Il tablet può essere un utile strumento per la didattica. A patto, però, che i docenti ne incoraggino l’uso.
Lo dimostra la sperimentazione “ImparaDigitale”, condotta da tre docenti di organizzazione della Bocconi, i cui risultati sono stati pubblicati in un saggio dal titolo “When Teachers Support Students in Tehnology Mediated Learning”.
Dal monitoraggio, è emerso che la performance media degli studenti di scuola superiore è del 3% superiore rispetto a quella dei ragazzi di altre classi delle stesse scuole non coinvolti dalla sperimentazione, ma nei casi in cui viene percepito un forte supporto, coinvolgimento e incoraggiamento da parte dei docenti le performance possono aumentare del 20%.
“Le tecnologie, da sole, non sono in grado di rivoluzionare l’insegnamento e l’apprendimento, ma possono ottenere risultati sorprendenti quando il supporto dei professori è forte. L’elemento centrale della rivoluzione digitale rimane, insomma, il fattore umano – afferma uno dei docenti che hanno condotto il test, Fernando Pennarola – L’introduzione del tablet deve comportare anche un cambiamento di metodo didattico, che deve diventare molto più collaborativo, privilegiare i lavori di gruppo e il coordinamento. Diventa, allora, fondamentale, investire nella formazione dei docenti, che sono l’elemento centrale del successo o insuccesso dell’innovazione”.
La ricerca ha messo in luce che gli studenti migliori, già sufficientemente motivati, non sembrano trarre vantaggi particolari dall’utilizzo delle tecnologie, mentre ne beneficiano molto di più tutti gli altri, e soprattutto quelli con voti medi.
La sperimentazione si è dimostrata molto positiva per le materie umanistiche e più difficile per la matematica, proprio perché l’utilizzo delle nuove tecnologie nell’insegnamento di questa materia comporta maggiori cambiamenti nel modello didattico e di apprendimento.