Lunedì 2 gennaio si apre in Sicilia, in anticipo rispetto al resto d’Italia, la stagione dei saldi invernali. Un appuntamento atteso dai consumatori per acquistare prodotti a prezzi scontati e dai commercianti per proporre e far conoscere le offerte migliori.
Per l’occasione i 130 negozi della galleria del centro commerciale Forum Palermo resteranno aperti dalle ore 9 alle 22, mentre l’area della ristorazione Le Putìe di Forum, come di consueto, dalle 9 alla mezzanotte. Sabato 31 dicembre il centro commerciale sarà aperto dalle ore 9 alle 18, mentre resterà chiuso il giorno di Capodanno.
**
Federconsumatori Sicilia: come si formano i prezzi?
Anche quest’anno la Sicilia è tra le prime Regioni italiane in cui inizieranno i saldi invernali:
il 2 gennaio si parte, anche se non è prevista alcuna partenza “sprint”. Secondo i dati
dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, infatti, solo il 24% delle famiglie italiane comprerà qualcosa, con una spesa media per famiglia di 178,60 euro (in calo del 3% rispetto ai saldi dell’anno scorso).
In Sicilia, probabilmente, queste cifre saranno ancora inferiori visto il potere d’acquisto dei
siciliani, notevolmente sotto la media nazionale italiana. Non c’è affatto da stupirsi se pochi
siciliani compreranno con i saldi e se cercheranno di spendere il meno possibile: a causa
del carobollette e dell’inflazione generale (+2.384,42 euro in media a famiglia), da una
parte, e di altre iniziative commerciali come il Black Friday, dall’altra, di soldi in tasca ne
restano ben pochi per 2 milioni di famiglie siciliane.
Tuttavia, secondo Federconsumatori Sicilia c’è anche altro da considerare: hanno ancora
senso i saldi tradizionali, in un’epoca in cui tutto è costantemente in saldo, online e non
solo?
La regola d’oro dei saldi è quella di monitorare il prezzo di un bene prima del periodo degli
sconti, per controllare che il venditore non stia manipolando il prezzo facendoci credere
che stiamo facendo un affare. Fare questa cosa, però, oggi è sempre più difficile perché i
prezzi dei prodotti cambiano in continuazione, con oscillazioni anche a due cifre
percentuali se parliamo di negozi online.
A questo punto, premettendo che il consumatore ha il diritto di pagare il prodotto al prezzo
minore quando è possibile, è urgente fare chiarezza su come si formano i prezzi. Nessuna
criminalizzazione degli e-commerce, certamente, ma è doveroso chiedersi come sia
possibile che uno smartphone oggi costi 1.000 euro al lancio e 600 euro dopo appena tre
mesi, o che una televisione passi da 1.999 a 799 euro in meno di un anno.
Cosa ancor più assurda è la differenza di prezzo spesso applicata dalle grandi catene
dell’elettronica su prodotti di largo consumo, come i “grandi bianchi” (frigoriferi, lavatrici,
lavastoviglie, etc. etc.), in base alla modalità di acquisto online/offline: in questi giorni
abbiamo monitorato le differenze di prezzo di una lavatrice di alta gamma e abbiamo
constatato che lo stesso prodotto comprato nei punti vendita fisici costava 1.099 euro,
mentre il prezzo scendeva a 549 euro comprando la lavatrice sullo store online della
stessa catena di elettronica.
Stesso prodotto, stesso venditore, prezzo dimezzato se si compra online. Ma non tutti
vogliono (o riescono) a comprare online e questa differenza di prezzo così estrema rischia
di trasformarsi in una vera e propria discriminazione nei confronti di chi non mastica molto
di digitale e acquisti online. O, semplicemente, preferisce non lasciare i dati della propria
carta di credito su un sito Web.
Ora, immaginiamo che quella lavatrice con i saldi verrà scontata del 20-30%: comunque
nel negozio fisico, anche scontata, costerà sempre di più che nel negozio online. Chi la
comprerà in negozio durante i saldi vedrà il prezzo scendere di 200 o 300 euro e crederà
di aver fatto l’affare dell’anno ma, in realtà, non è affatto così.
