giovedì, 19 Dicembre 2024
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Rosario Guagliardo finalmente a Santiago di Compostela

Dopo 25 giorni il nostro “Camminatore” ha raggiunto la meta.

Dopo venticinque giorni dalla partenza da San Juan Pie de Port, Rosario Guagliardo ha concluso a Santiago di Compostela il suo “Cammino francese” di circa 800 chilometri . Durante le tappe ci ha costantemente aggiornati con le sue descrizioni dei paesaggi, del percorso, del suo stato fisico ed emotivo, inviandoci numerosissime foto e facendoci così diventare suoi compagni di viaggio virtuali. 


Il nostro “Camminatore” all’arrivo a Palermo ci è apparso fisicamente un pò “provato”  e sicuramente dimagrito, frutto sia della fatica sia della frugale alimentazione. Queste sono infatti le principali difficoltà di chi affronta il “Cammino di Santiago” da pellegrino e non da turista, un ”Camino”, un pellegrinaggio che porta ogni anno milioni di persone a compierlo. Pellegrini sia anziani sia giovani si cimentano nei percorsi più o meno lunghi, più o meno faticosi, chi con uno spirito fatto di sacrifici e di riflessioni e chi solo per sport.

La pergamena che ha testimoniato il passaggio nella struttura che
ha ospitato per la notte il pellegrino

Il nostro concittadino Guagliardo ha anticipato di circa nove giorni il suo arrivo a Santiago, concludendo 34 tappe in 25 giorni anziché in 34 giorni come previsto dalle indicazione della cartina guida che portava con sé.

Domenica 21 maggio, Rosario ci descrive la penultima tappa, quella che da Melide lo porta a Pedrouso. “Trentasei chilometri tra boschi e torrenti. Strada tutta in pianura e, a parte i soliti saliscendi, tutto sommato nella norma. Tempo bello anche se la mattina ha fatto freddo. Percorso terminato in otto ore compresa qualche pausa pranzo”.

Lunedì 22 maggio, finalmente, ma in anticipo sui tempi previsti, il nostro “Camminatore” arriva nella città dove la storia vuole che vi sia la tomba di San Giacomo apostolo, nonché sospirata e meritata meta: “Stamattina, dopo una sgamba di appena 20 km fatta in 4 ore, sono arrivato a Santiago di Compostela. Devo dirvi che è stato molto emozionante. Abbiamo visitato la cattedrale e siamo stati alla messa dei pellegrini in Italiano, dove, durante l’omelia, il sacerdote ci ha chiamati all’altare per benedirci uno per uno. Devo confessare che è stato un momento molto toccante e commovente.

l’interno della Cattedrale di Santiago

A giorni sarò a casa e porterò con me in maniera indelebile questi 25 giorni di Cammino”.
Mercoledì 23 maggio l’arrivo di Rosario all’aeroporto Falcone-Borsellino per poi recarsi a casa a Partanna Mondello da dove tutto è iniziato.

“A mio modesto parere, un pellegrinaggio come quello di Compostela deve essere preparato non solo spiritualmente e psicologicamente, ma anche atleticamente. Non è una passeggiata ma una “faticata”, che a volte, purtroppo, può diventare anche fatale: varie le croci che si incontrano lungo il percorso a ricordo di chi in quel posto si è fermato per sempre.

E’ quindi necessario curare ogni minimo dettaglio, come il prepararsi nello sforzo richiesto dal portare, per circa un mese, uno zaino sulle spalle. Si tratta di un cammino che è principalmente un pellegrinaggio, che permette ogni giorno di vivere sensazioni intime e personali ed emozioni uniche nello scoprire non soltanto luoghi e persone, ma anche se stessi. Conclude così il nostro ”Camminatore”: ”Con me porto il ricordo dei tanti visi visti e delle tante persone incontrate anche solo per un giorno, ma principalmente i rapporti nati con chi ho condiviso più giorni di percorso, con i quali magari un giorno ci potremmo rincontrare. E’ stata un’esperienza indimenticabile che auguro di vivere a chiunque ne abbia la possibilità”.

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