di indipendenza nei confronti dei partiti politici, non riconoscendo, nella politica cittadina e regionale sia di destra che di sinistra, un’attenzione al territorio. Dunque cercando di essere nel mio piccolo un rappresentante del popolo e di farmi portavoce di tutte quelle istanze, esigenze e speranze della gente, ho deciso di andare nei palazzi della politica a qualsiasi livello, per portare avanti non una appartenenza politica, ma esclusivamente le esigenze dei cittadini. Dopo avere ponderato razionalmente le mie scelte, ho valutato quel ragionamento politico che, iniziato con il gruppo di Articolo 4 a livello regionale, si è protratto nel tempo e si è evoluto in Sicilia Democratica. Ho riconosciuto, tra gli obiettivi e il modo di fare politica del neopartito, alcuni aspetti che avevano caratterizzato la mia formazione politica sin da ragazzo, ossia il riferimento al cattolicesimo democratico, linea di cui si è fatto portavoce anche mio padre, ex Presidente del Quartiere Settecannoli che militava, allora, nella Democrazia Cristiana.Oggi, anche con l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica Mattarella, che si ispira a quegli ideali che sono di Moro, di Sturzo, di quello che era il reale cattolicesimo democratico, non c’è altra scelta se non quella di fare parte di un partito che vuole rappresentare e portare avanti questo ideale e possa anche far riavvicinare la gente alla Politica (sottolineo con la P maiuscola).
-Perché un siciliano dovrebbe avere fiducia in questo neopartito? Cosa ha di diverso rispetto agli altri?
La Sicilia è al centro del progetto di Sicilia Democratica e dunque il cittadino siciliano non può che aderire ad un partito che si fa portavoce di quelli che sono i bisogni del territorio e della gente. Di fronte la crisi dei partiti nazionali, con quello che è stato del periodo di Berlusconi, con il nuovo periodo in cui il centro sinistra è al potere e con il recente avvento di Salvini, Sicilia Democratica si presenta, invece, come un partito che ha carattere regionale e il cui obiettivo è quello di aggregare e far emergere tutte le forze e l’aria moderata di centro, dove tutti i cittadini e le aree politiche si possono riconoscere e che, a mio avviso, può funzionare come polo di aggregazione per la gente e per il territorio.
– Cosa significa per Lei e che responsabilità comporta la Sua recente nomina di Coordinatore cittadino di Sicilia Democratica? Come vive questo nuovo incarico nell’ambito della seconda circoscrizione di cui è Presidente?
Per me, rappresentare il Partito, nella quinta città d’Italia, è un onere ed un onore. L’obiettivo che mi sono prefissato è quello di far riavvicinare la gente alla politica e contribuire a far rendere più vivibile e ‘più bella’ per cittadini e turisti questa città. Per quanto riguarda il mio ruolo Istituzionale di Presidente, cercherò di esportare quello che è stato il mio modo di fare politica qui nella mia Circoscrizione: il coinvolgimento del territorio, la partecipazione attiva alla Circoscrizione e tutto ciò che qui funziona.
“Non siamo disposti a fare vincere l’antipolitica”, – ha dichiarato nel corso del Congresso di Sicilia Democratica a Palermo. Cosa significa per Lei “fare politica”? E in che modo questo partito potrà contrastare questo sentimento di ostilità e rifiuto che, invece, sembra si stia accentuando?
Intanto occorre partire dal concetto di antipolitica. Questa si sviluppa e prende il sopravvento quando le Istituzioni producono disservizi, disuguaglianze sociali, mancata assistenza e quando viene bloccato lo sviluppo ed è favorita la corruzione. In contrapposizione, dunque, “il fare politica” significa essere al servizio dei cittadini. Spesso, purtroppo, succede il contrario: sono i cittadini ad essere al servizio della politica.
Sicilia democratica combatterà l’antipolitica ed è proprio nel suo codice etico, votato nel corso dell’assemblea ai Giardini Naxos, il combattere ogni forma di corruzione e il far avvicinare la gente: saranno i cittadini i protagonisti delle scelte del partito.
-Cosa ci dice di Leoluca Orlando? Come valuta questi primi tre anni della sua sindacatura? Su quali aspetti pensa che il Sindaco di Palermo dovrebbe maggiormente concentrare le sue energie?
Penso, avendo conosciuto Orlando, che sia un politico con P maiuscola e che non sia certamente uno sprovveduto, di questo bisogna darne atto, ma in questi tre anni il Sindaco ha dovuto certamente affrontare una situazione economico-finanziaria non rosea, ben diversa da quella florida del primo Orlando, che, invece, ha inciso maggiormente sullo sviluppo della città. Ha, a mio avviso, sottovalutato le criticità reali del Comune e la crisi economica nazionale ed europea. Di fatto, oggi, purtroppo si lotta giornalmente contro i disservizi. Sicilia Democratica sin dall’inizio si batterà sostanzialmente per tre aspetti fondamentali : primo, i servizi per la città partendo dalla pulizia e dal decoro urbano, secondo, l’accessibilità e la mobilità ed infine il recupero della Costa Sud e la valorizzazione della Conca d’Oro.