Un proverbio portoghese afferma che “gli ospiti sono sempre graditi: o quando vengono o quando se ne vanno” dando così motivo ad ampie interpretazioni dove la cortesia – in ogni caso centrale in questo tipo di rapporti – assume tinte ambigue. Ed è su questa “doppiezza della cortesia” che gioca il tema della corrente edizione di SabirFest (dal 5 all’8 ottobre) dal titolo “(s)cortesie per il ospiti”. Con il ritorno di SabirFest, la manifestazione di cultura e cittadinanza mediterranea, ancora una volta si allarga l’orizzonte del confronto per progettare e vivere nuove forme di cittadinanza mediterranea, contro le passate e le nuove preclusioni, contro le antiche e le nuove ingiustizie. La manifestazione – nata a Messina nel 2014 e dal 2016 raddoppiata a Catania – quest’anno arriva oltre lo Stretto, alla vicina Reggio Calabria. Si salda così un’asse viario ad alta velocità di “idee”, con un “ponte lungo” che va al di là dei “famosi” tre chilometri e che è ben più economico, rispetto al decantato “Ponte sullo Stretto”, perché immaginato. Un’autostrada, dunque, non cementificata, che necessità, per mantenersi, non dei pedaggi di annoiati automobilisti, ma del crowfounding, cioè del sostegno economico di chi vuole mantenere autosufficiente e, pertanto, libero e indipendente questo spazio culturale a cielo aperto e in crescita del nostro Mezzogiorno d’Italia. Un’asse lungo che
percorre dunque un’area letteraria prolifica e che si estende dalle ambientazioni dell’Horcynus Orca di D’Arrigo sino ad arrivare a quelle dé I Vicerè di De Roberto e del Don Giovanni in Sicilia di Brancati. Per tornare, però, al carattere peculiare della nostra manifestazione oggi, anche se i classici non vanno messi da parte, essa fa perno su alcuni indispensabili pilastri, – l’importanza della conoscenza dell’altro, il riconoscimento delle libertà fondamentali a tutti, la solidarietà estesa e i diritti tutelati – che orientano, in questo ambito di discussione, spettacolo, mostre di libri e incontri aperto a scrittori, giornalisti, editori, artisti e liberi pensatori, questo “work in progress” in cui a vario modo ci si confronta sulle nuove convivenze (come i temi, sempre sul filo dell’ambigua ironia, delle trascorse edizioni testimoniano: nel 2014 “Pensare al futuro”, nel 2015 “FuoriLuogo” e nel 2016 “Vuoti di memoria” e “Citta arcipelago”). Si comincia, allora, e buon SabirFest a tutti, ricordando: “ponti, non muri”, “strade, non reticolati” e per provare a concretizzare insieme, e dal basso, il nuovo Mediterraneo.
Approfondisci l’evento: http://www.sabirfest.it/images/documenti/SabirFest_2017-programma.pdf