Dopo quattro anni dall’ultima campagna, è stato riavviato lo scavo archeologico di Vallone Inferno. Il sito, che conserva le tracce della presenza umana sulle Madonie da almeno 7000 anni (età neolitica), è stato localizzato nel 2007, nel territorio di Scillato (Palermo), a circa 800 m di quota.
Gli scavi degli anni precedenti avevano permesso di risalire indietro nel tempo, fino alle origini dell’economia pastorale che ha lasciato tracce consistenti nel riparo con frammenti ceramici, resti umani e di fauna domestica e selvatica.
In questi giorni gli archeologi sono stati impegnati nello scavo dei livelli dell’Età del Bronzo (circa 4000 anni fa). Il quadro cronologico e culturale generale, corroborato da datazioni radiometriche, si è arricchito di nuove informazioni sul popolamento preistorico siciliano.
L’obiettivo specifico di questa campagna è stato quello di scavare in estensione un livello archeologico, già saggiato in precedenza, che si era rivelato ricco soprattutto di reperti umani e faunistici. Grazie a questi, infatti, sarà possibile ricavare preziosi dati sulla mobilità, la dieta ed eventuali patologie dei gruppi umani presenti nel sito.
Negli stessi giorni, insieme al geologo Antonio Contino, sono stati effettuati i campionamenti in alta quota allo scopo di ricostruire il quadro generale sull’evoluzione dell’ambiente e del clima dell’area.
La squadra che conduce le indagini sul campo è formata da docenti, ricercatori e studenti dell’Università degli Studi di Palermo, della Universitat Rovira i Virgili e dell’IPHES di Tarragona che lavora in stretta collaborazione con gli archeologi Dott.ssa Rosa Maria Cucco e Dott. Stefano Vassallo della Soprintendenza ai BB.CC. di Palermo.
Le pubblicazioni dei risultati della ricerca si sono arricchite, proprio in questi giorni, di un testo scientifico di rilevanza internazionale sulle ricognizioni archeologiche che hanno permesso l’individuazione del sito di Vallone Inferno da parte degli archeologi Vincenza Forgia, Andreu Ollé e Josep Maria Vergès. I docenti della Cattedra di Topografia Antica dell’Università di Palermo, Oscar Belvedere e Aurelio Burgio, soddisfatti dei risultati già raggiunti, si augurano che la prosecuzione delle indagini possa offrire nuovi spunti di ricerca per il futuro.
Alla buona riuscita delle attività hanno collaborano l’Ente Parco delle Madonie, l’Azienda Foreste e il Corpo Forestale. Fondamentale è stato il supporto logistico del Comune di Scillato e della sede locale di Sicilia Antica che oggi, sabato 10 agosto, promuove una visita sul sito a chiusura della campagna. In quest’occasione gli archeologi presenteranno in anteprima i risultati al pubblico presente.