PALERMO – Continua la protesta nel mondo della scuola, che riguarda sia il fronte del corpo insegnanti, sia il fronte dei genitori uniti per protestare contro la riforma del Governo Renzi. Dal punto di vista legislativo il disegno di legge sulla riforma della scuola si chiama: Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti. Il Governo lo ha chiamato, paradossalmente quanto meno dal punto di vista di molti, La Buona Scuola.
Il 5 maggio scorso si è svolto lo sciopero a livello nazionale da parte degli insegnanti che ha evidenziato i principali punti della contestazione. La stabilizzazione dei precari che non è ritenuta sufficiente; il troppo potere dato ai dirigenti scolastici; il rinnovo dei contratti che non vengono aggiornati dal 2008; gli sgravi per chi decide di iscrivere i figli alle scuole private paritarie.
Il 6 e 7 maggio si sono svolti invece dei sit-in davanti le scuole che hanno avuto come scopo il boicottaggio delle prove invalsi previste in questi giorni su tutto il territorio nazionale, protagonisti genitori e studenti.
Lino Galioto è il coordinatore Movimento dei Genitori contro la riforma della scuola. Lo abbiamo incontrato davanti la scuola Santocanale di Partanna Mondello a Palermo al termine della mobilitazione di protesta da parte dei genitori degli alunni che di fatto ha bloccato le prove invalsi previste in questi giorni.
“La protesta dei genitori coincide con le prove invalsi del 6 e del 7 maggio non per attaccare direttamente le prove invalsi, ma per attaccare la riforma perché nel momento in cui la maggioranza delle classi risulta assente il giorno delle prove, rappresenta un segnale forte da parte dei genitori. Non condividiamo questa riforma perché prevede una serie di stravolgimento nell’ambito della dirigenza scolastica.”
Quali sono i punti della riforma che contestate?
“La scuola non può diventare una azienda finanziata da sponsor dove il dirigente perde il suo ruolo di coordinamento, di gestione e di collaborazione in sinergia con il collegio dei docenti, consiglio di circolo e dei genitori. Il dirigente diventa un imprenditore che ha potere decisionale sulle assunzioni e su come gestire le attività scolastiche in generale. Si viene quindi a determinare una sorta di rischio manageriale e quindi se il dirigente è capace avremo una scuola di serie a altrimenti sarà una scuola di serie b.”
Il sistema scolastico italiano è basato sul concetto di garantire una scuola equa per tutti e aperta a tutti, in antitesi con il modello americano che predilige una scuola di livelli diversi in base ai costi sostenuti dalle famiglie. Come è possibile secondo lei mantenere questa situazione virtuosa?
“In effetti continuando di questo passo, la scuola italiana somiglierà sempre più a quella americana. Una riforma in effetti ci vuole, ma va fatta con consapevolezza e da persone competenti che conosce le esigenze che si sappia relazionare con i vari organi di rappresentanza. La scuola rischia di diventare come un centro commerciale dove la cultura diviene merce di scambio, facendo venire meno il concetto di uguaglianza e la parità dei diritti. Adesso noi aspettiamo una risposta tangibile da parte del Governo per interrompere le proteste.”
Abbiamo interpellato una mamma presente alla protesta, che interpretando il sentire comune degli altri genitori ci ha detto che la lotta che sta portando avanti è per garantire il futuro dei ragazzi nostri figli, messo in serio dubbio da questa riforma così come è strutturata.