Nella giornata di ieri, i “picciriddi” (“i bambini”) hanno per la sesta volta rotto e trafugato la catena e il catenaccio che tenevano chiuso il cancello, che il presidente del Centro Padre Nostro, Maurizio Artale, aveva ricollocato alla presenza di una gazzella dei carabinieri.
A nulla è valso l’inseguimento da parte di uno dei militari di una ragazza che, in quell’occasione, faceva da palo ad un suo complice, che nel frattempo appiccava il fuoco ad una catasta di legna precedentemente preparata.
Vana è stata la promessa di “non farlo più” da parte del ragazzo che Artale ha fermato mentre tentava di scappare e mentre il carabiniere inseguiva la ragazza.
“Sembra che questa battaglia lo Stato non voglia davvero combatterla a Brancaccio – ha affermato Artale a difesa del Centro e di quanti vi lavorano da 26 anni – spero voglia vincere la guerra. Bisogna militarizzare Brancaccio, istallare telecamere e controllare ogni angolo del quartiere, scovare chi continua a farsi beffa delle Istituzioni, verificare tutte le attività pseudo-legali che vi sono presenti, fare contravvenzioni a chiunque posteggi sui marciapiedi. È giunta l’ora della tolleranza zero, così come si fece diversi anni fa a Borgo vecchio“.