Nel Seicento, chi in estate si trovava a Palermo andava immancabilmente a “prendere il fresco” lungo la strada Colonna. Giorno per giorno, e fino alla sera, la strada era un vero punto di riferimento e di ritrovo per le classi agiate.
Nel 1621, si decide di allietare i cittadini installando un palco in legno al fine di ospitare un’orchestra che suonasse tutte le sere d’estate eccetto i venerdì, in osservanza alle consuetudini cattoliche. Il successo di questa iniziativa è tale da divenire appuntamento fisso per i palermitani, e porta a ripetere ogni anno l’evento.
Sessant’anni dopo, il Senato palermitano decide di collocare lungo la passeggiata una struttura in marmo, stavolta permanente, che avrebbe reso più elegante l’area tutto l’anno, ospitando i concerti nei mesi estivi.
Data l’importanza estetica della Strada Colonna, certamente questa struttura non poteva sfigurarla! Viene chiamato l’architetto Paolo Amato per la progettazione dell’opera, opera che esalta il Barocco tanto amato dalla popolazione, e che viene inaugurata con la stagione del 1682.
Un ottagono centrale, aperto davanti e dietro con una copertura retta da pilastri, e due stanze quadrate ai lati, una delle quali contenente la scala per il piano superiore, dove prendeva posto l’orchestra. Al centro dell’ottagono una fontana e dei sedili per permettere di rimanere seduti all’interno per ascoltare la musica. La struttura giocava con i contrasti del marmo bianco e del grigio di Billiemi.
La sua posizione non è quella del teatrino che oggi si trova accanto la via alloro. Era molto vicino a Porta Felice, in posizione simmetrica rispetto a quest’ultima e al bastione del Tuono (via alloro), davanti ad una cappella dedicata a santa Ninfa da cui prese anche il nome. Ai lati, nel rispetto dell’armonia visiva di insieme, si trovavano due fontane, dette della sirena e di Cerere.
Il successo per la città fu grandioso. I racconti dell’epoca restituiscono lo splendore di una struttura elegante molto apprezzata e immagini romantiche di gente in passeggiata a piedi e in carrozza o che arrivava con barche e feluche vicino riva per godere della musica, quasi come se in estate il cielo e il mare fossero sempre stati sereni.
Appuntamento fisso ogni estate con componimenti che venivano realizzati appositamente per l’occasione, esaltando così il ruolo delle autorità civiche. Non smette di essere importante anche quando si decide di abbattere il bastione del Tuono (1754), quando il teatrino viene smontato e ricollocato in posizione centrale stavolta tra la porta Felice e il bastione di Vega (prima della via Lincoln). Trent’anni dopo si demolisce anche quest’ultimo e si sposta nuovamente l’insieme, collocandosi vicino la via alloro.
Lentamente, soprattutto a causa degli spostamenti, il teatrino inizia ad essere visibilmente danneggiato. Anziché pensare di restaurarlo, nel 1819 si dispone la sua demolizione, e la ragione è che non piaceva più. L’Ottocento è il secolo del ritorno sia al Gotico che alle forme classiche e lineari che nulla avevano in comune con il Barocco. Ed è seguendo lo stile classico che qualche anno più tardi verrà realizzato quello che ancora oggi vediamo.
Fonte dell’immagine in copertina: V. Consolo, C. De Seta, Sicilia teatro del mondo, 1990.
F. Ciché, Cavalcata reale per il primo ingresso di S. Maestà in Palermo sua Reggia, 1714 (particolare). G. Vasi, Cavalcata Reale nel solenne ingresso di Sua Maestà in Palermo sua Reggia, 1736 (particolare). Da S.Troisi, Vedute e luoghi di Palermo nei secoli XVIII e XIX, 1997.