C’è chiaramente un problema da risolvere, perché i consumatori hanno diritto a sapere
quanto costa realmente un prodotto per poi fare le proprie valutazioni in merito
all’acquisto.
I CONSIGLI DI TANASI – CODACONS PER EVITARE FREGATURE
I saldi invernali ufficialmente in Sicilia prendono il via lunedì 2 gennaio. “Un inizio, però, solo formale, dal momento che i saldi sono di fatto già partiti da giorni in tutta l’Isola” – afferma il Codacons. “Numerosi negozi e catene commerciali hanno lanciato sconti e promozioni speciali per i propri clienti, con ribassi dei prezzi che arrivano fino al -60% comunicati via sms, Facebook, Whatsapp o mail – spiega l’associazione – Un fenomeno già registrato negli ultimi anni”.
Come ogni anno Francesco Tanasi professore dell’Università San Raffaele e Segretario Nazionale Codacons mette in guardia i consumatori da possibili fregature, e diffonde i consigli utili per fare acquisti in sicurezza durante i saldi:
Conservate sempre lo scontrino: non è vero che i capi in svendita non si possono cambiare. Il negoziante è obbligato a sostituire l’articolo difettoso anche se dichiara che i capi in saldo non si possono cambiare. Se il cambio non è possibile, ad es. perché il prodotto è finito, avete diritto alla restituzione dei soldi (non ad un buono). Avete due mesi di tempo, non 7 o 8 giorni, per denunciare il difetto.
Le vendite devono essere realmente di fine stagione: la merce posta in vendita sotto la voce “Saldo” deve essere l’avanzo di quella della stagione che sta finendo e non fondi di magazzino. State alla larga da quei negozi che avevano gli scaffali semivuoti poco prima dei saldi e che poi si sono magicamente riempiti dei più svariati articoli. È improbabile, per non dire impossibile, che a fine stagione il negozio sia provvisto, per ogni tipo di prodotto, di tutte le taglie e colori.
Girate. Nei giorni che precedono i saldi andate nei negozi a cercare quello che vi interessa, segnandovi il prezzo; potrete così verificare l’effettività dello sconto praticato ed andrete a colpo sicuro, evitando inutili code. Non fermatevi mai al primo negozio che propone sconti ma confrontate i prezzi con quelli esposti in altri esercizi. Eviterete di mangiarvi le mani. A volte basta qualche giro in più per evitare l’acquisto sbagliato o per trovare prezzi più bassi.
Consigli per gli acquisti. Cercate di avere le idee chiare sulle spese da fare prima di entrare in negozio: sarete meno influenzabili dal negoziante e correrete meno il rischio di tornare a casa colmi di cose, magari anche a buon prezzo, ma delle quali non avevate alcun bisogno e che non userete mai. Valutate la bontà dell’articolo guardando l’etichetta che descrive la composizione del capo d’abbigliamento (le fibre naturali ad esempio costano di più delle sintetiche). Pagare un prezzo alto non significa comprare un prodotto di qualità. Diffidate dei marchi molto simili a quelli noti.
Diffidate degli sconti superiori al 50%, spesso nascondono merce non proprio nuova, o prezzi vecchi falsi (si gonfia il prezzo vecchio così da aumentare la percentuale di sconto ed invogliare maggiormente all’acquisto). Un commerciante, salvo nell’Alta moda, non può avere, infatti, ricarichi così alti e dovrebbe vendere sottocosto.
Servitevi preferibilmente nei negozi di fiducia o acquistate merce della quale conoscete già il prezzo o la qualità in modo da poter valutare liberamente e autonomamente la convenienza dell’acquisto.
