giovedì, 26 Dicembre 2024
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Riapre la chiesa della Madonna della Mazza con in più due opere di Ghenie sui martiri contemporanei

Stasera in programma un concerto

Palermo. La Chiesa della Madonna della Mazza viene restituita definitivamente alla città dopo quarant’anni di abbandono, con la sua quadreria seicentesca recuperata, le opere del Battistello, dello Zoppo di Gangi e della scuola del Caravaggio. E con due pale d’altare d’eccezione, accolte dalle due cappelle laterali all’altare principale, interpretazioni contemporanee del concetto di martirio.

Quello di padre Pino Puglisi che l’assassino non riuscì a guardare in viso mentre gli sparava alle spalle, e quello dei prigionieri cristiani dello Stato Islamico. La firma è di Adrian Ghenie, di origini rumene, uno degli artisti più quotati al mondo: il suo Pie Fight Interior 12 del 2014 è stato battuto da Christie’s Hong Kong per 9 milioni di euro, stabilendo l’ultimo record per il costo di un’opera d’arte contemporanea.

Ghenie rilegge a suo modo l’iconografia sacra, ma la rende drammaticamente attuale e avvia un suo dialogo con il passato: due grandi pale d’altare, realizzate durante la pandemia nello studio berlinese dell’artista, e installate nella chiesa un anno fa. Un progetto importante, di alta valenza sociale, vero atto di mecenatismo del Terzo Millennio, nato, cresciuto  e installato per sempre da Alessandra Borghese e grazie al lavoro del direttore dei Beni culturali dell’Arcidiocesi di Palermo, padre Giuseppe Bucaro. Da questa esperienza nasce la Fondazione Ghenie Chapels. Mecenatismo per l’arte, presieduta dalla stessa Alessandra Borghese, anima del progetto, una visione che costituisce una tradizione secolare nella storia della famiglia della presidente della Fondazione che ha consolidato il suo rapporto con Palermo durante Manifesta12 quando ha curato i rapporti con il Prince Claus Fund per portare al Teatro Massimo, Bintou Were, a Sahel Opera, prima opera africana con libretto nei vari dialetti del Sahel; e con il documentario “Futuru: an inside look of Palermo”.

Martedì 28 giugno alle 10,30 il progetto verrà presentato alla stampa, alla presenza di Alessandra Borghese e di padre Bucaro. La sera, alle 20 (ingresso libero fino ad esaurimento posti) il giovane e talentuoso violinista veneto Giovanni Andrea Zanon – 24 anni e già vincitore di almeno una trentina di concorsi nazionali e internazionali – eseguirà al suo Guarneri del Gesù musiche di Bach, Massenet  e Mascagni. Al suo fianco, i siciliani Riccardo Porrovecchio al violino e Laura Vitale all’arpa. Prevista anche una piccola anticipazione del concerto alla stampa.

Dove: Chiesa della Madonna della Mazza | via Maqueda 391 | ore 20 (ingresso libero)

Con: Giovanni Andrea Zanon (violino) | Riccardo Porrovecchio (violino) | Laura Vitale (arpa) | Musiche di Bach, Massenet e Mascagni.

LA CHIESA DELLA MADONNA DELLA MAZZA

La Chiesa della Madonna del soccorso o della Mazza venne realizzata tra il 1603 e il 1606, subito dopo la costruzione della cosiddetta Strada Nuova (attuale via Maqueda) quando vennero abbattuti numerosi edifici tra cui l’originario complesso quattrocentesco di Nostra Signora del Soccorso; prende il nome dalla tradizione iconografica che raffigura la Vergine del Soccorso nell’atto di impugnare una piccola clava contro il Diavolo; è da questa rappresentazione che proviene il nome di Madonna della Mazza, usato in genere dal popolo palermitano, devoto alla Vergine per l’immediato e potente messaggio dell’onnipotenza divina contro il Male. La statua lignea che raffigura la Madonna della Mazza, databile al 1600, è posizionata nella nicchia sopra l’altare della navata principale. La chiesa è stata un punto di riferimento per i poveri durante i secoli: dopo oltre quarant’anni, ha visto riemergere l’originale quadreria, con il Giudizio Universale del manierista Filippo Paladino e diverse rappresentazioni di santi: San Giuseppe, San Girolamo, Sant’Antonio, la Concezione e la Trasfigurazione attribuiti allo Zoppo di Gangi; opere del Battistello e di scuola caravaggesca. Secondo Rosario La Duca, la sacrestia ospitava un trittico quattrocentesco proveniente dalla vecchia chiesa, di cui però si son perse le tracce.

UNA NUOVA META DI PELLEGRINAGGIO LAICO E SPIRITUALE

Il tema delle due opere sono i nuovi martiri della chiesa: da una parte le crocifissioni di cristiani, ancora oggi perpetrate in Medio Oriente, dall’altra il martirio del beato Pino Puglisi, ucciso dalla mafia nel 1993. La creazione delle Cappelle Ghenie per Palermo parte dal desiderio e dalla necessità di un immaginario che si confronti con l’eternità. La chiesa della Mazza, oltre ad essere un luogo di preghiera come deciso dalla diocesi, diventerà grazie all’intervento artistico di Ghenie, anche un sito di pellegrinaggio ecumenico del mondo dell’arte contemporanea internazionale. “Le Cappelle di Ghenie” per Palermo potrebbero essere paragonate – con le dovute differenze- al progetto della Cappella di Matisse (progettata e decorata dall’artista a Vence in Francia tra il 1949 e il 1951 per le suore domenicane) oppure alla Cappella di Rothko (la chiesa aconfessionale di Houston fondata da John e Dominique De Menil con 14 opere dell’artista, inaugurata nel 1971) .

