PALERMO – Il Jazz è creatività, coinvolgimento, improvvisazione, “è un mezzo che trascende le differenze di razza, religione, etnia o nazionalità. Appartiene al mondo ed è un formidabile strumento di dialogo interculturale, di unificazione e di coesistenza pacifica” – così è stata definita questa forma d’arte musicale in occasione della Giornata Internazionale del Jazz, che si celebra dal 2012 ogni 30 Aprile.
Il jazz è anche Palermo. Il jazz è la Sicilia. La Fondazione The Brass Group, infatti, sin dalla sua nascita, grazie alla sua “Orchestra Jazz Siciliana” e a seguito dei 3000 concerti, nel corso dei quali sono stati ospitatati i maggiori e prestigiosi protagonisti del panorama musicale, ha reso la nostra città una delle capitali del jazz europeo.
Una grande reputazione che, probabilmente , potrebbe interrompersi a causa dei tagli della Regione. La Fondazione, infatti, nonostante sia un ente di produzione tutelato per legge, si è visto azzerare i contributi regionali: sono cinquanta, tra personale ed orchestra e amministrativo, in stato di agitazione. Tutti i concerti, inoltre, sono stati annullati, esclusi quelli di valenza internazionale, per i quali erano già stati sottoscritti i contratti.
Di fronte alla decisione, presa dalla Regione Sicilia, di eliminare i fondi per il Brass, orgoglio di portata internazionale, si rimane sbigottiti. Ben presto all’incredulità sopraggiunge, tuttavia, il non volersi arrendere e il gesto significativo e concreto di Ignazio Garsia, Presidente della Fondazione, che ieri con il suo pianoforte, davanti a Palazzo D’Orleans ha iniziato una protesta con lo sciopero della fame.
Ma perché, tra i tanti enti di produzione musicale, l’unico che sembra essere azzerato è proprio The Brass Group? Forse il Governo della Regione considera il jazz una forma musicale di serie b?
“Non comprendiamo il perché – ha precisato Ignazio Garsia – ci debba essere una differenza fra la lirica, la sinfonica e il jazz. Riteniamo che la cultura debba avere pari diritti e dignità. Attendiamo di poter essere ascoltati dal presidente della Regione, dall’assessore al Turismo e Spettacolo e dai capigruppo dei partiti”.
Intanto, davanti l’ARS continua la protesta del Maestro Garsia e dei soci della Fondazione e si attende da parte della Regione una risposta.
Arrivano segnali di solidarietà e sensibilità da parte del mondo musicale, da artisti e cittadini. Tra i social ormai è spopolato l’hashtag #savethebrassgroup .
Non è mancato il commento del Sindaco Orlando: “esprimiamo condivisione per la protesta portata avanti, in queste ore, dal presidente della Fondazione The Brass Group, Ignazio Garsia che con il suo pianoforte si trova davanti Palazzo d’Orleans e che si è visto azzerare in Finanziaria regionale i contributi per l’anno 2016. E’ inaccettabile che una delle maggiori realtà musicali nazionali, l’unico ente italiano di produzione di musica jazz e tra i più rari al mondo si veda costretto ad annullare i suoi concerti e a mandare a casa oltre cinquanta dipendenti fra personale d’orchestra e amministrativo a causa della mancanza di fondi. Chiediamo ai vertici della Regione un intervento urgente affinché si ponga rimedio a questa incresciosa situazione che rischia di far scomparire un prestigioso strumento primario di produzione e diffusione dell’arte e della cultura musicale del nostro tempo”.
Il consigliere comunale di Palermo Paolo Caracausi: “ritengo che escludere il Brass Group dai finanziamenti regionali sia l’ennesima dimostrazione che questa amministrazione regionale non è adeguata ai bisogni della nostra Sicilia – dice Caracausi – Crocetta e tutta l’Assemblea regionale vadano a casa e lascino che i siciliani eleggano una nuova classe politica all’altezza del ruolo”.
“L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita” è la scritta scolpita nel frontone del Teatro Massimo di Palermo e questo vale per tutte le sue forme ed espressioni: #savethebrassgroup.