Una decisione importante da non sottovalutare
Quale cane, quale razza? Questo è l’interrogativo che prepotentemente ci assalirà se abbiamo deciso, per una delle tante ragioni che ci inducono a farlo, di entrare in possesso di un cane.
Spesso per rispondere a questo interrogativo, se non possediamo delle buone conoscenze cinotetiche, cominciamo autonomamente ad effettuare delle ricerche che potrebbero confonderci ancora di più le idee e sicuramente a non garantirci un buon risultato finale. Tale risultato ci potrebbe fare dire, del nostro beniamino, al quale indubbiamente già siamo affezionati, “non è proprio così che lo volevo”. Questo perché, come accade in tutte le cose di questo mondo, è il tempo il giudice implacabile sulla scelte effettuate e a maggior ragione senza le giuste valutazioni.
La scelta di un cane e quindi della relativa razza, a volte è legata alla nostra infanzia, altre volte all’esigenza temporale, altre volte ancora al narcisismo e infine, e non di rado, a un regalo.
Spesso sulla scelta non ci si fa guidare da seri allevatori o addestratori esperti e preparati e ci si affida all’amico che sa tutto e magari ci vuol regalare, o peggio vendere proprio un suo cane.
Chiediamo al Dott. Antonino La Barbera, esperto Giudice Internazionale ENCI, partendo dalla nostra disamina cosa ne pensa in merito e cosa consiglia di fare quando una persona decide di fare entrare un cane nella propria vita.
“La prima cosa importante da tenere bene in mente < ci dice> è quella che con il nostro cane ci dovremo convivere almeno 10-12 anni e a volte di più. Quindi non dobbiamo pensare che dopo poco tempo, ognuno possa andare per la propria strada se qualcosa non va nel modo giusto. Poi, e non di secondaria importanza, è sapere che non tutte le razze hanno comportamenti uguali, come non hanno comportamenti uguali cani della stessa razza. Mi permetto di dire che il paragone si possa fare con l’uomo. Da tenere presente, inoltre, che i cani non sempre sono ben disposti a certi cambiamenti di programma. I neofiti, quindi devono sapere che prima di scegliere, debbono cercare i giusti consigli e le esperienze fatte dalle persone “giuste” che lo possono portare a scoprire anche i trucchi per non avere brutte sorprese, perché ripetiamo ogni cane ha il proprio carattere e prima o poi questo viene fuori e possono essere dispiaceri e dolori”.
Dott. La Barbera, nel rapporto con i cani sicuramente influiscono anche le abitudini familiari, cioè una famiglia può essere “sportiva” oppure no, oppure avere figli piccoli; queste sono delle cose da prendere in considerazione? Come è da prendere in considerazione lo spazio dove si vive?
“ Certo, assolutamente si” < ci risponde> “può capitare che in famiglia si vorrebbe un cane “pantofolaio” cioè molto calmo e docile, ma ci si ritrova con un soggetto nervoso e tutto pepe e che si sfoga con porte, mobili e scarpe. Oppure, “Guarda che piccolo sembra un batuffolo prendiamolo” e ci si ritrova con un esemplare tipo “Cane da montagna dei Pirenei” che da adulto sarà 60 kg e 80 cm di altezza al garrese, che magari perderà pure pelo a più non posso e che cercherà di spingere fuori noi dall’appartamento perché gli sta stretto e se ci sono bimbi piccoli può diventare un problema quando corre”.
Dott. La Barbera, brevemente, cosa ci può dire sul fattore cane da guardia o da difesa?
“Sul discorso prendere un cane da guardia o da difesa che per molti la distinzione non esiste, è uno degli errori più grossolani che si possono compiere. Ci sono razze eclettiche, cioè che svolgono bene le due funzioni, come il Pastore Tedesco e il Rottweiler , ma altre che ne sanno svolgere una sola, come ad esempio il Boxer che è un eccellente cane da difesa, ma non da guardia. Oppure prendiamo il caso del Kangal e del Pastore del Caucaso che sono degli intrepidi e ottimi cani da guardia, ma anche se guardiani,
per il loro temperamento aggressivo e mordace non sono molto utili, se non inadatti, alla difesa. Detto ciò ribadisco il concetto che non tutte le razze sono buone per tutti i compiti, ma ciò non solo nella guardia e difesa, ma anche in altri campi. Immaginiamo una cane da caccia dentro un cortile con delle galline. Come per esempio nessuno immaginerebbe uno Yorkshire Terrier come cane da guardia, ma vi assicuro che il suo incessante abbaio di fronte a un’estraneo, sarebbe utile per attirare la nostra attenzione o l’attenzione di un altro cane, per esempio il sonnolento Mastino napoletano, altro splendido esemplare di cane da guardia. Concludo dicendo che neanche un cane come per esempio il Dogo argentino che alcuni esibiscono come cane da guardia, si può addestrare alla difesa perché è un cane creato per la caccia grossa”.