Un dibattito intenso e ricco di spunti quello andato in scena nel Centro Kim di Salemi lo scorso 9 dicembre. Al convegno “Mandorlicoltura superintensiva. Innovare per competere nel mondo” relatori e presenti si sono confrontati sulle opportunità che può offrire la diffusione di questa tecnica di coltivazione. “Oltre 200 persone davvero interessate alla mandorlicoltura – ha commentato l’avvocato Pasquale Perricone, moderatore del Convegno – e all’introduzione di nuovi sistemi di coltivazione sul territorio che possano realmente apportare benefici all’economia locale. Inoltre, siamo vicini alla presentazione dei bandi per il Piano di Sviluppo Rurale in Sicilia: un’opportunità concreta per gli imprenditori agricoli trapanesi”. Affrontati nel dettaglio gli aspetti tecnici e agronomici, ma anche e soprattutto commerciali, in relazione alla possibile introduzione nel Trapanese, e in tutta la Sicilia Occidentale, dei nuovi sistemi di mandorlicoltura superintensiva. In questo momento vi sono numerosi agricoltori e viticoltori che hanno venduto i catastini, soprattutto al nord, e hanno terreni vuoti e inutilizzati: le mandorle potrebbero essere l’alternativa ideale per contrastare la crisi e produrre un reddito soddisfacente.
Ed è proprio per la necessità di rispondere alla crisi delle imprese agricole siciliane che è stato pensato il Convegno di Salemi: informare agricoltori e imprenditori sulle potenzialità dei nuovi sistemi utilizzabili nella coltivazione del mandorlo e sulle opportunità derivanti dai contributi del Piano di Sviluppo Rurale e da un investimento in un settore alternativo e redditizio. Il tutto attraverso il racconto di esperienze già vissute sul territorio siciliano.
“I nuovi sistemi introdotti nella mandorlicoltura – ha spiegato Giuseppe Rutigliano, agronomo e relatore del Convegno – permettono la produzione di una quantità di mandorle tale da ricavare 20mila euro per un solo ettaro di terreno. E non è da trascurare il reddito proveniente dalle parti di scarto del frutto, come il mallo e il guscio”.