giovedì, 26 Dicembre 2024
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Ripensare l’arte contemporanea: la mostra di Mauro Di Girolamo è un invito

"Palermo nascita contemporanea" è un invito alla riflessione sul futuro dell'arte: cosa può produrre oggi l'artista che non sia stato già realizzato? L’arte deve ripensarsi per rinascere

La Chiesa del Piliere è uno dei tesori palermitani ritrovati, una di quelle piccole perle che Palermo nasconde alle spalle del centro, imboccando uno dei vicoli che danno su via Roma. Proprio qui, all’interno della chiesa, l’artista Mauro Di Girolamo ha scelto di allestire la sua mostra “Palermo nascita contemporanea“, inaugurata lo scorso sabato 30 giugno e visitabile ancora nei giorni 7, 8, 14, 15 luglio dalle 10 alle 18 ad ingresso gratuito.

Alla sinistra della navata principale della Chiesa si estende in un piccolo cortiletto e poi, percorrendo una scala, si giunge alla cripta dove si è svolto l’evento, l’estemporanea di pittura di Mauro Di Girolamo accompagnata dalla performance musicale di Aldo Ammirata. Un dialogo tra la produzione pittorica dell’artista e un genere musicale innovativo che unisce la musica classica a quella elettronica.

Dietro la scelta dello spazio c’è una precisa simbologia: la cripta, un luogo deputato alla morte, diventa luogo di trasformazione e rinascita. A dover rinascere, secondo Mauro Di Girolamo, è l’idea stessa di arte che sembra giunta ad un bivio importante: l’artista contemporaneo può riprodurre, emulare o reinterpretare quello che è già stato realizzato da altri artisti o dall’altro lato, l’arte può trasformarsi in qualcosa di nuovo, resettarsi, partire da zero ed essere ripensata.

Particolare quadro Nascita Contemporanea
Particolare quadro Nascita Contemporanea

Emblema di questa riflessione è la tela che troneggia, al centro della cripta, rispetto agli altri quadri della mostra. Sono rappresentati due importanti artisti contemporanei, Damien Hirst e Marina Abramović che, in particolare, tiene in braccio una scimmia, anche lei simbolo del mistero dell’inizio come la scimmia di Kubrick. Al centro del quadro, una tela vuota.

La tela bianca è un invito alla riflessione, un chiedersi “a che punto è oggi l’arte? quale futuro le spetta?”. I tratti definiti del quadro principale “Nascita, Natività contemporanea” si contrappongono all’indefinitezza degli altri quadri. Semplici contorni, volti svuotati senza espressioni che restituiscono una quasi tangibile “dimensione dell’assenza”, come sostiene lo stesso Mauro Di Girolamo. Una serie di tele che rappresentano un omaggio ai personaggi della storia dell’arte, dalla Venere di Botticelli alla Dama con l’ermellino di Leonardo da Vinci.

Palermo nascita contemporaneaLa musica di Aldo Ammirata è parte fondamentale di “Palermo nascita contemporanea”, resterà infatti come installazione sonora fino alla fine della mostra. Lo stile classico incontra l’energia della musica elettronica così come l’arte classica incontra la performance art di Marina Abramović, “madrina” dell’arte contemporanea. Mauro Di Girolamo ritrova la stessa “energia” della musica elettronica nella scelta del colore giallo usato per le tele, che restituisce «solarità e potenza a questi volti che hanno smarrito la propria identità». Un voler suggerire quanto l’arte abbia nel tempo perso la sua identità originaria, il suo classicismo, e si sia trasformata in qualcosa di etereo, simbolico all’estremo. Per questo il nucleo fondante, il pensiero di base da cui nasce il progetto della mostra è il futuro dell’arte: “Palermo nascita contemporanea” è l’attesa di una nuova natività, di un ritorno all’origine, una decostruzione dell’arte di oggi per ripartire dall’essenza.

«Si tratta di una serie di tele ispirate dal quadro che dà il titolo alla mostra – ha affermato l’artista Mauro Di Girolamo –, sotto le suggestioni della musica classica contemporanea di Aldo Ammirata. Sono molto contento che il messaggio che sottende questa esposizione sia arrivato al pubblico, per me è più difficile descriverlo a parole che cercare di farlo comprendere direttamente allo sguardo attraverso la pittura. Il pubblico si è potuto rispecchiare quale soggetto potenziale ritratto, un fruitore partecipe della storia dell’arte citata nei miei quadri. La tela bianca è un invito. Ringrazio in particolar modo chi sostiene sempre il mio lavoro, con emozione e autenticità – ha concluso l’artista -, mi sento incoraggiato a continuare la ricerca artistica che, si sa, non ha mai fine e a tratti spaventa. Anche i grandi artisti del passato e di oggi hanno attraversato questo mare ignoto, cerco di seguire la loro luce nell’affrontare la creazione artistica, e procedo».

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