Si sono svolte questa mattina a Palermo le cerimonie in ricordo del XXXIV anniversario dell’uccisione del vice questore Ninni Cassarà e dell’Agente di Polizia Roberto Antiochia, trucidati dalla mafia il 6 agosto del 1985 in via Croce Rossa.
Le iniziative sono state organizzate in collaborazione con la Questura di Palermo.
Nel corso della commemorazione, che si è tenuta in piazza Giovanni Paolo II, è stata scoperta una stele in memoria dei due e deposta una corona di alloro alla presenza delle massime autorità civili e militari della Città, tra cui il prefetto Antonella De Miro e il questore Renato Cortese.
Successivamente è stata celebrata una messa presso la cappella di Maria santissima della Soledad, in salita Antonio Manganelli.
“Oggi ricordiamo il sacrificio di due servitori dello Stato che con coraggio hanno combattuto la mafia e che in anni difficilissimi dedicarono il proprio impegno alla caccia ai latitanti – ha commentato il sindaco Leoluca Orlando -. Anche grazie all’esempio di questi uomini, oggi le istituzioni a Palermo sono unite e impegnate senza equivoci nella lotta alla mafia”.
Oggi ricorre inoltre il XXXIX anniversario dell’uccisione del Procuratore capo di Palermo, Gaetano Costa, in un agguato mafioso in via Cavour avvenuto il 6 agosto 1980. La cerimonia in suo suffragio si è svolta presso la chiesa di San Giovanni dei Napoletani, in piazza Marina. Successivamente, una corona di alloro è stata deposta, alla presenza del primo cittadino di Palermo e delle massime autorità civili e militari della Città, sulla lapide che ricorda il luogo dell’omicidio.
“Oggi facciamo memoria del procuratore Costa ucciso dalla mafia in quel terribile 1980 di sangue – ha dichiarato il sindaco Leoluca Orlando -. Costa era un magistrato colto e intransigente, costretto a operare in condizioni di isolamento dentro lo stesso Palazzo di Giustizia e spesso considerato con ostilità anche dai suoi colleghi. Rendere memoria al Procuratore Gaetano Costa è riconoscere che egli ha compiuto il proprio dovere con professionalità e dedizione sino all’estremo sacrificio, e che resta a noi il compito di proseguire su un cammino che ha liberato la Città dal governo della mafia, ma non ancora dalla mafia armata e affaristica”.