Si torna a parlare, a Palermo di “Spyros. Il marinaio italiano”, il romanzo primo di Rita Giammarresi. L’incontro è in programma per sabato 26 gennaio, alle ore 18, al Circolo Culturale Alfonso Giordano insieme all’autrice, al Presidente del Circolo, Salvatore Tosto, alla professoressa Francesca Terrasi, e allo scrittore Fabio Ceraulo.
L’autrice palermitana, Rita Giammarresi, in questo romanzo – a metà tra un’autobiografia fittizia e un romanzo di formazione – pubblicato da Bonfirraro editore, ricostruisce la vita del padre, Giuseppe di cui ripercorre alcuni momenti importanti: dalle misere strade della periferia palermitana alla chiamata alle armi in Grecia durante la Seconda Guerra Mondiale fino al ritorno in patria. Il risultato è un libro di grande intensità e dallo stile delicato.
Giuseppe, detto Pinuzzu, è nato nel 1922 nel quartiere Capo a Palermo, orfano di padre è cresciuto dalla madre, donna Maria, infermiera di professione che, in quegli anni, era come essere figlio di una dottoressa con un’importante carriera. Maria, per evitare che finisca per strada a fare il delinquente, lo manda in collegio perché vuole dargli un’istruzione e perché per lei è meno dispendioso che tenerlo in casa. Il ragazzo, ormai istruito – anzi allittrato – e cresciuto, torna a casa e capisce che deve trovarsi un vero lavoro, così, con la sua faccia tosta, riesce a introdursi ai cantieri navali e a farsi assumere. Un giorno di qualche anno dopo sente la madre piangere e la vede con una cartolina gialla in mano: è la chiamata alle armi. Giuseppe sarà arruolato in Marina e mandato in Grecia, dove vi passerà quattro anni, guadagnandosi il soprannome “Spyros”, simbolo di fortuna. Quest’esperienza sarà di enorme importanza per il protagonista che, per tutta la vita non dimenticherà mai gli incontri fatti e le esperienze in Grecia.
La storia di Rita Giammarresi, che sta a metà tra l’autobiografia fittizia e il romanzo di formazione, comincia dal momento in cui Giuseppe, anziano, è appena morto ed è circondato dai parenti che lo piangono ma, per sua stessa ammissione, non si è mai sentito più vivo. Inizia così a ripercorrere i momenti più salienti della propria vita, quasi prendendo per mano il lettore e trascinandolo nel suo mondo, tra il Capo e la Grecia, e dimostrandogli che la tenacia e gli sforzi con cui ha affrontato tutte le avversità sono stati ripagati. Tramite le parole colme di tenerezza della figlia, Giuseppe Giammarresi diventa quasi una figura mitica, nonostante sia una persona normale, «perché in fondo Spyros è semplicemente uno di noi, una persona ricca di pregi e difetti ma anche di grande umanità, che ha vissuto la sua vita affrontando tutto con coraggio e senza mai tirarsi indietro davanti alle sfide del destino» (dall’introduzione di Fabio Ceraulo).