mercoledì, 20 Novembre 2024
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Reddito di cittadinanza e fattura elettronica: cosa sono e come funzionano

Sono ormai effettive, a partire dal 1° gennaio, le misure messe a punto dal Governo italiano, e che caratterizzeranno il nuovo asset economico-sociale del Paese: il reddito di cittadinanza e la fattura elettronica.

Il reddito di cittadinanza, incluso nel Contratto di Governo targato Movimento Cinque Stelle e Lega, è un sussidio in denaro pensato per tutti i residenti in Italia, a prescindere dal fatto che abbiano o meno un lavoro.

La misura, da inserire nella Legge di Bilancio 2019, è destinata a tutte le persone che abbiano redditi (da lavoro o pensione) troppo bassi, e quindi al di sotto della soglia di povertà stabilita dall’ISTAT pari a 780 euro.

Tale sussidio è condizionato all’impegno del richiedente ad aderire a offerte di lavoro (che saranno 3) proposte dai centri per l’impiego: chi non dovesse accettare nessuna di tali proposte, perderebbe il diritto al reddito di cittadinanza. La misura sarà effettiva a partire marzo 2019 e le somme previste per ciascuna richiesta approvata, verranno erogate a partire dal mese succuessivo di aprile.

Secondo le valutazioni tecnico-statistiche, inoltre, le misure di sostegno sociale non sono richieste da tutti coloro che fanno parte della platea degli aventi diritto, anzi l’esperienza recente rivela che la percentuale di chi ha fatto richiesta non è stata superiore all’80%.

Il reddito di cittadinanza, a regime, dovrebbe costare circa 17 miliardi di euro secondo le stime delle forze di maggioranza, mentre in base ai calcoli dell’INPS il costo è invece molto più alto, intorno ai 38 miliardi.

Precisazione doverosa va fatta invece per la pensione di cittadinanza che sarà, presumibilmente, pari a 780 euro mensili, lo stesso importo del reddito di cittadinanza. Analogo anche il meccanismo: l’assegno coprirà la differenza fra la pensione attualmente percepita e i 780 euro.

Quindi, per esempio, un pensionato che oggi percepisce 500 euro al mese, arriverebbe con questa misura a 780 euro. Non è chiaro se la misura sia destinata solo a coloro che sono già pensionati e prendono un assegno più basso rispetto alla soglia di cittadinanza (è l’ipotesi più probabile), o se invece possa riguardare anche chi non percepisce alcun assegno previdenziale, mettendo un paletto sul fattore età.

Ricordiamo che il reddito di cittadinanza, a regime, riguarderà invece tutti coloro che sono sotto i 780 euro al mese, indipendentemente dal fatto che abbiano o meno un reddito. In pratica, chi non guadagna nulla avrà un assegno da 780 euro, chi invece ha delle entrate prenderà un’integrazione, fino alla soglia stabilita.

La differenza fra pensione e reddito di cittadinanza è che quest’ultimo sarà accompagnato da una serie di regole per il reinserimento lavorativo, ed è questo il motivo per cui la riforma dovrà riguardare anche i centri per l’impiego.

Per conoscere tutti i dettagli sulla riforma e le info su come richiedere il reddito di cittadinanza, clicca sul seguente link.

Cos’è la fattura elettronica e come funziona?

Dal 1° gennaio 2019 tutte le fatture emesse, a seguito di cessioni di beni e prestazioni di servizi effettuate tra soggetti residenti o stabiliti in Italia, potranno essere solo sotto forma di fatture elettroniche.

L’obbligo di fattura elettronica, introdotto dalla Legge di Bilancio 2018, vale sia nel caso in cui la cessione del bene o la prestazione di servizio è effettuata tra due operatori Iva (operazioni B2B, cioè Business to Business), sia nel caso in cui la cessione/prestazione è effettuata da un operatore Iva verso un consumatore finale (operazioni B2C, cioè Business to Consumer).

Le regole per predisporre, trasmettere, ricevere e conservare le fatture elettroniche sono definite nel provvedimento n. 89757 del 30 aprile 2018 pubblicato sul sito internet dell’Agenzia delle Entrate.

La fattura elettronica si differenzia da una fattura cartacea, in generale, solo per due aspetti:

  • va necessariamente redatta utilizzando un pc, un tablet o uno smartphone;
  • deve essere trasmessa elettronicamente al cliente tramite il cosiddetto Sistema di Interscambio (SdI).

Sono esonerati dall’emissione della fattura elettronica solo gli operatori (imprese e lavoratori autonomi) che rientrano nel cosiddetto “regime di vantaggio” (di cui all’art. 27, commi 1 e 2, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111) e quelli che rientrano nel cosiddetto “regime forfettario” (di cui all’art. 1, commi da 54 a 89, della legge 23 dicembre 2014, n. 190).

A tali categorie di operatori si possono aggiungere i “piccoli produttori agricoli” (di cui all’art. 34, comma 6, del DPR n. 633/1972), i quali erano esonerati per legge dall’emissione di fatture anche prima dell’introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica.

Per conoscere tutti i dettagli sulla fattura elettronica, si può consultare il sito dell’Agenzia delle Entrate, oppure scaricare il pdf informativo Guida alla Fattura Elettronica.

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