I lavoratori dell’Ente Strumentale della Croce Rossa Italiana transitati nel 2016 presso il Tribunale di Palermo per effetto della mobilità volontaria e obbligatoria disposta dal Dipartimento della Funzione pubblica, hanno chiesto all’amministrazione di accertare e dichiarare il loro diritto all’adeguamento delle retribuzioni al trattamento economico precedente.
A darne notizia è il segretario generale della Uil Pubblica Amministrazione Alfonso Farruggia. «I dipendenti che avevano precedentemente prestato servizio presso la CRI nei ruoli civili – spiega l’esponente sindacale – assistiti dall’avvocato Filippo Buttà del Foro di Palermo, hanno presentato un ricorso al giudice del lavoro di Palermo contro il ministero della Giustizia, chiedendo il ripristino del trattamento del quale godevano prima del loro trasferimento, mediante assegno ad personam, secondo quanto disposto dall’articolo 6 del decreto legislativo 178 del 2012».
«Ad oggi – aggiunge il segretario generale – il ministero non ha adottato alcun provvedimento necessario a mantenere la posizione giuridica ed economica goduta dal personale della CRI prima del passaggio, provocando un danno concreto alla situazione patrimoniale acquisita dai lavoratori presso l’amministrazione di provenienza». Il ricorso è l’ultimo step di una vicenda iniziata l’anno scorso quando, nel mese di luglio, il sindacato avviò un’azione legale affinché i lavoratori ricollocati negli uffici del ministero della Giustizia ricevessero le differenze stipendiali maturate a partire dal 1 settembre 2016 e non ancora corrisposte.