Palermo, come tutti ben sappiamo, è una città ricca d’arte e di storia, ha poco verde e pochi corsi d’acqua, tra questi ultimi, pensiamo sicuramente al fiume Oreto che, passando frettolosamente, notiamo dai ponti di corso dei Mille e via Messina Marine. Purtroppo, è quasi opinione comune non considerarlo neanche come un fiume, ma in realtà potremmo definirlo come un “tesoro della nostra città”, non per questo, qualche tempo fa, fu lanciata una campagna per inserirlo tra i luoghi del cuore del FAI.
L’Oreto, il cui nome arabo è Wadi al-Abbas, scorre lungo tutta la Valle dell’Oreto e ha un bacino che si estende anche nei territori dei comuni e nelle zone di Altofonte, Monreale, Pioppo, e della Guadagna a Palermo. Abbraccia altresì il cuore della Conca d’Oro, e il suo bacino raggiunge circa i 129 km quadrati, per completare il suo percorso nel Mar Tirreno, sfociando nel tratto tra Sant’Erasmo e la spiaggia di Romagnolo. Il corso del fiume è a carattere torrentizio, e riceve acqua da tre affluenti: il Torrente dei Greci, il Vallone Piano di Maglio e il Vallone della Monaca.
Suggestiva, come racconta chi l’ha vista, è la sorgente principale del fiume: la Fontana Lupo, alla quale si lega anche la leggenda che nel passato la zona fosse frequentata da branchi di lupi. Questo è uno dei tratti in cui l’acqua si presenta più pura, tanto che si può anche bere. L’Oreto, lungo tutto il suo corso, presenta dei tratti di grande bellezza naturalistica, ricchi di flora e fauna, ma anche dei punti fortemente inquinati, legati in particolar modo agli scarichi dei comuni interessati al passaggio. In maniera particolare, è da Monreale in giù che si incontrano diversi scarichi abusivi, ma vi sono anche casi di edilizia abusiva, o parti di sponde del fiume privatizzate, quando trattasi di un bene pubblico.
Non è impossibile pensare ad un fiume che possa tornare pulito e fruibile, nei tratti accessibili, curando le sponde, e perché no, favorire anche le attività dei produttori locali che già producono in autonomia, incentivando così l’economia della zona. Non dimentichiamo, inoltre, che l’Unione europea ha inserito l’Oreto tra i siti di interesse comunitario. Sono questi alcuni dei principali obiettivi a cuore dell’associazione di promozione sociale “UpPalermo”, composta da giovanissimi volontari che credono in una città migliore, più verde e più pulita, e che curano diverse iniziative anche attraverso “ambientAzione” per quanto concerne gli aspetti ambientali.
«Ci stiamo dedicando alla Costa Sud – spiega la vice Presidente di UpPalermo, Beatrice Raffagnino – e quindi anche al fiume Oreto. Abbiamo, a tal proposito, girato un video con la partecipazione di Carmelo Nasello, docente all’Università di Palermo, e di Giuseppe Casamento, attivista del WWF Sicilia nord occidentale. In questo sopralluogo, in un tratto del fiume, abbiamo visto i vari problemi. Ma questa è solo la prima parte della nostra attività, poiché l’Oreto è piuttosto esteso. Ne gireremo sicuramente altri, per elaborare alla fine un documentario completo».
Tra le richieste più importanti che propongono i ragazzi di UpPalermo, vi è sicuramente quella dei campionamenti delle acque in modo da rintracciare, e depurare, i tratti più inquinati. La loro attività di promozione sull’Oreto si muove quindi a 360 gradi, soprattutto è volta a sensibilizzare le istituzioni a risolvere tali problemi e ai cittadini a conoscere ed amare di più il nostro fiume cittadino. «Non voglio più che la gente mi dica “Cos’è l’Oreto?” – conclude la Raffagnino – e soprattutto che il comune si svegli».
Intanto l’amministrazione comunale sta compiendo qualche passo attraverso la realizzazione di un condotto fognario, appaltato alla Tecnis, che dovrebbe far confluire tutte le acque di scarico che scendono dal fiume nel depuratore di Acqua dei Corsari. Inoltre c’è anche da aggiungere un aspetto incredibile legato alla forza della natura e alla capacità del fiume, in alcune zone, ad auto pulirsi e depurarsi da sé. Nel frattempo si spera si possa risolvere la problematica, sorta alcuni giorni fa, legata alla presenza di sostanze bianche e schiumose nelle acque dell’Oreto, rilevate in prossimità della foce. Al momento sono in corso le analisi per capire principalmente da quale scarico si sia provocata questa fuoriuscita.
«Con l’ausilio di esperti vorremmo realizzare un tavolo tecnico con tutti i comuni coinvolti nel passaggio del fiume – ha aggiunto il Presidente di UpPalermo, Fabio Punzi -. La nostra città è quart’ultima come “verde” in Italia, e per tutti noi è un obbligo considerare l’Oreto come un’opera naturale e pertanto da tutelare. Vista la straordinaria capacità del fiume, in alcuni suoi tratti, di auto pulirsi e, conoscendo i tratti inquinati, non ci sarebbe una situazione di pericolo per i cittadini. Sono convinto – conclude Punzi – che ogni comune interessato possa fare la sua parte, e il fiume si potrebbe benissimo trasformare in una sorta di parco, valorizzando anche gli operatori che vi operano, cerando così un volano per l’economia».
Il video “Alla riscoperta dell’Oreto”, promosso dall’associazione UpPalermo e ambientAzione, e realizzato dalla videomaker Violetta Massa, racconta di questa prima escursione lungo il fiume Oreto di Palermo, dalla sorgente Fontana di Lupo fino alla confluenza del Vallone Piano di Maglio.
Vi terremo informati sulle prossime iniziative.
E’ possibile consultare i canali social delle associazioni: UpPalermo o AmbienteAzione
Ecco il video: