giovedì, 19 Dicembre 2024
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Si avvicina il Natale – Albero o Presepe?

Il quesito natalizio

Ci si avvicina al Natale e la domanda nasce spntanea. Farò l’albero o il presepe? Però anche se è un bel quesito non divide molto, infatti è uno dei pochi che molte volte vede quasi tutti d’accordo. Pochi sono cloro che pendono per un allestimento solo. Spesso i “presepisti” e gli “alberisti” li fanno tutt’edue.

Eh già perché riflettendoci entrambi simboleggiano il Natale, ma rappresentano due aspetti diversi del Natale stesso. L’uno, (il presepe), ci riporta con la mente a quanto accadde più di 2000 anni fa in quella terra che anche oggi è sempre martoriata dalla guerra, quando una donna di nome Maria, all’interno di una stalla diede alla luce il suo bambino: Gesù. Inutile negarlo, ma rivedere la scena del bambino nella mangiatoia scaldato dall’alito del bue e dell’asino, San Giuseppe e la Madinna, i pastorelli e i Magi ci riporta indubbiamente, con i ricordi, agli anni passati.

Il momento della preparazione del presepe è sempre stato e sempre sarà, in quelle famiglie dove c’è la possibilutà, come un’occasione in cui i genitori raccontano ai propri figli la storia di Maria e Giuseppe o raccontano di qualche aneddoto, ricordo o emozione di cui loro stessi sono stati i protagonisti quando bambini allestivano il presepe accanto ai propri genitori.

L’altro (l’albero) con le luci colorate i festoni e le palline variopinte porta allegria ed euforia in tutte le famiglie pervase nel resto dell’anno da problemi economici, di lavoro che manca sempre e di salute. Di problemi dovuti allo stress e chissà da quante altre cose di cui non facciamo altro che lamentarci giornalmente.

Oltretutto l’albero è il simbolo che meglio ci riporta alla visione consumistica del Natale.

Bisogna necessariamente riempire lo spazio alla base dell’albero di pacchi pacchetti regali e regalini di ogni genere e così comincia l’ennesima avventura de “alla ricerca del regalo per…”

A parte tutto ciò, ma è scontato, sono diversi anche e soprattutto perché diversa è la loro storia, la loro origine e il fine per il quale, chi ha cominciato li ha pensati.

Il presepe, di chiara origine cristiana, nasce dalla volontà di rappresentare la natività così come riportata dai Vangeli di S. Luca e S. Matteo.

Il termine presepe significa letteralmente mangiatoia e indica appunto il posto dove Maria collocò il bambino Gesù appena nato. Il primo presepe inteso come raffigurazione realistica della Natività è stato quello allestito da San Francesco d’Assisi; correva l’anno 1223 a Greggio, ed è la prima rappresentazione animata di cui si ha notizia.

Primo esempio di rappresentazione inanimata è da attribuire invece ad Arnolfo di Cambio 1280 in cui resti delle statue scolpite in legno sono tuttora conservate nella cripta della Cappella Sistina di Santa Maria Maggiore in Roma. Da allora numerosi sono stati gli artisti che hanno rappresentato, nelle più svariate forme affreschi, pitture, sculture, vetrate la natività e diverse sono le opere che possiamo ammirare in giro per i musei e per le chiese del nostro paese divenuto ormai patrimonio artistico di grande valore. A Palermo possiamo ammirare i mosaici all’interno della Cappella Palatina. Il presepe diviene ben presto una tradizione che coinvolge tutti i paesi cristiani, Ognuno dei quali ha un suo modo di celebrare la nascita del Cristo. Ogni popolo fa il presepe a modo proprio basta pensare che nel nostro paese possiamo distinguere due diverse correnti :una Settentrionale e una Meridionale. La prima contraddistinta dall’uso della Capanna piuttosto che dalla grotta come avviene invece nel meridione dove possiamo indicare Napoli come capitale del presepe. Per i napoletani il presepe è una passione così forte da sconfinare in una vera e propria mania C’è un. detto che dice che i napoletani quando non sono impegnati a fare il presepe sognano di farlo!

L’albero – L’usanza di piantare davanti alle case un abete ornato di ghirlande viene fatto risalire agli antichi popoli germanici che nei loro riti pagani solevano festeggiare il passaggio dell’autunno all’inverno. Contestuale l’usanza di bruciare un enorme ceppo nel camino. Simbolicamente si bruciava il passato e si coglievano i segni del prossimo futuro. Le scintille che salivano nella cappa simboleggiavano Il ritorno dei giorni lunghi mentre la cenere veniva raccolta e sparsa nei campi per sperare in abbondanti raccolti.

Oggi le luminarie prendono il posto delle scintille dei falò e le palline e le decorazioni sono speranze di prosperità.

La tradizione dell’albero si estese anche ben presto in molti altri popoli del nord Europa e cominciò ad accompagnare la ricorrenza natalizia. Nel nostro paese l’usanza di allestire l’abete è arrivato da alcuni decenni, ma si sviluppa in un modo molto veloce tanto che è rarissimo per non dire impossibile non trovare l’abete vero (con tanto di polemiche che lo accompagnano) o finto, che sia ricco di palline nastrini colorati e di ogni le luci di ogni sorta di abbellimento e decorazione pensabile.

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