LA CROCIFISSIONE Adrian Ghenie 2019

olio su tela 320×280 cm a cura di Alessandra Borghese

Il dipinto ha come riferimento i classici della storia dell’arte: Goya, Guido Reni, Tintoretto, Veronesi, Tiziano. Sulla croce non c’è il Cristo classico ma un contemporaneo. L’immagine che ha ispirato la composizione deriva da un reportage sulle crocifissioni che avvengono ancora oggi nei confronti dei cristiani in Siria, per Ghenie il soggetto perfetto per aggiornare un tema classico. L’uomo sulla croce indossa la tuta di un noto marchio internazionale e non è inchiodato, ma legato ai polsi sulla croce come Gesù. Sul lato sinistro del quadro vediamo la figura di un terrorista armato che va verso un elemento arancione: un chiaro riferimento ai prigionieri dello Stato Islamico obbligati ad indossare le tute arancioni prima dell’esecuzione. Anche questo è un riferimento a una recente canonizzazione della Chiesa cattolica, che ha canonizzato un gruppo di martiri della Libia (cristiani uccisi, appunto, da estremisti musulmani). Lo sfondo del quadro riprende i grigi della Chiesa della Madonna della Mazza.

IL MARTIRIO DI PADRE PINO PUGLISI Adrian Ghenie 2020

olio su tela 320×280 cm a cura di Alessandra Borghese

La composizione dell’opera è ispirata al famoso dipinto del medioevo di Michael Pacher “Sant’ Agostino e il Diavolo”, conservato presso la Pinacoteca di Monaco di Baviera. Ghenie ripropone lo storico incontro tra il Bene e il Male in maniera facilmente comprensibile anche al vasto pubblico. La Chiesa ha sempre onorato chi dà la propria vita per la fede. Padre Pino Puglisi è un martire della legalità dei nostri giorni. L’assassino con la pistola in mano prende le sembianze di un diavolo contemporaneo, vestito con un giubbotto “bomber” giallo, colore della gelosia e dell’invidia, che Lucifero prova verso Dio e il Bene. Padre Puglisi porta sulle spalle il bambino Gesù come un San Cristoforo contemporaneo e con una mano benedice il suo assassino: un vero Santo, anche se subisce violenza, non è capace di odiare il nemico. Nella parte inferiore della figura del diavolo, fuoriescono delle viscere che prendono le sembianze di un serpente che cerca di avvolgere la figura del santo nelle sue spire. Sullo sfondo i palazzi del quartiere Brancaccio e la porta di casa del sacerdote siciliano.

Adrian Ghenie 

[Bia Mare, Romania, 1977] è uno dei pittori contemporanei più brillanti e affermati al mondo. Nasce nella Romania di Ceausescu, nel 2001 si laurea all’Università d’arte e disegno di Cluj, dove nel 2005 diventa cofondatore della Galleria Plan B, uno spazio che si espanderà anche a Berlino, città in cui attualmente lavora e risiede. Nella sua pittura, Ghenie non utilizza pennelli ma spatola e stampo, che rendono gli elementi dei suoi quadri non il frutto di un preciso progetto ma “il risultato di un incidente”, come ha dichiarato lo stesso Adrian. Lo studio preliminare è realizzato con collage, estratti di giornale e tutti i materiali utili alla composizione generale della futura opera. I suoi quadri sono un incredibile sinfonia di colori: usa tubi e tubi di colore, strati e strati di pittura che si sovrappongono e si riflettono tra loro per trovare la luce e la tonalità finale. Un artista non convenzionale, interessato ai paradossi della storia contemporanea, capace di immergersi nel subconscio collettivo e di esprimere la complessità del nostro tempo dipingendola con forza e profondità. Le sue opere fanno parte delle più grandi collezioni contemporanee dal Centre Pompidou, al Museo di Denver alla collezione Pinault.

Alessandra Borghese

Giornalista, scrittrice, imprenditrice culturale. Studiosa di arte e spiritualità. Negli anni ha organizzato mostre internazionali con musei pubblici ed istituzioni private tra cui: Tamara de Lempicka, Leni Riefenstahl, la Seduzione da Boucher a Warhol. Ha portato in Italia per la prima volta gli artisti messicani Frida Kahlo, Diego Rivera e José Clemente Orozco. Per Manifesta12 (2018) a Palermo ha curato i rapporti con il Prince Claus Fund per portare al Teatro Massimo la versione ridotta di “Bintou Were, a Sahel Opera” (prima opera africana con libretto nei vari dialetti del Sahel). Ha ideato e prodotto il documentario “Futuru: an inside look of Palermo”. Nel settembre 2020 ha presentato il sentiero culturale naturalistico “Il Leonardino”, un omaggio al giovane Leonardo da Vinci nei suoi luoghi natali. www.illeonardino.it. Dal 2020 ad oggi ha lavorato, ideato e curato con il maestro Adrian Ghenie la realizzazione del progetto “The Ghenie Chapels” per la chiesa della Madonna della Mazza a Palermo. Tra i suoi libri (tradotti in molte lingue) “Noblesse Oblige” (Mondadori 2001), “Con occhi nuovi” (Piemme 2014), “Sulle tracce di Joseph Ratzinger” (Cantagalli 2008), il romanzo “La Padrona” (Mondadori 2013), “For Friends” (Steidl 2016). 

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