di Teresa Gammauta – Nella vita può capitare di andarsene all’improvviso, per un malore repentino e fatale oppure un tragico incidente. Poche ore, a volte pochi istanti e ci si ritrova al capolinea dell’esistenza senza essere ancora pronti a scendere
E’ quello che è successo a Giuseppe Romano lo scorso agosto, in un caldo e tranquillo pomeriggio di fine estate a causa di un banale infortunio domestico.
Giuseppe Romano era un uomo qualunque, almeno per chi non lo conosceva.
Ma per tutti quelli che invece hanno avuto la gioia e la fortuna di incontrarlo è stato un essere speciale.
Una di quelle rare e bellissime persone che quando attraversano la vita degli altri la rallegrano di gioiosa e calda umanità e lasciano vuoti così profondi che è possibile colmare solo in parte, mettendo insieme frammenti di ricordi e nostalgia nel tentativo di ricomporre il puzzle unico e irripetibile che è l’esistenza di ognuno.
È ciò che hanno fatto ieri i suoi molti familiari, parenti, amici, colleghi riunendosi nella Sala De Seta ai Cantieri Culturali in una serata in suo onore organizzata dall’Associazione Culturale Polizia Municipale, Corpo di cui Giuseppe Romano faceva orgogliosamente parte da quasi vent’anni.
Il teatro pieno ha testimoniato dell’affetto e della popolarità di un uomo che aveva fatto della sua vita, in apparenza semplice, un autentico capolavoro. Per darne conto basterà pensare alla sua numerosa e allegra famiglia: una moglie e sette figli felici per i quali lui era il principale pilastro affettivo e l’unico sostegno economico, e al trasporto con il quale si dedicava alla sua passione di musicista.
Tanti gli artisti che hanno accolto l’invito del Commissario Sergio Quartana, Presidente dell’Associazione, a partecipare ad un momento che non è stato solo di memoria e rimpianto ma anche di commossa allegria, condivisione e solidarietà.
Molti di loro erano colleghi di Giuseppe, vigili urbani che oltre alla divisa sanno indossare anche una straordinaria capacità di stupire ed emozionare con la loro bravura e che hanno dimostrato, se mai ce ne fosse stato bisogno, che il loro lavoro non preclude la sensibilità, l’intelligenza, l’intuizione artistica.
A presentarli nel loro avvicendarsi sul palco il Commissario Michele Pignataro, che con garbata e briosa disinvoltura ha condotto la serata dimostrando, come in molte altre occasioni, doti di consumato anchorman.
La prima ad esibirsi è stata l’assistente di Polizia Municipale Ilenia Lino, accompagnata alla chitarra da Francesco Davì.
Con voce calda e intensa ha eseguito due pezzi che nella loro diversità ne hanno evidenziato l’estrema duttilità di interprete, capace di spaziare dalla dolcezza di un pop lento e armonico alle roche e vibranti suggestioni del jazz.
Il Commissario Loredana Girgenti, con l’ausilio del Commisario Fabio Luparelli alla chitarra, ha letto una poesia in dialetto siciliano da lei stessa composta e intitolata, nemmeno a dirlo, “’U Puntunieri”, una divertente e commovente esegesi in difesa di un lavoro che nell’immaginario collettivo di questa città ha ormai assunto connotazioni quasi esclusivamente ed ingiustamente negative.
Quindi è stata la volta del Commissario Carmelo Scimone che con vocalità dall’inconfondibile sfumatura swing ha interpretato, peraltro con visibile emozione dopo un commosso ricordo dell’amico e collega scomparso, due grandi classici, “My way” e “Smoke gets in your eyes”.
Musicalità allo stato puro ha espresso l’Ispettore Daniele Raro, in arte Daniel Sax, che con i suoi due sassofoni ha incantato tutti, specie con la toccante esecuzione in chiave jazz dell’Adagio di Albinoni.
L’Ispettrice Titty Giambrone, attrice ben nota al pubblico palermitano, ha dato prova delle sue doti interpretative recitando una poesia in vernacolo scritta dal padre. Una spassosa e amara allegoria dell’esistenza che ha toccato corde nascoste di riflessione nei presenti.
Ad alleggerire l’atmosfera hanno provveduto i Pristi Folli, alias Fabio Quartana e Noemi Piccionello, che con fresca e spontanea comicità e invidiabile mimica, hanno regalato al pubblico due interventi di puro divertimento.
Un momento di grande intensità è stato quello in cui la Corale Polifonica della Polizia Municipale, diretta dalla Maestra Serafina Sandovalli, è salita sfilando silenziosamente sul palco. Sui volti di tutti i componenti era visibile l’emozione e il coinvolgimento specie nell’esecuzione del primo brano, un Inno alla Vita che è stato un vero proprio tributo alla memoria del collega.
I famosi violinisti Mario e Giancarlo Renzi hanno offerto una straordinaria e coinvolgente esibizione e suscitato viva commozione nel dedicarla espressamente all’amico Giuseppe, con il quale avevano spesso suonato.
Momenti di rara capacità interpretativa e di suggestive sonorità ha proposto la cantautrice Lucina Lanzara accompagnata dalle Voci Vicine. Con stupefacente forza comunicativa ha evocato atmosfere mediterranee ricche di suggestioni poetiche che hanno affascinato il pubblico.
Lo spettacolo si è concluso con il commosso intervento sul palco del Vicecomandante Luigi Galatioto e del Commissario Sergio Quartana, organizzatore dell’evento, che hanno voluto accanto la moglie e i figli di Giuseppe Romano, sottolineando il forte senso di appartenenza di ogni membro al Corpo di Polizia Municipale, senso che si trasmette in termini di affetto e solidarietà anche ai familiari.
Cantore in immagini della festa è stato l’Ispettore Capo Maurizio Lo Bianco, fotografo amatoriale di grande abilità ed esperienza, che attraverso l’obiettivo ne ha colto i momenti più salienti e rappresentativi. I suoi scatti di straordinaria intensità sono riusciti ad esprimere la molteplicità e la ricchezza di emozioni di una serata che nessuno dimenticherà facilmente.
Una serata che è stata “del ricordo” e non “in ricordo” .
Una serata che ha celebrato una presenza piuttosto che un’assenza.
Perché è proprio questa la sensazione che tutti i partecipanti – pubblico e artisti – hanno avuto e cioè che Giuseppe non se ne sia mai andato, che sia rimasto dov’era, invisibile agli occhi ma non al cuore.