Catania ritrova la sua vocazione commerciale, guardando al passato con altri occhi e offrendo ai cittadini nuovi spazi. Corso Italia, da sempre simbolo di quella vivace ripresa che si respirava nell’area ai primi del Novecento – da oggi vede per la prima volta aperte al pubblico le porte di Villa del Grado (già Villa Cocuzza, al civico 209) da sempre residenza privata, un pezzo di storia del nostro capoluogo.
Grazie al gruppo Soíreve, che ha deciso di investire su uno dei palazzi che rappresentano il patrimonio culturale della città, da oggi i cittadini e i turisti potranno visitare l’opera Liberty progettata dall’ingegnere Agatino Atanasio tra il 1903 e il 1908, il cui prospetto è caratterizzato da quattro torri perimetrali e circondato da un giardino di vegetazione mediterranea che si sviluppa in via Vecchia Ognina. Quest’ultimo – con i suoi affioramenti lavici – testimonia la morfologia originaria: una piccola altura caratterizzata da percorsi e angoli suggestivi dove sorgevano le residenze di villeggiatura dei catanesi. Una struttura che rappresenta una delle poche ville superstiti, scampate alle demolizioni della speculazione edilizia che cambiò il volto di alcune zone.
Nonostante la scarsa documentazione esistente, alcune informazioni – contenute nella relazione storico-artistica dell’assessorato ai beni Culturali della Regione Siciliana (Area Soprintendenza di Catania) – consentono di ricostruire una mappatura anche sociale dell’epoca: «All’inizio del XX secolo, l’area sulla quale viene costruita era ancora aperta campagna – si legge nel documento ufficiale – la villa, complessivamente semplice e rigorosa, presenta una volumetria cubica: il portico e la loggia del balcone soprastante impreziosiscono l’edificio. Le pareti vetrate (sia del fronte Nord sia di quello Sud) rimandano alle architetture da giardino che spesso arredavano gli edifici novecenteschi. Gli ornati utilizzati per il decoro della facciata appartengono a un repertorio di motivi floreali compositi ed eclettici: essi arricchiscono al piano terra i davanzali delle finestre, le cornici d’imposta, gli archivolti e la trabeazione. Mentre al primo piano si scorgono otto finestre bifore poste in corrispondenza delle torri».
Lo stile Liberty trasporta in un’epoca dove l’innovazione estetica fotografava il rilancio dell’industria e del commercio: stucchi a rilievo con motivi a ghirlanda; basamenti a motivi geometrici e fasce policrome a figure ottagonali.
Dalle 18.00 di oggi (giovedì 18 maggio) – dopo otto lunghi anni di restauro a cura dell’attuale proprietà – questo palazzo privato ospiterà un noto brand di abbigliamento, accessori e bridal. La struttura è rimasta integra nel suo assetto originario, arricchita soltanto da un’illuminazione contemporanea che mette in risalto fregi, stucchi e pavimenti d’altri tempi. Una sperimentazione che vede fondersi insieme arte e commercio, con l’obiettivo di (ri)animare location del passato – simbolo di sviluppo e prosperità – riattivando circuiti economici virtuosi.