martedì, 24 Dicembre 2024
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Sicilia, al via una class action contro gli incendi boschivi nella nostra Regione

Incendi in Sicilia, partita l’azione legale collettiva. Obiettivo: obbligare gli enti pubblici alla prevenzione

Con una lettera inviata dallo studio legale Palmigiano, i cittadini hanno diffidato gli enti pubblici che non hanno agito per prevenire gli incendi dell’estate 2023. La missiva esorta gli enti destinatari a effettuare entro 30 giorni tutti gli interventi previsti dalla legge, volti a garantire il controllo dei territori e la prevenzione dei roghi, con riserva di adire l’autorità giurisdizionale competente in caso di mancato riscontro. L’obiettivo è fare in modo che non si ripetano più gli incendi che la scorsa estate hanno devastato la Sicilia, provocando danni per 300 milioni di euro.

Lo rende noto l’associazione Isola Fenice che ha lanciato una class action mettendo insieme cittadini e imprenditori che hanno subito danni in seguito agli incendi, ma anche tutti coloro che hanno deciso in queste ore di sposare la loro causa.

“L’idea di mettere in piedi un’azione legale collettiva è partita subito dopo i roghi dello scorso luglio per iniziativa di Bonetta dell’Oglio, chef da sempre impegnata nella difesa della biodiversità, che ha subito coinvolto l’avvocato Alessandro Palmigiano, noto professionista e punto di riferimento nel territorio, che segue la vicenda con il collega di studio Luca Panzarella. Centinaia di persone, non solo danneggiate, hanno aderito all’iniziativa, da cui è scaturita l’associazione Isola Fenice, presieduta dalla chef – si legge in una nota inoltrata dall’associazione – gli enti a cui è stata indirizzata la diffida sono la Presidenza della Regione siciliana, l’Assessorato Territorio e Ambiente, il Dipartimento regionale della Protezione civile, il Comando del Corpo forestale della Regione siciliana (Servizio 4, Antincendio boschivo), la Direzione regionale dei Vigili del Fuoco in particolare l’Ufficio Prevenzione incendi e la Sala operativa, il Ministero dell’Agricoltura, la Città metropolitana di Palermo e i Comuni di Palermo, San Vito, Cefalù, Gratteri e Monreale”.

“Gli abitanti delle località coinvolte sono vittime da anni degli incendi, che distruggono proprietà, parchi e riserve naturali di inestimabile valore ambientale e culturale, infrastrutture, aziende, autoveicoli, linee telefoniche ed elettriche, impianti, vegetazione, strutture alberghiere, stalle, vite umane e animali; continuare così non è più possibile –  spiega Bonetta dell’Oglio – l’estate è alle porte e un nuovo ‘25 luglio’ non si deve in alcun modo verificare; l’obiettivo dell’associazione Isola Fenice, in rappresentanza dei soggetti danneggiati e di tutti i cittadini sensibili alla salvaguardia del nostro territorio, è che le amministrazioni interessate provvedano immediatamente a porre in essere tutte le attività finalizzate a evitare l’innesco e la propagazione di incendi”.

“Nonostante fosse ben noto agli enti deputati al controllo, alla previsione e alla prevenzione degli eventi incendiari, che a fronte di temperature atmosferiche particolarmente elevate e violenti venti di scirocco e libeccio, molti territori e aree fossero soggetti da anni a incendi di natura dolosa o colposa – spiega l’avvocato Alessandro Palmigiano – alcuna contromisura è stata posta in essere per evitare i gravissimi fatti; è evidente, pertanto, che tali eventi si sono verificati anche in ragione delle condotte omissive della pubblica amministrazione, a fronte di specifici obblighi normativi che imponevano delle doverose condotte di tutela e vigilanza preventiva del territorio, del tutto disattese. Questa azione legale collettiva serve a fare in modo che la magistratura costringa gli enti preposti ad assolvere tali obblighi”.

L’associazione Isola Fenice rende noto che le uniche risposte, finora, sono arrivate dai Comuni di Gratteri e Cefalù e dal Comando del Corpo forestale. Il sindaco di Gratteri (Comune in provincia di Palermo che conta soli 840 abitanti, ma circondato da una sterminata superficie boschiva), Giuseppe Muffoletto, si è impegnato a mettere in atto tutte le azioni previste dalla legge, pur con i pochissimi mezzi a disposizione: eseguire il pattugliamento del territorio per accertare la presenza di focolai a mezzo della Polizia municipale (composta da due sole unità di personale e un mezzo di servizio); attivare per tempo il Gruppo comunale dei Volontari della Protezione civile per un pronto intervento (che dispongono di un solo modulo antincendio di soli 400 litri, ovvero della capacità minima), costituire il C.o.c. (Centro operativo comunale) e richiedere il rispetto del Regolamento comunale fuochi controllati in agricoltura.

Di seguito, invece, gli impegni sottoscritti dal sindaco di Cefalù Daniele Tumminello: la nomina di un professionista per l’ampliamento della rete antincendio, l’avviso ai proprietari di fondi in stato di degrado di provvedere sin d’ora alla pulizia, l’avvio delle procedure per l’assunzione di operai stagionali addetti al decespugliamento dei bordi stradali, la pulizia di scarpate stradali e infine la convenzione con la associazione locale di volontariato di Protezione Civile per la prevenzione e il contrasto degli incendi di interfaccia.

Il Comando del Corpo forestale riferisce che adempirà ai compiti istituzionalmente assegnati, ovvero la salvaguardia del territorio e l’attività di antincendio boschivo anche con l’ausilio di interventi aerei.

“Restiamo in attesa delle risposte, ma soprattutto delle azioni di tutti gli altri Enti diffidati e auspichiamo che la Regione siciliana metta immediatamente e senza indugi tutti gli Enti coinvolti nelle condizioni di poter proteggere il territorio e i suoi abitanti, fornendo loro mezzi, dotazioni e personale in misura congrua alla tipologia di territorio e ai fattori di rischio”, conclude dell’Oglio.

Fonte: comunicato stampa diffuso ieri e riportato da La Presse.

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