Negozi e vetrine. Non acquistate nei negozi che non espongono il cartellino che indica il vecchio prezzo, quello nuovo ed il valore percentuale dello sconto applicato. Il prezzo deve essere inoltre esposto in modo chiaro e ben leggibile. Controllate che fra la merce in saldo non ce ne sia di nuova a prezzo pieno. La merce in saldo deve essere separata in modo chiaro dalla “nuova”. Diffidate delle vetrine coperte da manifesti che non vi consentono di vedere la merce.
Prova dei capi: non c’è l’obbligo. È rimesso alla discrezionalità del negoziante. Il consiglio è di diffidare dei capi di abbigliamento che possono essere solo guardati.
Pagamenti. Nei negozi che espongono in vetrina l’adesivo della carta di credito o del bancomat, il commerciante è obbligato ad accettare queste forme di pagamento anche per i saldi, senza oneri aggiuntivi.
Fregature. Se pensate di avere preso una fregatura rivolgetevi al Codacons, oppure chiamate i vigili urbani.
—
AVVIO DEI SALDI IN SICILIA
CIDEC: “TREND IN LENTO MA COSTANTE AUMENTO”
A PALERMO, “PROMOSSA” LA PEDONALIZZAZIONE DI VIA EMERICO AMARI: “SCELTA VICENTE PER L’INTERA CITTÀ”
Il bilancio della prima settimana di saldi in Sicilia è complessivamente positivo anche se, rispetto allo stesso arco temporale del 2022, l’incremento degli acquisti è piuttosto timido e registra una percentuale compresa tra il 5 e il 10%.
Lo afferma il presidente regionale della Confederazione Italiana Esercenti Commercianti Salvatore Bivona che sottolinea come, nei primi giorni di gennaio, il trend delle vendite in occasione degli sconti sia stato decisamente lento ma costante nell’aumento, con particolare attenzione rivolta alle città dell’isola con i centri storici e gli elementi di attrattività turistica maggiormente rilevanti: Palermo, Catania, Agrigento, Siracusa e Ragusa in testa.
Nello specifico, sulla scorta delle considerazioni dei commercianti pervenute all’Osservatorio economico dell’associazione di categoria, nel capoluogo siciliano le vendite sarebbero caratterizzate da una sensibile ripresa.
Un dinamismo in gran parte legato alla presenza di visitatori, sia italiani che stranieri che, secondo Salvatore Bivona, consentirà ai commercianti di eliminare la merce invenduta negli anni scorsi.
“L’elemento positivo – spiega – è la continuità delle vendite: nessun assalto ai negozi, ma un interesse assiduo che porta gli acquirenti a spendere cifre non certo rilevanti ma in modo consapevole”.
Segnali di ripresa, secondo la CIDEC, giungono soprattutto dal settore dell’artigianato.
“A Palermo, gli ultimi mesi del 2022 – osserva – sono stati caratterizzati da una forte presenza di fiere nel tessuto cittadino e in periferia: mai come quest’anno, abbiamo ricevuto commenti positivi da parte dei nostri iscritti che hanno partecipato a piccole rassegne dedicate sia all’oggettistica che alla gastronomia”.
Anche la CIDEC – che tra le organizzazioni datoriali è quella che annovera al proprio interno il più alto numero di commercianti ambulanti – ha allestito la tradizionale fiera natalizia in viale Regione Siciliana, registrando da parte dei venditori un buon feedback.
“Una boccata d’ossigeno – afferma il presidente – che ha consentito al piccolo commercio di risollevare la china dopo un periodo estremamente problematico”.
Più in generale, secondo le valutazioni della Confederazione, a Palermo si è rivelata particolarmente vincente la scelta di pedonalizzare la via Emerico Amari.
“La strada – precisa Salvatore Bivona – ha assunto il ruolo di porta d’ingresso della città, anche in considerazione dell’estrema vicinanza al porto: i turisti approdano, una volta sbarcati, in una via dove la ristorazione funziona molto bene, con un’alta concentrazione di negozi di vicinato e di souvenirs”.
“Anche i residenti di via Emerico Amari e delle zone limitrofe – conclude – hanno espresso, a oggi, pareri positivi sul nuovo assetto della strada”.