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Salvo Piparo riporta L’Orlando Furioso al Biondo ed è tutto esaurito

Palermo, 03.11.2016 – Un Orlando smarrito più che furioso quello che Salvo Piparo ha portato in scena ieri sera nella gremita Sala Strehler, del ridotto del teatro Biondo, inaugurando la stagione 2016/2017.

Piparo, nelle vesti di Brunello, racconta le gesta dei paladini di Francia, i nobili cavalieri della corte di Carlo Magno, accompagnato dal mezzo soprano Costanza Licata nel ruolo di Angelica,  da Irene Maria Salerno al pianoforte e da Francesco Cusumano alle percussioni.

Brunello, vestito di bianco come un pupo di zucchero, come lui stesso si definisce, ripercorre attraverso il cunto l’intrigo amorosoorolando-1 che vede protagonista il nobile Orlando, la maliziosa e tentatrice Angelica, l’amico e compagno d’arme Rinaldo e infine il giovane Medoro che, come racconta la storia, ha la meglio sui cavalieri. Una fiaba antica e moderna, intrisa di tradimenti, passioni e follia che da sempre ha incantato il popolo siciliano attraverso il cunto dei pupari e che oggi si custodisce come una preziosa reliquia tra le quinte di un teatro. Il cunto, che si srotolava col suo ritmo incalzante sotto gli occhi incantati del popolo, ieri come oggi, riporta in vita la magia dei pupi siciliani, gli amori, le lotte, gli inseguimenti, gli incantesimi, raccontando di una realtà fatta di inganni e raggiri ma anche di coraggio e nobiltà d’animo.

Salvo Piparo, instancabile mattatore padroneggia il cunto sublimando la fervente sicilianità, che diventa per sua bocca, passione e amore viscerale per la sua terra. Orlando infine, come un sopravvissuto, come un reietto, vaga per le strade della Vucciria, ubriaco, attonito, smarrito più che pazzo; deluso, ingannato, ferito si volge alla luna con occhi speranzosi, lì dove tutte le cose smarrite sono deposte. Ma anche la luna sembra burlarsi di lui.

Un racconto delicato che trasuda magia e nostalgia, quello che Piparo porta in scena attraverso la narrazione dell’Orlando furioso. Il riso è sincero, commosso, elegantemente malizioso. Le armature dei pupi, appesi alle quinte teatrali come monito del loro antico prestigio, brillano scintillanti, per ricordare sempre di essere loro i protagonisti. Umanizzati dal racconto, danzano nobili al ritmo del pianoforte e delle percussioni che scandiscono i tempi della narrazione.

Lo spettacolo, diretto da Luigi Maria Burruano, andrà in scena fino al 9 novembre, biglietti ancora disponibili presso la biglietteria del teatro Biondo.

 

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